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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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giovedì 30 dicembre 2010

BUON ANNO!!!

Passeggere: Oh che vita vorreste voi dunque? Venditore di almanacchi: Vorrei una vita così come Dio me la mandasse, senz'altri patti. Passeggere: Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo? Venditore di almanacchi: Appunto. Passeggere: Così vorrei ancor io se avessi a rivivere e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato che il bene; se a patto di riavere la vita di prima con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Giacomo Leopardi
Operette morali dal "Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere"

mercoledì 22 dicembre 2010

A.Arbasino "In questo stato" - di IVANO NANNI

Alberto Arbasino, "In questo Stato", Garzanti, 2008, €. 11,00 Dal suo prontuario critico per l'Italia di allora (il libro è del 1978 riedito nel 2008), fino all'Italia di adesso il passo non è poi così lungo, trentadue anni sono passati come fossero un mesetto di villeggiatura al lago di Misurina, tanto per calmare i nervi, l'Italia è sempre uguale a se stessa, non è cambiata di un virgola (eppure è cambiata), eccome, e per quanto mi riguarda in peggio, e ci sono pagine in questo libro fantastico scritte a ridosso dei tempi plumbei del rapimento Moro impagabili per lucidità e leggerezza, resoconti che sembrano riflessioni di storia dell'arte di un capolavoro mancato, quello che potremmo essere se solo fossimo un quinto di quello che possono e fanno, che so, i tedeschi; vale a dire uno studio su ciò che resta della civiltà patria dal punto di visto di un narratore- critico, che è anche una specie di etnografo, e nello stesso tempo è cartografo e tracciatore di confini, di coste e crinali, descrittore tagliente di paesaggi in via di distruzione: Arbasino si muove tra le rovine di un Paese più che antico decrepito con il taccuino in mano dove annota le imperfezioni dominanti, le sciatterie disgustose, ogni tipo di distorsione o disturbo di frequenza comunicativo, dei politici e dei loro sodali e delle masse che si dimenano per comparire un solo istante con la mano alzata, come dire “ ci sono anch'io, eccomi “, per presenziare, per confermare il consenso o fare audience (che è poi la stessa cosa), trascrive cioè ogni sorta di note dissonanti di questa disonesta e scalcagnata orchestra di professionisti di bidonate (quante ce ne sono), mette tutto in un archivio, ben catalogato con il gusto dell'antiquario filosofo critico di costume...e in questo diario a frammenti mobili ci sono pagine come queste: ...E poi, insomma, è la prima volta nell'età moderna che una nazione già abbastanza sviluppata e progredita ricade indietro nella barbarie e anche abbastanza in fretta. Sono fenomeni che dall'antichità (cioè dall'Impero Romano) e dalla fine del Medioevo (Bisanzio e Messico) nessuno aveva più potuto osservare direttamente. E ancora più drammatici perché non avvengono in seguito a invasioni e stragi massicce fatte da nemici esterni, né per conflagrazioni economiche apocalittiche, ma proprio per quel disturbo mentale di massa che il linguaggio corrente ha battezzato subito “ paranoia “, però in realtà somiglia piuttosto ai suicidi misteriosi di certe tribù di roditori, o a certe mutazioni genetiche descritte dalla fantascienza. E del resto, la stronzaggine, quando assume dimensioni così monumentali, non è più mera stronzaggine ma diventa Tragedia. E inoltre, la grande regressione e il grande sfascio paradossalmente avvengono fra grandi e solenni dichiarazioni di crescita e tenuta collettiva e perfino di progresso democratico e civile – come in quei grandi brindisi fra i triclini mentre l'impero frana nei nostri indimenticabili film in peplo degli anni Cinquanta, o come gli ufficiali inglesi che si cambiano per il pranzo nel fortino e sorseggiano sherry tra nuvole di frecce avvelenate col curaro -come se il disturbo mentale sopprimesse anche quell' esigenza di "analisi corretta" che si riscontra perfino a Livello di Massaia... Alla faccia di nuovi comunicatori o del principe della comunicazione, è la stessa roba che ribolle(dopo la prima repubblica, la seconda, che è la replica della prima, il sequel, come nella migliore tradizione reality o saga dinastica sancita da successo...) e ancora una cosa: ...le sprovvedutezze di un linguaggio politico che ricorre all'astrazione e alla metafora (vie, modi, spiragli, canali) perfino quando l'ultimatum mortale incalza; l'inadeguatezza e lo "scollamento" dell'ideologia italiana davanti ai "fatti" che costantemente la sorpassano e la lasciano indietro; e la flebilità o l'insulsaggine di parecchia nostra letteratura, specialmente narrativa, rispetto agli enormi drammi e alle colossali stronzaggini che agitano tutta la nostra società, topaia facinorosa o laboratorio conflittuale...eccetera, eccetera... e non vado oltre per non rompere... di questi frammenti illuminanti è fatto tutto il libro, è costruito a blocchi smontabili e rimontabili a piacimento e questo è garantito (il piacimento), di sicuro, divertente e amarissimo... "In questo stato" lo stato delle cose è pessimo, e scrutando i segni nell'aria, volge al peggio, perciò...allegri... di IVANO NANNI

martedì 21 dicembre 2010

Buon Natale a tutti...

Anche quest’anno la cartolina degli auguri di Caffè Letterario è opera del fumettista lughese STEFANO BABINI con un Joseph Conrad in versione natalizia. Le serate di Caffè Letterario riprenderanno il mese di gennaio 2011… Il calendario sarà pubblicato l’ultima settimana di dicembre.

sabato 18 dicembre 2010

"Una serata a Lugo di Romagna" di LIETTA MANGANELLI

Lietta Manganelli è stata ospite di Caffè Letterario il 15 novembre in occasione di una serata conviviale dedicata a suo padre, il grande Giorgio Mangnanelli. E' stata una serata magica e non poteva essere altrimenti. La presentazione dell' “album fotografico di Giorgio Manganelli”, a cura di Lietta Manganelli ed Ermanno Cavazzoni; edito da Quodlibet, si è ben presto trasformata in una chiacchierata fra amici, alternando sane risate a momenti di vera ed intensa emozione. Le immagini si susseguivano sullo schermo, fotografie, che venivano illustrate da Lietta Manganelli, il montaggio di una scheggia di una intervista impossibile, quella a Edmondo De Amicis, contornata da foto scelte ad arte ed estremamente pertinenti, un atto di autentica bravura riuscire a far “vedere” una trasmissione radiofonica!! Ciliegina sulla torta, l'ascolto del brano Raptus, ispirato al racconto 51 di Centuria, e interpretato da par suo da quello splendido e stralunato (quanto manganelliano!!) artista che è John di Leo. Tutto questo davanti ai favolosi primi “apparecchiati” da Claudio Nostri, splendido anfitrione, per non parlare degli altrettanto splendidi vini. Credetemi un compleanno per Giorgio Manganelli, veramente spettacolare. E sì perché quella sera il nostro compiva (non si può dire avrebbe compiuto, di uno che ha scritto: “Secondo ragione, dovrei ritenere d'essere morto: e tuttavia non [ne] ho memoria!) 88 anni. Auguri Giorgio. Lietta Manganelli

mercoledì 15 dicembre 2010

La serata con IOLE PINTO

Con la serata di Lunedì 13 dicembre nel Salone Estense si è conclusa la programmazione annuale di Caffè Letterario. A chiudere l’annata è stata Iole Pinto col suo libro “Ti porto sugli occhi” edito da Editrice Le Onde. Il libro si compone di una serie di racconti di scrittori curdi raccolti da Iole Pinto nella “No Flying Zone” del Kurdistan iracheno dal 1996 al 2002 e si apre con il racconto, che da poi il titolo all’intera raccolta, della stessa Iole Pinto in cui descrive la sua straordinaria esperienza in questa zona martoriata del Medio Oriente. Racconto che nel 2008 gli è valso il premio “Terzani” nella categoria inediti. L’Incontro organizzato in collaborazione con “Umana Avventura” e condotto da Francesco Benati, è cominciato con la proiezione di uno spezzone del documentario “Our sky, our land”. Il filmato grazie alla testimonianza dei sopravissuti e alle immagine di repertorio inedite documenta il genocidio perpetrato, anche attraverso l’uso di armi chimiche, dal regime baathista di Saddam Hussein negli anni 1987-88. Centottantamila civili curdi furono massacrati dal regime di Saddam Hussein negli anni '80, una pulizia etnica che sarebbe continuata fino al 2003. Il libro di Iole Pinto, oltre al suo bellissimo racconto iniziale, da voce ai testimoni di questa tragedia spesso dimenticata in Occidente, ma la cui origine grava pesantemente sulle democrazie occidentali vincitrici della Prima Guerra Mondiale che fino ad oggi si sono sempre opposte all’idea di uno stato curdo. Nel 1923 infatti, tre anni dopo il Trattato di Sevres questo popolo, privato della propria autonomia, si ritrovò disgregato sotto la giurisdizione di cinque nazioni, nelle quali assunsero i connotati di 5 diverse minoranze, stanziandosi nella Turchia, in Siria, Iraq, Iran e Armenia. Da questo momento in poi, il "Popolo senza Patria", come viene comunemente definito, continua a brancolare nel buio, vittima di continui tentativi di eliminazione fisica o di forzata assimilazione culturale. Un’altra bella serata di storia e di impegno civile per Caffè Letterario a cui si può in qualche modo essere vicini acquistando il libro (disponibile presso la Libreria Alfabeta) i cui diritti saranno devoluti all'associazione “Iniziative di Solidarietà Onlus di Siena”, fondata e diretta dalla stessa Iole Pinto, che si occupa anche di curare i bambini curdi affetti da gravi patologie cardiorespiratorie e della formazione di personale medico in loco.

martedì 7 dicembre 2010

Lunedì 13 dicembre - IOLE PINTO a Caffè Letterario

Lunedì 13 dicembre, alle ore 21,00 nel Salone Estense della Rocca di Lugo, ultimo appuntamento di Caffè Letterario dell’anno con il libro di Iole Pinto “Ti porto sugli occhi” edito da Editrice Le Onde. La serata, che è stata organizzata in collaborazione con il Centro Culturale “Umana Avventura”, sarà introdotta da Francesco Benati . Nel suo libro Iole Pinto racconta la sua esperienza dal 1996 al 2002 nella no flying zone del Kurdistan iracheno durante il regime di Saddam Hussein e propone un’antologia di racconti di scrittori curdi tenuti prigionieri negli anni dell’embargo e raccolti dalla stessa Pinto durante la sua permanenza in Iraq. “Ti porto sugli occhi” è un libro ricco di pianto e bellezza, è un piccolo infinitesimo atto di giustizia nei confronti del popolo curdo. Ma il valore di quest’opera non è solo politico e sociale ma anche squisitamente letterario perché da queste pagine traspare una simpatia per l’uomo e le sue vicende che collocano queste storie in una dimensione universale. Iole Pinto è nata a Napoli nel 1958, laureata in Fisica, è presidente dell’Associazione Iniziative di Solidarietà Onlus di Siena che dal 1997 opera in Iraq per aiutare i bambini e le fasce più deboli della popolazione locale. Durante la serata sarà anche proiettato un breve estratto del documentario “Our sky, our land”. Il documentario, partendo dalla situazione attuale del kurdistan iracheno, intende rendere testimonianza del genocidio perpetrato dal regime baathista di Saddam Hussein negli anni 1987-88, tramite le interviste ai sopravvissuti, combattuti tra i ricordi dolorosi e la necessità di raccontare la loro sete di giustizia. La cruda trasparenza delle immagini di repertorio accompagna la voce di un popolo che dal 1920 fino ad oggi è stato maltrattato e sottomesso, un popolo che lotta per un futuro di indipendenza e di pace. Antonio Spanò e Francesco Picciolo, registi di questo straordinario documentario, saranno anche loro presenti in sala. I diritti del libro saranno devoluti all'associazione Iniziative di Solidarietà Onlus di Siena, che si occupa anche di curare i bambini curdi affetti da gravi patologie cardiorespiratorie e della formazione di personale medico in loco.

Sabato 11 dicembre - "LETTURE AL BUIO" , ultima serata conviviale dell'anno.

L'ultima serata conviviale dell'anno si svolgerà sabato 11 dicembre alle ore 20,30 nel ristorante dell'Hotel Ala d'Oro. Sarà una serata all’insegna della lettura, del divertimento, della fatalità e del gioco. Tutti i partecipanti saranno invitati a leggere, in coppia con un altro lettore sorteggiato fra i presenti, un brano tratto da un’opera più o meno famosa della storia della letteratura (tema: l'amore o il disamore o ciò che sta a metà strada). A tutti cercare di capire poi chi siano gli autori dei brani letti e decretare i migliori lettori della serata. I premi sono ovviamente in libri. Questo il menù della serata:

Menù

Aperitivo Passatelli in brodo Tortelloni di ricotta alla zucca e pancetta Garganelli al ragù di prosciutto e piselli Semifreddo al croccantino Caffè €. 20,00 per persona bevande incluse (Prenotazione obbligatoria - Tel 0545 22388)

lunedì 6 dicembre 2010

Torna a Lugo il "LIGHT OF DAY" il sound dell'East Coast americana a favore della ricerca.

Grande evento, il 7 dicembre a Teatro Rossini: il concerto benefico Light of Day approderà per la seconda volta a Lugo, con la partecipazione di musicisti di calibro internazionale, apprezzatissimi negli USA. Il Light of day benefit esiste da circa 12 anni. Quello che inizialmente era partito come un unico spettacolo (allo Stone Pony di Asbury Park nel New Jersey) è diventato nel corso del tempo un tour itinerante che ha attraversato e circa 10 stati tra Nordamerica ed Europa. I fondi raccolti vengono donati a favore della ricerca contro il morbo di Parkison ed altre malattie correlate, per migliori cure, supporto e trattamenti dei pazienti. (cliccare sull'immagine per l'ingrandimento) L’inizio del concerto è fissato per le ore 20,45. Ingresso: €.20,00. L’intero incasso della serata sarà devoluto in beneficenza alla Light of Day Foundation e all’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP).

sabato 4 dicembre 2010

Conferenza con VALERIO MASSIMO MANFREDI

Per tutti gli appassionati di storia segnaliamo questa interessante conferenza organizzata dal comitato promotore per la candidatura di Serena Fagnocchi alle primarie del PD per le elezioni provinciali che si terrà lunedì 6 dicembre alle ore 21,00 nella Sala Conferenze dell'Hotel Ala d'Oro. Venerdì 6 dicembre 2010, ore 21.00 Sala Conferenze Hotel Ala d'Oro "L'Archeologia e il patrimonio culturale della Provincia di Ravenna" Interviene VALERIO MASSIMO MANFREDI

Presentato nel Salone Estense il volume "La Grande Guerra nel Ravennate"

Ecco le immagini della presentazione del volume “La Grande Guerra nel Ravennate” che si è svolta ieri sera nel Salone Estense della Rocca di Lugo alla presenza del Sindaco Raffaele Cortesi e di un numeroso pubblico di appassionati della nostra Storia locale. A condurre la serata è stato il curatore del libro Alessandro Luparini che ha poi lasciato spazio a molti degli autori dei saggi di cui si compone il volume. Volume che raccoglie in forma ampliata gli atti dell’omonimo convegno di studi svoltosi al Teatro Rossini nel novembre del 2008 (nel 90° anniversario della Vittoria).

"La fotografia non serve a nulla" LUCA NOSTRI incontra GUIDO GUIDI

Guido Guidi e Luca Nostri hanno partecipato alla realizzazione di "Lugo Land" un'opera collettiva cui hanno lavorato 12 fotografi, sei di dichiarata fama internazionale e sei giovani emergenti. Il lavoro è stato presentato a Caffè Letterario nel febbraio del 2009 (http://www.lugoland.it/)
GG: Da dove vuoi cominciare? LN: Da un libro che mi hanno regalato di recente, dal titolo “La matematica non serve a nulla”*: ci sono due passi che vorrei farti leggere perché penso che in qualche modo centrino col tuo lavoro. Il primo è una storia sul matematico italo-francese Joseph-Louis Lagrange, il quale, nel pieno della propria brillante carriera di scienziato, fu invitato a risolvere una delicata questione che riguardava i fondamenti della geometria. Dopo anni di ricerca, arrivò il momento di presentarne i risultati in una conferenza pubblica attesa da tutto il mondo accademico. Lagrange entrò nell'aula, dispose lentamente i fogli sul leggio,si schiarì la voce e poi disse soltanto: "Bisogna che ci rifletta ancora." E se ne andò. GG: In effetti uno dei miei problemi è che non riesco mai a finire le cose. Ancora oggi porto avanti alcune ricerche iniziali. Il punto è che non ho mai avuto le idee chiare, ed è proprio questo il motivo per cui fotografo: schiarirmi le idee e tentare di capire un po' meglio il mondo che mi circonda. Ecco perchè non ho mai lavorato su progetti specifici ma ho sempre cercato di lavorare a un unico progetto, quello della "conoscenza". La fotografia per me è proprio questo: un approccio alla conoscenza. LN: E in questo progetto pensi di giungere, prima o poi, a qualche conclusione? GG: Le conclusioni mi interessano poco, mi interessa di più il percorso, così come mi interessano poco le risposte che pretendono di esaurire il discorso o di incorniciare esattamente un concetto: il più delle volte le trovo banali e riduttive. Cerco sempre di aggirare le domande e finire per parlare d'altro. Cerco di fare questo anche con la fotografia. Se devo fotografare qualcosa, qualsiasi cosa, cerco di farlo in maniera discreta, pacata, preferisco accennare piuttosto che enfatizzare: è anche un modo per lasciare all'osservatore spazio per pensare, senza cercare di incanalare il suo pensiero o il suo giudizio verso una qualche direzione. Norberto Bobbio diceva che la mitezza è un modo d'essere che lascia l'altro essere ciò che è: questo atteggiamento appartiene alla fotografia. LN: Molto interessante, ma come hai detto tu stesso, non hai risposto alla mia domanda. Te ne faccio un'altra: perché fotografi? GG: Quando avevo 15 anni andavo con i miei amici, di notte, a rubare i cocomeri in un campo. Poi su quel campo ci hanno costruito una delle prime tangenziali di Cesena. Ricordo ancora il malessere che mi procurò questa cosa. Molte delle fotografie che ho fatto in tutti questi anni nei pressi di casa mia o nelle periferie delle città, nelle aree industriali o sotto i ponti dei fiumi di campagna, sono probabilmente tentativi falliti, e per questo ripetuti all'infinito, di ritrovare quel campo. LN: Non ti sembra ci sia un po' di nostalgia in questo? GG: La nostalgia può esserci, però è "fattiva": certamente è rivolta al passato, ma allo stesso tempo indaga il presente e si interroga sul futuro analizzando le trasformazioni del paesaggio e i cambiamenti in atto. In questa indagine non c'è nessuna perdita di fiducia e non ci sono intenzioni di denuncia. Quello che cerco di fare è di riportare ciò che fotografo a una dimensione misurabile. Ma vorrei aggiungere qualcosa a proposito di questo: c’è una mentalità corrente che giudica in maniera negativa tutto ciò che è in qualche modo rivolto al passato. Lo trovo profondamente diseducativo. Fare riferimento al passato è un modo per scegliere un punto di partenza su cui cercare di aggiungere qualcosa, sperimentare. Il mio lavoro fa rifermento alla tradizione classica, dalla pittura italiana dei primitivi alla fotografia dell’Ottocento, ed è poi stato influenzato da una certa fotografia americana, però ho sempre cercato di individuare nuove possibilità, di trovare delle “varianti”**, per citare un titolo suggeritomi da Paolo Costantini che mi è piaciuto molto. In questo modo si può approfondire il linguaggio stesso della fotografia. LN: Volevo arrivare proprio a questo. Quando fotografi cerchi di capire meglio la realtà che ti circonda. Allo stesso tempo cerchi di capire meglio il mezzo col quale cerchi di capire meglio la realtà che ti circonda. A questo proposito vorrei leggerti il secondo passo dal libro di cui ti ho accennato in precedenza. Prima, però, volevo farti un'ultima domanda: a cosa serve la fotografia? GG: [Pausa] Forse la risposta più saggia è proprio quella di Lagrange: Bisogna che ci rifletta ancora. LN: “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto davanti agli occhi. Io dico l'Universo. Ma non si può intendere se prima non si impara a intendere la lingua e a conoscere i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica e i caratteri sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile intenderne umanamente parola. Senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.” GG: E’ proprio così. Chi l’ha scritto? LN: Galileo Galilei.
* "La matematica non serve a nulla" di Giorgio Bolondi e Bruno D'Amore, Editrice Compositori 2010. Il libro è stato presentato a Caffè Letterario dagli autori il 7 giugno di quest'anno. ** "Varianti" di Guido Guidi, Arti Grafiche Friulane 1995