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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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giovedì 22 dicembre 2016

Buone Feste!

Come da tradizione quasi decennale anche quest’anno la cartolina degli auguri di Caffè Letterario è opera del fumettista lughese STEFANO BABINI. Protagonista, il sommo poeta Dante Alighieri in versione natalizia. I manifesti di questa e delle altre 8 cartoline d'auguri che Stefano Babini ha realizzato a partire dal 2008 per il Caffè Letterario di Lugo sono esposti nella hall dell'Hotel Ala d'Oro.
Arrivederci a tutti al prossimo anno... Il calendario degli incontri invernali (gennaio-marzo 2017) sarà pubblicato nei primi giorni del prossimo mese. Auguroni a tutti!

mercoledì 21 dicembre 2016

“La mia bellissima esperienza a Lugo” di RACHELE FERRARIO

Rachele Ferrario è stata ospite del Caffè Letterario di Lugo lunedì 13 giugno 2016 per presentare il suo saggio "Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista" edito da Rizzoli.
Lugo di Romagna è un luogo dell'immaginario italiano. La sua piazza condensa le nostre molte nostre storie le nostre contraddizioni. La parete del castello è un mosaico d'identità. Il monumento a Baracca è sintesi tra futurismo e metafisica, i due momenti della grande espressione italiana che in un tempo solo hanno cambiato l'arte europea. Il Caffè Letterario, all'Ala d'Oro, di Claudio e Patrizia e i loro amici tra cui Daniele Serafini, custode della memoria di Baracca, incarna tutto questo: tradizione e senso del futuro. E poi Lugo è l'unico posto al mondo in cui nel raggio di pochi metri ci sia un pubblico che guarda la nazionale di calcio italiana e un altro pubblico che segue la presentazione di un libro!

giovedì 15 dicembre 2016

Sabato 17 dicembre - DANIELE SERAFINI, "Tra le radici e l'altrove"

Ultimo incontro dell’anno (non in calendario) organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale “Il Bradipo” e la Biblioteca Trisi, vedrà, sabato 17 dicembre nel Salone Estense della Rocca di Lugo, alle ore 18.00, il poeta Daniele Serafini presentare la sua raccolta poetica “Tra le radici e l’altrove” edito da l’Arcolaio. Ne parleranno con l’autore Giuseppe Bellosi, Gian Ruggero Manzoni e Marco Sangiorgi.
Daniele Serafini, famiglia originaria del Triveneto, ma lughese di adozione, esordisce nel ‘93 con “Paesaggio Celtico”, finalista al Premio “Diego Valeri” e, nel ‘98, il suo “Eterno chiama il mare”  riceve una segnalazione al Premio “Eugenio Montale”. Sue liriche sono state tradotte e pubblicate in numerosi paesi europei. Si è occupato di poesia futurista nel saggio “Alceo Folicaldi o della fuggente nostalgia della vita” in Note futuriste (2010). A confermare la notorietà del suo nome è stato inserito nell’antologia di poeti romagnoli del ‘900. 

La "Stirpe selvaggia" di ERALDO BALDINI

Queste le immagini della serata di ieri dove nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro lo scrittore di Russi Eraldo Baldini ha presentato, introdotto da Marco Sangiorgi, il suo ultimo romanzo “Stirpe selvaggia” edito da Einaudi.
Il 12 aprile del 1906 a Ravenna fa tappa uno spettacolo circense molto particolare. Si tratta del Wild West Show di Buffalo Bill, nome d’arte di William Frederick Cody, attore e cacciatore statunitense, nonché soldato, esploratore e impresario teatrale. È da questa premessa che parte il nuovo romanzo di Eraldo Baldini, “Stirpe selvaggia” uscito il 29 novembre a tre anni di distanza da “Nevicava sangue”. Protagonista della vicenda è Amerigo, un bambino che vive con la madre a San Benedetto in Alpe, paese dell’Appennino tosco-romagnolo. Ha 9 anni quando Buffalo Bill arriva a Ravenna con il suo Wild West Show e rimane sorpreso che la madre sia disposta ad affrontare un viaggio di 50 chilometri per farlo assistere allo spettacolo. Sotto quella tenda verrà a scoprire che Buffalo Bill è suo padre. “Questo – ha detto Baldini – è stato il punto di partenza per raccontare i primi cinquant’anni del Novecento. Cosa si sarebbero aspettati gli altri dal figlio di Buffalo Bill? E come si sarebbe sentito lui? Attraverso una grande amicizia, che non finisce mai, e una storia d’amore che in realtà non comincia nemmeno ho voluto raccontare la ‘grande storia’”.







giovedì 8 dicembre 2016

"Una serata a Lugo" di GIORGIO IERANO'

Giorgio Ieranò è stato ospite del Caffè Letterario di Lugo lunedì 2 maggio 2016 per presentare il suo saggio “Gli eroi della guerra di Troia” edito da Sonzogno.
Uscendo a ora tarda dall’Hotel Ala D’Oro, dopo una serata trascorsa a parlare di eroi e a rievocare leggende antiche, nella piazza deserta di Lugo il monumento – impressionante, vertiginoso – a Francesco Baracca sembra sbucato anche lui da una favola. Viene da pensare che quel monumento sia stato costruito per apparire solo di notte, o tra le nebbie della Pianura Padana, quelle nebbie rese immortali da certe scene dell’Amarcord felliniano. La guerra di Troia e la prima guerra mondiale, alla fine, non sembrano così distanti. Egualmente lontane, sfumate in un’epoca remota e leggendaria. Ma anche egualmente vicine, sorelle nell’assurdità del dolore umano e della morte. A scuola ci hanno insegnato che Baracca era un eroe. Parola difficile, scivolosa, così consunta da un eccesso di retorica patriottica e guerresca che molti in passato hanno preso a detestarla. Parola che noi usiamo, senz’altro, in senso molto diverso da come la usavano i greci. Eppure viene da pensare ai trenta aerei abbattuti da Baracca come a trenta guerrieri caduti sotto la lancia di Achille nella piana di Ilio. E viene da chiedersi come avrebbe raccontato Omero i duelli tra gli aerei nei cieli. Certo in modo meno roboante di un Gabriele D’Annunzio, che citava Icaro a ogni pié sospinto (ma glielo perdoniamo, con il rispetto dovuto a chi era comunque un grande poeta e a chi, a differenza di certi fatui guerrafondai di oggidì, non si limitava a predicare la guerra dal tavolino di un caffè). Nel silenzio della piazza deserta di Lugo, il monumento a quell’aviatore morto un secolo fa sfuma nella sua leggenda notturna, e di Omero viene in mente non la celebrazione della guerra (che poi, di celebrazione della guerra, così tanta non ce n’è neppure nell’Iliade) ma la malinconia che suscita la consapevolezza della fragilità dell’umano. Resta la gioia di avere passato una sera a parlare di favole antiche, con tante persone appassionate e competenti, con Claudio dello splendido hotel Ala D’Oro, con Massimo della Libreria Alfabeta (eroe anche lui, a modo suo, come lo sono tutti i bravi librai) e con gli altri. A parlare non tanto di libri ma di storie e avventure (ché i libri alla fine sono cose, oggetti che contano non in sé ma per le storie e le avventure che contengono). E allora è comunque bello iniziare con Achille e finire con Francesco Baracca, immaginare un legame fantastico tra la notte feroce della caduta di Troia e la notte tranquilla di Lugo, e continuare a raccontarsi storie, passeggiando nel silenzio, come sarebbe piaciuto anche a Omero.
di Giorgio Ieranò

martedì 6 dicembre 2016

Mercoledì 14 dicembre - ERALDO BALDINI al Caffè Letterario di Lugo

Mercoledì 14 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, lo scrittore Eraldo Baldini  chiuderà la stagione autunnale del Caffè Letterario di Lugo presentando il suo ultimo romanzo “Stirpe selvaggia” edito da Einaudi pochi giorni or sono. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Marco Sangiorgi.
San Sebastiano in Alpe, paese dell'Appennino romagnolo, 1906. Amerigo ha nove anni e sua madre l'ha chiamato cosi perché l'ha concepito in America. Quando il Wild West Show fa tappa a Ravenna, lei decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo Bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre "dalla parte degli indiani". Con Mariano e Rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la Storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del Novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali. Con grande potenza evocativa, "Stirpe selvaggia" mette in scena un protagonista struggente come un eroe romantico, eppure modernissimo. Diviso, come ognuno di noi, tra l'affermazione di sé e la rinuncia, tra la solitudine e il bisogno d'amore.
Scrittore noir, Eraldo Baldini nei suoi romanzi ha saputo coniugare “gotico rurale”, noir e horror in una vena originale. Inizia a scrivere saggi in questo settore e approda alla narrativa negli anni '90. Nel 1991 vince il Myfest di Cattolica con il racconto Re carnevale. Scrive una lunga serie di romanzi, tra cui due per ragazzi: L'estate strana (edizioni EL, 1997) e Le porte del tempo (Disney Avventura, 2001). La notorietà arriva con il romanzo Mal'aria (Frassinelli 1998, 2003), pubblicato anche in Francia, con cui vince il prestigioso premio "Fregene". Tra i suoi libri ricordiamo Come il lupo (Einaudi, 2006) con cui ha vinto il premio "Predazzo" 2006; Melma (Edizioni Ambiente, 2007), Quell'estate di sangue e di luna (Einaudi 2008), L’uomo nero e la bicicletta blu (Einaudi 2011), Gotico rurale (Einaudi 2012), Nevicava sangue (Einaudi 2013). Per Fernandel nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti umoristici Fra l'Adriatico e il West.

ANNULLATO l'incontro con NUCCIO ORDINE

L'incontro di mercoledì 14 dicembre con Nuccio Ordine è stato annullato per inderogabili impegni universitari del Prof.Ordine. Quest'ultimo incontro della stagione autunnale sarà sostituito sempre nella stessa giornata di mercoledì 14 dicembre dalla presentazione dell'ultimo romanzo di Eraldo Baldini "Stirpe selvaggia" edito da Einaudi

La serata con FRANCO CORDELLI

Lo scrittore romano Franco Cordelli ha presentato ieri sera al Caffè Letterario di Lugo il suo ultimo romanzo “Una sostanza sottile” edito quest’anno da Einaudi. Un romanzo il cui corpus narrativo si fonda sulla memoria ospedaliera di un sopravvissuto: medici, infermiere, sale di rianimazione, compagni di corsia, visitatori, amici e nemici di un circo disperato che somiglia un po' alla vita. Ma il diario clinico che avrebbe voluto essere una presa per i fondelli della superficialità si allarga come una rotatoria dell'essere, svincolo esistenziale di un uomo lievemente autistico ma dalla curiosità e dall'eloquio incoercibili, "innamorato dell'assenza come luogo ideale dell'incontro". Come si muore, o meglio ecco perché si muore, o ancora tutto muore, o anche: in un modo o nell'altro si muore sempre all'improvviso. Faceva sempre così, spiega la narratrice, si metteva a raccontare e poi divagava, e quando se ne accorgeva "si fermava di colpo, come per rimproverarsi di un errore".





domenica 4 dicembre 2016

Lunedì 5 dicembre - FRANCO CORDELLI al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 5 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, lo scrittore, saggista e critico teatrale del Corriere della Sera, Franco Cordelli, presenterà il suo ultimo romanzo “Una sostanza sottile”, edito da Einaudi. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Marco Sangiorgi.
«Ciò che importa sono le relazioni, non c'è altro: come le cose e le persone si legano tra loro». A parlarsi, in questo romanzo, sono un padre e una figlia. E lo fanno come fosse la prima volta, esplorando, sospinti dall'audacia della maturità e della giovinezza, e da una familiarità prima sconosciuta, ora piú intima. Si incontrano in Provenza, un luogo per entrambi lontano ma da entrambi amato. Lui, benché distratto, si guarda alle spalle per consegnare la propria storia a lei, Irène, per dirle tutto quello che non ha mai saputo o immaginato. Ma il racconto di sé, inevitabilmente, non può prescindere da lacerazioni e rotture, da divisioni dell'anima che si esprimono in continue divagazioni e dubbi, dando vita a una narrazione che obbedisce alla circolarità e che fa i conti con i difetti della memoria. A lei, quindi, il compito di raccogliere il flusso dei ricordi, di ascoltarlo e sollecitarlo con domande sempre nuove, di allargare quella trama di cui è intessuta ogni esistenza facendo però attenzione a non aprirla troppo. E cosí, sullo sfondo delle bianche mura di Avignone e dei paesini sferzati dal vento, si dipana un'anamnesi che è anche sentimentale e filosofica: i viaggi, i romanzi, le donne, gli autori piú amati, gli affetti perduti, gli incontri fortuiti; e ancora e soprattutto le sconfitte patite nel corpo e nelle illusioni, quella dimensione liminare fra la vita e la morte a lungo indagata nel corso di una degenza in ospedale. Perché, se non si può rovesciare l'ovvio, non si può neanche dimenticare «quanto accade nella staticità, nell'impedimento, nella prigionia». Un romanzo dall'ampia struttura reticolare nelle cui maglie ci si perde e ritrova, e una scrittura che s'innalza e ridiscende come un brano musicale.

Franco Cordelli, romano del 1943, è critico teatrale e letterario sulle principali testate quotidiane. Nel 1973 esordisce con Procida, «giallo» in forma diaristica, cui hanno fatto seguito: Le forze in campo (1979), I puri spiriti (1982), Pinkerton (1986), Guerre lontane (1990), Un inchino a terra (1999). Testi drammaturgici sono raccolti in Diderot Dondero (quattro commedie) (1993). Due sono le raccolte di saggi letterari: Partenze eroiche (1980) e La democrazia magica (1996). 

"De nobis fabula narratur"... una serata con IVANO DIONIGI

«Chi stacca la spina della storia e della memoria ha una sola alternativa: l’ignoranza e la negazione di sé». Così il classicista Ivano Dionigi ha esordito nel magistrale discorso che ha tenuto al Caffè Letterario di Lugo venerdì scorso, in una Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro ancora una volta al gran completo, presentando il suo ultimo libro “Il presente non basta. La lezione del latino”, edito da Mondadori.
Nel libro di Dionigi, il latino è visto come un’antenna che ci aiuta a captare tre esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima, dell’italiano, il latino – lingua morta eppure resistente nell’uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico – ci restituisce il volto autentico delle parole.
Ivano Dionigi è professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina, presidente della Pontificia Accademia di Latinità, fondatore e direttore del Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. Autore di numerosi saggi, nei suoi studi si è dedicato particolarmente a Lucrezio e Seneca, di cui ha curato varie opere.