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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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martedì 29 novembre 2016

Venerdì 2 dicembre - IVANO DIONIGI al Caffè Letterario di Lugo

Venerdì 2 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Ivano Dionigi, professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina alla “Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015, presenterà il suo libro “Il presente non basta. La lezione del latino”, edito da Mondadori. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Daniele Serafini.
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già rettore dell'Università di Bologna, con Il presente non basta affronta tali domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza. Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche simbolico: si scrive «latino», ma si legge «italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale». Non è un reperto archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite che – oltre Roma – ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima dell'italiano, il latino – lingua morta eppure resistente nell'uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico – ci restituisce il volto autentico delle parole, responsabilizza il nostro parlare, consente quell'«ecologia linguistica» che fa bene anche all'anima; come lingua della temporalità, ci costringe a confrontare tradizione e innovazione, ci libera dall'assedio del presente e ci rende immuni dal «provincialismo di tempo»; come lingua della res publica, della politica quale «cosa di tutti», ci ricorda che l'uso più alto della virtus risiede nel «governo della città» e che il pronome più naturale e più bello è «noi» e non «io». Questa riflessione è tanto attuale quanto urgente di fronte alle nuove sfide delle scienze e alla pervasività delle tecnologie digitali, che possono e debbono trovare negli studia humanitatis un'alleanza naturale e necessaria. Un compito da consegnare in primo luogo alla scuola: palestra dei fondamentali del sapere e crocevia del futuro.
Ivano Dionigi è professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina, presidente della Pontificia Accademia di Latinità, fondatore e direttore del Centro Studi «La permanenza del Classico» dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. Nei suoi studi si è dedicato particolarmente a Lucrezio (Commento a «La natura delle cose», 2000; Lucrezio. Le parole e le cose, 2005) e Seneca (De otio, 1983; Problematica e fortuna del «De providentia», in Seneca, La provvidenza, 2004; I diversi volti di Seneca e Seneca linguista, in Seneca nella coscienza dell'Europa, 1999). Ha curato per la Rizzoli diversi volumi sul rapporto antico/presente: Di fronte ai classici. A colloquio con i Greci e i Latini (2002); Nel segno della parola (2005); La legge sovrana (2006); Morte. Fine o passaggio? (2007); I classici e la scienza. Gli antichi, i moderni, noi (2007); Madre, madri (2008); Elogio della politica (2009); Il dio denaro (2010); Animalia (2011); Eredi (2012); Barbarie (2013). Per Mondadori ha curato I classici in prima persona di Giuseppe Pontiggia (2006).

Una serata americana con SILVIA PARESCHI

Ecco le immagini della serata di ieri, lunedì 28 novembre, con Silvia Pareschi che ha presentato il suo libro “I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” edito da Giunti. Traduttrice di lungo corso al suo esordio da scrittrice, Silvia Pareschi ha fatto parlare in italiano le opere di Jonathan Franzen, Don De Lillo, Cormac McCarthy e molti altri autori, grandi della letteratura americana contemporanea. Vive a metà tra la West Coast e il lago Maggiore e già nel suo blog “Nine hours of separation” raccoglie aneddoti e paradossi della vita oltreoceano. Dieci di questi racconti sono stati raccolti nel libro che Silvia ha presentato ieri sera incalzata dalle domande della terminologa lughese Licia Corbolante che ha introdotto l’incontro.





domenica 27 novembre 2016

Lunedì 28 novembre - SILVIA PARESCHI racconta gli USA al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 28 novembre, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Silvia Pareschi, scrittrice e traduttrice dei grandi autori anglo-americani come Jonathan Franzen, Cormac McCarty e Alice Munro, racconterà al Caffè Letterario di Lugo gli aspetti meno noti e a tratti esilaranti degli Stati Uniti presentando il suo ultimo libro “I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” edito da Giunti. La serata, che si concluderà con il consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti dal gruppo Cevico, sarà introdotta da Licia Corbolante.
In questo libro, misto di memoir, reportage e fiction spesso esilarante e mai banale, Silvia Pareschi narra alcuni aspetti meno noti e forse per questo particolarmente rappresentativi di una nazione vasta come un continente, di infinite coste, di montagne, di città, di genti e radicata nell'immaginario di tutti, ancora di più, forse, in quello di coloro che non ci sono mai stati.
Tenendosi sempre lontana dal cliché dell'''italiana all'estero'', l'autrice spazia dalla wilderness californiana al Palazzo del Porno di San Francisco, da una carrellata sulle religioni americane che comprende le danze estatiche degli Shakers e un ordine di uomini barbuti travestiti da suore, all'avvincente storia di una coppia rimasta bloccata a New Orleans durante l'uragano Katrina, a un viaggio coast-to-coast in Greyhound fino al New Jersey, e al fortuito ritrovamento di un paio di jeans che, forse, appartennero a Bruce Springsteen...
Silvia Pareschi, che ha dato le parole della nostra lingua alla voce di molti dei più grandi scrittori americani contemporanei, questa volta racconta con la sua voce lo stupore e l'ammirazione, il coinvolgimento ma anche lo sconcerto, il disinganno e il distacco di una ragazza prima, di una donna, poi, di fronte alla terra che perlomeno da un secolo si è imposta come la più grande generatrice di miti, di follie e di sogni dell'intero Occidente.
Silvia Pareschi lavora come traduttrice letteraria da più di dieci anni. Fra gli autori da lei tradotti figurano, oltre a Jonathan Franzen di cui è la traduttrice di riferimento, Cormac McCarthy, Don DeLillo, Junot Díaz, E. L. Doctorow, Denis Johnson, Amy Hempel, Nathan Englander, Annie Proulx, David Means e T. C. Boyle.
Attualmente vive a metà fra l’Italia e San Francisco, dove nel 2011 ha sposato l'artista e scrittore Jonathon Keats. 

sabato 26 novembre 2016

Una serata in ricordo di GIUSEPPE MARIA MARANGONI

Venerdì 25 novembre il Caffè Letterario di Lugo ha celebrato con una serata musicale e letteraria la figura di Giuseppe Maria Marangoni contrabbassista e compositore lughese inspiegabilmente cancellato dalla scena musicale e dalla memoria dei suoi concittadini. La serata ha visto la presentazione del libro “Andante affettuoso” della scrittrice-pianista molisana Rosanna Carnevale liberamente ispirato alla movimentata vita del Marangoni. Sempre Rosanna Carnevale in compagnia del contrabbassista Morris Capone hanno eseguito alcuni brani per contrabbasso (il “cetaceo istrumento” come amava definirlo Marangoni) e pianoforte  tratti dal repertorio del contrabbassista lughese. La serata è stata impreziosita poi dalla visita alla magnifica casa/museo Marangoni, attigua all’Hotel Ala d’Oro, che lo stesso Marangoni restaurò negli anni ’30 e che l’attuale proprietaria Ornella Caravita, a cui va il nostro sentito ringraziamento, ha aperto in occasione di questa straordinaria serata.





venerdì 25 novembre 2016

Venerdì 25 novembre - Serata musicale-conviviale dedicata a GIUSEPPE MARIA MARANGONI

Venerdì 25 novembre alle ore 20.00 nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro, il Caffè Letterario di Lugo propone una serata musicale, gastronomica e letteraria per celebrare il musicista lughese Giuseppe Maria Marangoni (1866-1945) nel 150° anniversario della nascita.  La serata comincerà con l’aperitivo servito nella casa/museo Marangoni attigua all’Hotel Ala d’Oro e proseguirà con la cena e la presentazione del libro “Andante affettuoso” della scrittrice e pianista molisana Rosanna Carnevale, edito da Portaparole.
Il romanzo narra la vicenda esistenziale di M, personaggio che cela l’identità reale di Giuseppe Maria Marangoni, contrabbassista e compositore lughese inspiegabilmente cancellato dalla scena musicale. Sullo sfondo di città come Bologna, Firenze, New York, Chicago, L’Avana, tra fine Ottocento e inizio Novecento, la musica di Marangoni emerge man mano dal silenzio e diventa il filo rosso su cui si dipanano e intrecciano le storie passate e quelle presenti dei due musicisti Anna e Pietro che, ingaggiati per un concerto, lavorano alla costruzione del programma. Sarà davvero un’occasione rara per ascoltare la musica dell’estroso musicista lughese che sarà eseguita dal contrabbassista romano Morris Capone accompagnato al pianoforte dalla stessa autrice del libro Rosanna Carnevale.
Due i menù proposti per la serata, uno strettamente romagnolo con piatti tipici della nostra tradizione culinaria e in alternativa un menù vegetariano.

MENU ROMAGNOLO
Aperitivo a Casa Marangoni
Cappelletti in brodo di cappone
Pollo alla cacciatora
Latte brulè
€. 25,00  bevande incluse

MENU VEGETARIANO
Aperitivo a Casa Marangoni
Risotto ai carciofi
Spezzatino di verdure
Latte brulè
€. 20,00  bevande incluse

E’ necessaria la prenotazione
Tel. 0545 22388  -  329 6817175

martedì 22 novembre 2016

Gigi Moncalvo e i Caracciolo

Segnaliamo a tutti gli amici del Caffè Letterario di Lugo che giovedì 24 novembre alle ore 20,15 il Rotary Club di Lugo organizza all’Hotel Ala d’Oro una serata convivale in compagnia del giornalista Gigi Moncalvo che presenterà, nel dopo cena, il suo ultimo libro “I Caracciolo: Storie, misteri e figli segreti di una grande dinastia italiana”. L’incontro è aperto a tutti. Questo il menù della serata: Bavarese di squacquerone con polenta fritta e funghi trifolati, cappelletti al prosciutto croccante e timo, mini strudel di mele pinoli e uvetta con crema inglese profumata alla cannella, Caffè. €. 26,00 per persona bevande incluse. E’ necessaria la prenotazione (0545 22388 / 329 6817175)

Incastonati nella storia di una grande famiglia aristocratica, i principi Caracciolo di Castagneto e di Melito, e della loro dinasty tra Napoli, Firenze, Roma, svettano i ritratti inediti dei due esponenti più noti e contemporanei del casato: Carlo - l’editore del settimanale «Espresso», uno degli artefici del successo del quotidiano «la Repubblica» e di un network di diffusi giornali locali - e Marella, la vedova di Gianni Agnelli, la cui bellezza è stata celebrata nel 1953 in un famoso ritratto fotografico di Richard Avedon che la definì “The Swan”, il Cigno. Anche per la morte di Carlo Caracciolo, avvenuta il 15 dicembre del 2008, così come per quella dell’Avvocato Agnelli, è stato un conflitto di tipo ereditario a far emergere “segreti” o miserie del passato. E tutto questo, in notevole misura, come nel caso di Gianni, ha finito per offuscare molti altri aspetti, più rilevanti, della vita del principe-editore incrinandone il mito e annebbiandone l’immagine e il ricordo. A cercare di spartirsi l’immenso patrimonio sono stati, da una parte, una figlia adottiva ma (stando alle dichiarazioni pubbliche sue e di sua madre), naturale, e quindi – secondo la legge - non adottabile dal proprio padre biologico. Dall’altra, due figli “veri”, la cui esistenza è stata rivelata dalla loro madre, in accordo col loro padre, dopo quasi quarant’anni di silenzio. Prove del DNA, figli veri e figli non adottabili, retroscena, segreti, una battaglia senza esclusione di colpi: la manipolazione della stampa, false testimonianze rese da famosi banchieri, fiumi di denaro scomparsi tra l’Italia e il Lussemburgo, lo strano ruolo di Giuseppe Ciarrapico e l’evaporazione della holding romana “Eurosanità” di cui Carlo era socio, la vicenda delle azioni del quotidiano francese «Libération» di cui il principe aveva il controllo, i ricatti, le minacce, le scenate, ma anche i ritratti di donne affascinanti, le contraddizioni, i comportamenti, le indecisioni di un uomo bellissimo che amava molto le signore sposate - sfidando e battendo il cognato Gianni, almeno su questo terreno - ma che, non si assumeva fino in fondo le proprie responsabilità. Sullo sfondo di Grandi Famiglie: non solo i Caracciolo e gli Agnelli, ma anche i Visconti di Modrone, i Falck, i Bollati di Saint Pierre, i Gabetti, Eugenio Scalfari e Carlo De Benedetti, Carlo e Marina Ripa di Meana, Silvio Berlusconi e Urbano Cairo.

lunedì 21 novembre 2016

Una serata "sismica" con ALESSANDRO AMATO

Una serata “sismica” per il Caffè Letterario di Lugo quella di venerdì scorso con il sismologo Alessandro Amato che ha presentato il suo libro “Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani” edito da Codice Edizioni. Assieme al geologo lughese Enrico Montanari che ha introdotto la serata, Alessandro Amato, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica (INGV) ha cominciato il suo discorso trattando dei non trascurabili rischi sismici della Romagna per poi passare a raccontare la sterminata letteratura delle "bufale" sui terremoti e ripercorre le tante esperienze vissute dentro e fuori l'istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia grazie a una appassionata capacità di raccontare la storia dei terremoti e le storie che attorno ad essi sono fiorite, in Italia e non solo.





lunedì 14 novembre 2016

Venerdì 18 novembre - Storie di terremoti raccontate da ALESSANDRO AMATO

Venerdì 18 novembre, alle ore 21.00, nel Salone Estense della Rocca di Lugo, il Caffè Letterario di Lugo affronta un tema di strettissima e tragica attualità come i terremoti che hanno sconvolto l’Italia centrale, con il geologo Alessandro Amato che presenterà il suo ultimo saggio “Sotto i nostri piedi” edito da Codice Edizioni. A introdurre la serata sarà Enrico Montanari.
Dopo ogni terremoto c’è sempre qualcuno che lo aveva previsto: i Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. I previsori non si fidano della scienza, ma credono che i rospi scappino prima dei terremoti, che la Nato e le trivelle possano scatenarli, che gli scienziati sappiano prevederli ma non lo dicano perché odiano vincere i premi Nobel. Per orientarsi in questo groviglio di scienza e pseudoscienza, “sotto i nostri piedi” ci accompagna in un viaggio attraverso la storia dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellata da pochi acuti e tanti fallimenti. Storie di scienziati e filosofi (da Aristotele a Kant), di terremoti e terremotati (dalla Cina alla Russia, dalla California all’Aquila), di bizzarre teorie e personaggi pittoreschi. Fino ai più recenti passi avanti compiuti dalla ricerca sismologica, che se non consentono ancora la previsione dei terremoti ci offrono però la conoscenza e gli strumenti per una fondamentale riduzione del rischio.
Alessandro Amato, geologo e sismologo, è dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). È stato direttore del Centro Nazionale Terremoti e membro della Commissione Grandi Rischi. Ha coordinato e partecipato a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, pubblicando articoli sulle maggiori riviste scientifiche del settore.

sabato 12 novembre 2016

"Venite a Lugo" di ERMANNO BENCIVENGA

Il filosofo Ermanno Bencivenga è stato ospite del Caffè Letterario di Lugo lunedì 21 marzo 2016 per presentare il suo romanzo “Il giorno in cui non tornarono i conti” edito da MdS Editore.

C’è conoscenza nella cultura, e anche erudizione. Dati che affiorano alla mente, legami inattesi tra fatti e personaggi, preziosi dettagli dissotterrati da fonti antiche, da camere oscure dell’oblio. C’è comunicazione: sopraffina perizia verbale che sa dar corpo alle ombre, renderle accessibili al pensiero comune, a percorsi che tracceremo insieme, verso un avvenire più degno, più valido, più bello. E poi, per far cagliare tutto ciò, perché il potenziale che esso rappresenta non si sfilacci, non si isterilisca, non venga meno al suo destino, c’è la passione: il fuoco che nutre la ricerca e il dialogo, fuga la stanchezza, insegue il piacere della complessità, dalla profondità, del gioco intellettuale seduttivo e ammaliante entro le pieghe della notte, sorprendendo tutti i fortunati che vi partecipano, inventando per loro e con loro progetti e ricordi.
Se volete riscaldarvi a questa passione, se volete testimoniare il miracolo sempre ripetuto di parole, idee che diventano cultura, venite a Lugo, dove, in una sera qualsiasi, in compagnia di amici appena incontrati o noti da sempre, la passione che costituisce la cultura saprà farvi prendere il volo.
di Ermanno Bencivenga

Alla scoperta delle origini dell'Uomo con GUIDO BARBUJANI

Queste le immagini della serata di venerdì 11 novembre nel Salone Estense della Rocca di Lugo con il genetista Guido Barbujani che, introdotto da Patrizia Randi, ha presentato il suo ultimo libro “Gli africani siamo noi.  Alle origini dell’uomo” edito da Laterza.
Un incontro che è stato un viaggio alla scoperta delle nostre radici biologiche alla luce delle ultime scoperte archeologiche e genetiche, ma soprattutto un viaggio attraverso i luoghi comuni del razzismo partendo dal fatto che al momento mai nessuno è riuscito a dimostrare l’esistenza di razze biologiche.
Ci hanno provato in tanti, ma ognuno è arrivato a conclusioni diverse: le proposte vanno da due a duecento razze, cosicché ogni catalogo razziale, dal primo, di Linneo, fino a quelli del Novecento, passando per l’opera di grandi naturalisti come Cuvier e Huxley, contraddice tutti gli altri. Gli studi recenti sul genoma umano ci hanno spiegato perché: siamo tutti diversi (e basta guardarsi intorno per capirlo), ma nel nostro DNA non ci sono le differenze nette che permettono, in altre specie, di classificare gli individui in gruppi distinti, cioè appunto razze o sottospecie.
I nostri gruppi sanguigni, il colore della pelle, e anche la tendenza ad ammalarci, a rispondere al trattamento con i farmaci o a digerire il latte, dipendono da varianti geniche cosmopolite, cioè presenti, a frequenze diverse, in tutti i continenti. Le differenze fra noi sono sfumature all’interno di una variabilità continua nello spazio geografico.






lunedì 7 novembre 2016

Venerdì 11 novembre - Il genetista GUIDO BARBUJANI al Caffè Letterario di Lugo

Venerdì 11 novembre, alle ore 21.00, nel Salone Estense della Rocca di Lugo, il genetista Guido Barbujani presenterà al Caffè Letterario di Lugo il suo ultimo libro “Gli africani siamo noi” edito da Laterza. A introdurre la serata sarà Patrizia Randi.
«Gli africani siamo noi non è uno di quei titoli che si tirano fuori per impressionare gli ingenui con un paradosso, ma è davvero la sintesi, la più onesta possibile, delle nostre frammentarie conoscenze sulle origini dell’uomo e sulla nostra vicenda evolutiva.»
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con l’armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede. La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici – fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via – rispolverando vecchissime teorie sull’insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud.
Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento. Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze.
Gli africani siamo noi racconta anche un po’ delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall’Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta.
Guido Barbujani insegna Genetica all’Università di Ferrara. Si occupa delle origini e dell’evoluzione della popolazione umana. Ha pubblicato romanzi, fra cui Dilettanti (Marsilio 1993), Dopoguerra (Sironi 2002), Questione di razza (Mondadori 2003) e Morti e sepolti (Bompiani 2010), e i saggi L’invenzione delle razze (Bompiani 2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani 2008), Lascia stare i santi (Einaudi 2014) e Contro il razzismo.

L'inaugurazione di "Mi espongo" di AGNESE UGOLINI

Inaugurata ieri pomeriggio domenica 6 novembre la mostra pittorica “Mi espongo” della giovanissima artista lughese Agnese Ugolini. A presentare il lavoro di Agnese sono stati Andrea Tampieri, Carmine Della Corte e Aldo Savini. La mostra è allestita nella hall dell’Hotel Ala d’Oro e rimarrà aperta fino a domenica 4 dicembre.





sabato 5 novembre 2016

La serata con MASSIMO CACCIARI

Tutto esaurito ieri sera, venerdì 4 novembre, all’Hotel Ala d’oro per la serata filosofica con Massimo Cacciari che ha presentato il sul ultimo saggio “Occidente senza utopie” scritto a quattro mani con Paolo Prodi ed edito dal Mulino.
Occidente senza utopie è un libro che ragiona sul significato del termine occidente e su come esso possa essere declinato. Gli ordini politici che abbiamo ereditato dal passato sono in crisi. Questo è il grande segno della nostra epoca, ben prima anche della caduta del muro di Berlino, ben prima dell’89, ben prima di anni meravigliosi che hanno determinato visivamente lo sconquasso di un precedente ordine mondiale. Il grande spirito europeo e tutto quello occidentale sono in crisi evidente almeno a partire dalla fine della seconda guerra mondiale e nell’ultimo decennio quando i processi di globalizzazione hanno assunto con la caduta del muro, con la fine dell’impero sovietico, un ritmo direi addirittura violento e questa crisi si è finalmente palesata agli occhi di tutti. Tutti oggi parlano di crisi dello stato nazionale. Ma cosa subentrerà al posto di questa sovranità politica? Cosa subentra culturalmente al nazionalismo? Occidente senza utopie ragiona sul significato dello stato e sulle dinamiche che si instaurano nella società e tra i cittadini. Che cosa vuol dire essere occidentali? Siamo sicuri che abbia tutt’ora una sua connotazione ben precisa o deriva da un ridente passato? La sovranità statale, per gli autori di questo illuminante saggio, avrà ancora una lunga vita. Sembra però indubitabile che la sovranità statale non possa essere più letta e interpretata con quella forza, con quella energia in grado di conferire un ordine agli equilibri politici del pianeta. Bisogna allora trovare una valida alternativa.