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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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martedì 28 giugno 2016

I lettori della LISISTRATA


Ecco le immagini della maratona letteraria di sabato 25 giugno che ha concluso la stagione 2015/2016 del Caffè Letterario di Lugo dedicata alla divertente lettura integrale della  “Lisistrata” di Aristofane che si è svolta nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro accompagnata da un’ottima cena a base di Paella alla valenciana  e abbinata a una degustazione delle birre Beerson. Ancora un grazie sentito alla Associazione Culturale  Entelechia nelle persone di Gianluigi Caravita per il supporto tecnico e a tutti i lettori.
In ordine di apparizione:
Patrizia Randi
Cristina Briccoli
Isa Cristoferi
Evelina Tabanelli
Marco Sangiorgi
Sylvia Kranz
Gabriele Bersanetti
Bruno Cimatti
Anna Maria Tampieri
Paolo Ravaglia
Carlo Pasi
Claudio Nostri
Gianluigi Caravita
Giovanni Barberini
Paolo Gagliardi








martedì 21 giugno 2016

Sabato 25 giugno - Paella e Maratona Letteraria con la "LISISTRATA" di Aristofane

Sabato 25 giugno, alle ore 20,30 nel cortile interno dell’Hotel Ala d’Oro tornano, con una serata conviviale a base di un’ottima Paella alla Valenciana, le Maratone Letterarie del Caffè Letterario di Lugo.  In questa serata, che sarà l’appuntamento conclusivo di una stagione 2015/2016 dedicata, per quello che riguarda le nostre letture collettive, ai grandi tragici greci, non poteva esserci scelta più scontata, per festeggiare questa annata in allegria, che leggere la “Lisistrata” del grande commediografo ateniese Aristofane.  In una Atene sempre più logorata dalla Guerra del Peloponneso, Aristofane mette in scena una delle più scintillanti fantasie di potere che il teatro occidentale ci abbia lasciato, trattando in maniera ironica e divertente, ma attualissima, di questioni che ci riguardano ancora da vicino come la corruzione, la demagogia e, soprattutto, la pace. Il testo sarà declamato da scrittori, artisti, amici, collaboratori del nostro Caffè Letterario e di Entelechia che si alterneranno alla lettura mentre sarà servita una “favolosa” Paella alla Valenciana abbinata ad una degustazione delle birre artigianali Beerson. Insomma, una notte d’estate da trascorrere in allegria, fra amici, cenando, bevendo, leggendo e ridendo di guerre, pace ed Eros…
Menù
Paella alla Valenciana
Sorbetto alla frutta
Caffè, Birra Beerson, Vino e Sangria
€. 25,00 per persona, bevande incluse

E’ consigliata la prenotazione!
Tel. 0545 22388  - 329 6817175


lunedì 20 giugno 2016

La 4° giornata dello Scrittura Festival con RUDY GATTA e ROBERTO VECCHIONI

Giornata conclusiva dello Scrittura Festival con Rudy Gatta che ha letto, nel Salone Estense della Rocca di Lugo, il poeta romagnolo Raffello Baldini e gran finale da tutto esaurito al Teatro Rossini con il cantautore e scrittore Roberto Vecchioni che ha presentato il suo ultimo libro "La vita che si ama" edito da Einaudi.







domenica 19 giugno 2016

Domenica 19 giugno - ROBERTO VECCHIONI allo Scrittura Festival di Lugo

Domenica 19 giugno, alle ore 21,00 nel Teatro Rossini di Lugo ultimo appuntamento dello “Scrittura Festival” con lo scrittore e cantautore Roberto Vecchioni che presenterà il suo ultimo romanzo “La vita che si ama” edito quest’anno da Einaudi.
«Non si è felici nell'imperturbabilità, ma nell'attraversamento del vento e della tempesta». Perché i momenti piú belli o piú intensi della nostra esistenza brillano nella memoria: sono luci che abbiamo dentro e che a un tratto sentiamo il bisogno di portare fuori. Magari per i nostri figli, e per tutti quelli che hanno voglia di ascoltare.
È inutile chiedersi cosa sia la felicità, o come fare a raggiungerla. Lo scrive un padre ai propri figli nella lettera che apre questo libro: la felicità, spiega, non è una questione d'istanti, ma una presenza costante, che corre parallela a noi. Il problema è saperla intravedere, imparando a non farci abbagliare. Il padre è Roberto Vecchioni. Sono per i suoi figli - Francesca, Carolina, Arrigo e Edoardo - i racconti che compongono il volume. Dalle bizzarrie vissute insieme a loro, a episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo, Vecchioni attinge alla propria biografia per costruire un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo. Ma ci sono anche le canzoni, scritte in un arco di quasi quarant'anni. Ci sono squarci letterari: un racconto dalle Mille e una notte, la storia di Paolo e Francesca, il mito di Orfeo ed Euridice, un frammento di Saffo. Cè l'amata Casa sul lago, testimone di tanti momenti, alcuni dei quali difficili e persino spaventosi. Roberto Vecchioni ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama «il tempo verticale», uno spazio che tiene uniti tra loro passato, presente e futuro, dove nulla si perde. D'altronde «la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa».
Roberto Vecchioni è uno dei padri storici della canzone d'autore in Italia. Per Einaudi ha pubblicato Viaggi del tempo immobile (1996), Le parole non le portano le cicogne (2000), Parole e canzoni (2002), Il libraio di Selinunte (2004 e, con una nuova prefazione in forma di racconto, 2007), Diario di un gatto con gli stivali (2006), Scacco a Dio (2009 e 2011), Il mercante di luce (2014) e La vita che si ama (2016). Per Frassinelli è uscito il libro di poesie Di sogni e d'amore (2007). Professore di greco e latino per tanti anni, è attualmente docente di Forme di poesia in musica presso l'Università di Pavia. Nel 2011 ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone «Chiamami ancora amore».

Domenica 19 giugno - RUDY GATTA legge RAFFAELLO BALDINI

Domenica 19 giugno, alle ore 18,30 nel Salone Estense della Rocca di Lugo penultimo appuntamento dello “Scrittura Festival” con l’attore Rudy Gatta che leggerà brani da “E’ mond” del poeta romagnolo Raffaello Baldini.
Raffaello Baldini è un vero poeta romagnolo. Nato a Santarcangelo di Romagna nel 1924, dal 1955 ha vissuto e lavorato a Milano dove si è spento nel marzo del 2005.
Pur esprimendo messaggi di ampio respiro e senza confini, Baldini ha scelto il dialetto romagnolo per esprimersi in poesia utilizzandone al meglio le peculiarità sonore e i significati profondi ed unici. Il suo radicamento alle tradizioni è testimoniato dai suoi personaggi che non sono illustri ma legati alla quotidianeità popolare. Sempre in bilico fra grottesco e "drammatico" Raffaello Baldini approfondisce i suoi personaggi con una profondità entusiasmante. Baldini faceva parte del gruppo di intellettuali, tra cui Tonino Guerra, che nell'immediato dopo guerra diedero vita al cosiddetto 'Circolo del Giudizio'.

La 3° giornata dello Scrittura Festival con FLAVIO CAROLI e ERMANNO CAVAZZONI


La 3° giornata dello Scrittura Festival con lo storico dell'arte Flavio Caroli che ha presentato nel Salone Estense il suo nuovo saggio "Con gli occhi dei Maestri" edito da Garzanti ed Ermanno Cavazzoni con il suo "Gli eremiti del deserto" edito da Quodlibet.





sabato 18 giugno 2016

Sabato 18 giugno - ERMANNO CAVAZZONI allo Scrittura Festival di Lugo

Sabato 18 giugno, alle ore 21,00 nel Piazzale del Pavaglione di Lugo sesto appuntamento dello “Scrittura Festival” con lo scrittore Ermanno Cavazzoni che narrerà le vite surreali ed avventurose de “Gli eremiti del deserto” (edito da Quodlibet) in una serata con letture e musiche in cui lo scrittore emiliano che tanto ispirò Federico Fellini sarà accompagnato da Vincenzo Vasi al teremin e da Valeria Sturba al violino.
Questo libro racconta le vite, in parte leggendarie, di eremiti e santi anacoreti vissuti tra il III e il IV secolo d.C., nei deserti di Egitto, Palestina e Siria. Stavano in grotte o piccole capanne di foglie di palma, ma soprattutto fra le rovine dei templi pagani; bastava una polla d’acqua, una pianta di datteri, o un po’ di pane, di erba o di lenticchie. In media vivevano fino a 100 anni (Antonio fino a 105, Paolo a 113). E lì arrivavano le tentazioni demoniache, che erano fantasiose apparizioni, inconsistenti: applausi, vagiti, fracasso di carri su un acciottolato, oro, voci di femmine, animali, suoni di cornamusa, che dovevano distrarre il monaco, come un teatrino allucinatorio o una sorta di tv demoniaca, piena delle sciocchezze del mondo. Simeone, per non avere disturbi, stava in cima a una colonna di 18 metri, e da lì guariva paralitici e storpi. Altri stavano in una tomba, in una gabbia, in una cassa, oppure esposti alle intemperie, in una sorta di gara ginnica di resistenza. Furono storie molto diffuse in Oriente e Occidente, ancora leggibili con stupore (e forse una piccola dose d’invidia).
Ermanno Cavazzoni, nato nel 1947 a Reggio Emilia, vive a Bologna dove insegna all’Università. Ha scritto libri di narrativa, ma sempre piuttosto anormali, che infatti lui stesso non sa come classificare, se non come sfoghi di maniacalità. «Mi vengono così – dice – dovete scusare». Ha scritto Il poema dei lunatici (1987, dal quale Federico Fellini ha tratto il suo ultimo film La voce della luna), Le tentazioni di Girolamo (1991), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999), Gli scrittori inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), e altre cose qui e là, tra cui Morti fortunati (2002). Quel po’ che ha imparato dice che l’ha imparato da Federico Fellini e da Gianni Celati, «lavorando con loro a bottega». 

Sabato 18 giugno - FLAVIO CAROLI allo Scrittura Festival di Lugo

Sabato 18 giugno, alle ore 18,30 nel Salone Estense della Rocca di Lugo quinto appuntamento dello “Scrittura Festival” con lo storico dell’arte Flavio Caroli che presenterà il suo ultimo saggio “Con gli occhi dei maestri” edito da Garzanti.
«La storia non è un corteo che si osserva dall'alto, diceva il grande Marc Bloch. E lo storico non è un signore che guarda il corteo dal suo balcone, al fine di descriverlo con esattezza e oggettività. Lo storico è un uomo come gli altri che cammina dentro al corteo, che si chiede che cosa sia accaduto nel corso di un viaggio lungo e accidentato; quale sia dunque la direzione e la meta del corteo stesso; in ultima istanza – se possibile – quale sia il senso definitivo del cammino.» Flavio Caroli si richiama alla filosofia della più importante scuola storiografica del nostro tempo, le «Annales», per ripercorrere le tappe di una scienza relativamente giovane come la storia dell'arte, vista attraverso gli occhi dei «maestri». All'inizio della sua carriera di studioso, l'autore ha avuto la fortuna di conoscere e frequentare alcuni tra i più importanti esperti che hanno costruito le «diverse storie dell'arte» come noi oggi le conosciamo. Ne conserva un ricordo pieno di fascino, immagini che non possono non subire l'influenza della materia studiata. Così Caroli rivede Roberto Longhi: «Gli allievi accostavano Longhi uno per volta, ricevendone sguardi e brevi cenni di assenso col capo. Quando toccò a un valente medievista centroitaliano, per frazioni di secondo rividi un famoso dipinto di Tiziano, col rampollo Farnese che parla all'orecchio del nonno pontefice». Francesco Arcangeli è invece «il maestro» che porta Caroli, studente di lettere a Bologna, alla laurea: «Ero seduto in istituto, e studiavo con moderata diligenza le lettere di Van Gogh, per una tesi di laurea che non appagava i miei desideri per la storia dell'arte che avevo sognato. Entrò una specie di Maigret che, passandomi alle spalle, buttò l'occhio sulle pagine del mio libro». Bastano poche parole tra i due per far capire all'allievo che immediatamente avrebbe «cambiato tesi di laurea e vita». Ma l'inquietudine intellettuale e il desiderio di andare oltre il mero attribuzionismo condurranno Caroli all'incontro e alla lunga amicizia con Ernst Gombrich: in quel pomeriggio di luglio del 1975, giorno del primo colloquio al Warburg Institute di Londra, «l'aria fu fin da subito incalzante, un vento che spingeva la barca dei saperi a un abbrivio vertiginoso». Ai ricordi personali si affiancano le fondamentali esplorazioni del «pensiero in figura»: carrellate di opere che mostrano le diverse storie dell'arte direttamente dalla penna di Longhi, Graziani, Arcangeli, Briganti, Gombrich e Ragghianti, in un prezioso intreccio di vita e bellezza.
Flavio Caroli, ordinario di Storia dell'arte moderna al Politecnico di Milano, con questo romanzo incontra per la terza volta - e ultima, a suo dire - la narrativa, dopo Mayerling amore mio! (Bompiani 1983) e Trentasette: Il mistero del genio adolescente (Mondadori 1996). Come storico dell'arte, Flavio Caroli ha studiato i primari del "pensiero in figura" occidentale rapportati alle altre grandi tradizioni figurative maturate su questo pianeta. Ha organizzato inoltre numerose mostre, collabora con la trasmissione di Rai 3 "Che tempo che fa" e con prestigiose riviste specializzate, ed è autore di molti volumi.

La 2° giornata dello Scrittura festival con CRISTINA COMENCINI e VITO MANCUSO

I protagonisti della 2° giornata dello Scrittura Festival di Lugo: Cristina Comencini col suo ultimo romanzo "Essere vivi" edito da Einaudi e il teologo Vito Mancuso con il saggio "Dio e il suo destino" edito da Garzanti.









venerdì 17 giugno 2016

Venerdì 17 giugno - Il teologo VITO MANCUSO allo Scrittura Festival di Lugo

Venerdì 17 giugno, alle ore 21,00 nel Piazzale del Pavaglione di Lugo nuovo appuntamento dello “Scrittura Festival” con il teologo Vito Mancuso che presenterà il suo ultimo saggio “Dio e il suo destino” edito da Garzanti nel 2015.
L’idea di Dio sembra essere scomparsa dall’orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l’esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall’immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell’alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell’impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: «Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui». Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall’estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Vito Mancuso è un teologo italiano. E' stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007),Io e Dio Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), tre bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in altre lingue e una poderosa rassegna stampa, radiofonica e televisiva. Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano “la Repubblica”. 

Venerdì 17 giugno - CRISTINA COMENCINI allo Scrittura Festival

Venerdì 17 giugno, alle ore 18,30 nel Piazzale del Pavaglione di Lugo terzo appuntamento dello “Scrittura Festival” con la scrittrice, regista e drammaturgo Cristina Comencini che presenterà il suo romanzo “Essere vivi” edito da Einaudi.
La vita di Caterina è scandita in due tempi, ben separati tra loro. Nel primo c'è una bambina che insegue una fila di formiche. Un cane che guaisce oltre la porta, i rami di un melo, sei anni d'infanzia muta cancellati dal fuoco. Nel secondo ci sono un lavoro, un marito, due figli. C'è la donna che Caterina è diventata, dopo aver imparato faticosamente i passi e le parole. Tutto ciò che sta in mezzo è merito di una straordinaria madre adottiva, la donna vitale e insaziabile il cui corpo giace oggi in una stanza d'albergo, accanto a quello del suo uomo. Ed è proprio qui che Caterina si ritrova insieme a Daniele, il figlio di lui, per cercare di ricostruire il corso degli eventi. È in questo pugno di giorni che la sua vita per la prima volta le si rivela intera. Daniele ha un'allegria forsennata, un'energia che rompe il guscio delle cose, e Caterina una capacità strana, la facoltà visionaria d'indovinare gli sconosciuti. La morte dei loro genitori è l'unica cosa che hanno in comune, ma la libertà disperata di quei pochi giorni insieme insegnerà a entrambi un modo nuovo di stare al mondo. «Tutto è iniziato in quella vacanza, quando io ho scelto di abitare il tuo mondo e tu di lasciarlo. Non importa se ci sono voluti anni, era già tutto lí. Avremmo dovuto buttare giú il muro che ci divideva solo apparentemente, come ora, in questa stanza, perché in realtà avevamo la stessa morte nel cuore».
Cristina Comencini è scrittrice, regista e drammaturga. Tra i suoi romanzi, pubblicati finora presso Feltrinelli, ricordiamo Le pagine strappate (1991 Premio Air Inter), Passione di famiglia (1994 Premio Rapallo), Il cappotto del turco (1997 Premio Nazionale Alghero Donna), Matrioska (2002), La bestia nel cuore (2004), L'illusione del bene (2007), Quando la notte (2009), Lucy (2013) e Voi non la conoscete (2014). Il suo film tratto da La bestia nel cuore ha ottenuto la nomination all'Oscar come migliore film straniero. Essere vivi segna il suo passaggio all'Einaudi.

La 1° giornata dello Scrittura festival con AMEDEO BALBI e PAOLO ALBANI

Ecco le immagini della prima giornata dello "Scrittura Festival " di Lugo che ha visto come protagonisti l'astrofisico Amedeo Balbi con il suo libro "Dove sono tutti quanti" e lo scrittore Paolo Albani che con una patafisica conferenza dal titolo "Quando non sempre tradurre è tradire" ha celebrato il nostro Bloomsday dedicato al grande scrittore irlandese James Joyce e al suo capolavoro "Ulisse".