Enrico Franceschini è stato
ospite del Caffè Letterario di Lugo giovedì 26 settembre 2019 per presentare il
suo libro "Bassa marea” edito da Rizzoli.
Già stato a Lugo? Sì. E no. Nel
senso che ci sono passato molte volte ma non mi ero mai fermato. Questa
parolina di appena quattro lettere, quasi un nome di battesimo con l'articolo,
l'Ugo, appartiene ai miei più remoti ricordi: Lugo Medicina Bagnacavallo, tutti
termini un po' strani per una città, riassumevano come una filastrocca
l'itinerario per raggiungere la Riviera romagnola da Bologna sulla via San
Vitale, in alternativa alla via Emilia, prima dell'apertura dell'autostrada A14
verso il mare. Un viaggio lungo e avventuroso come un'odissea, nelle mie
memorie d'infanzia, sulla Millecento del babbo, con sosta a Ravenna per
raffreddare il motore, sgranchire le gambe e rifocillarsi con un toast, prima
della tappa finale sull'Adriatico fino a Milano Marittima, dove si arrivava
spossati, al punto che il papà portava mia sorella in casa addormentata fra le
sue braccia.
Ma a Lugo, appunto, non ci
fermavamo. E la vita non mi ci ha riportato più, neanche di passaggio, fino al
Caffè Letterario del mio romanzo "Bassa marea". Così, dopo la
presentazione del libro, dall'Hotel Ala d'Oro mi accompagnano finalmente in
piazza. E lì rimango allibito da tanta bellezza: mai avevo visto, in Italia o
nei miei tanti anni in giro per il mondo, una piazza simile. Mai? Davvero mai?
Un sottile senso di deja vu mi suggeriva che c'era stato un precedente ma non
riuscivo a metterlo a fuoco. Solo quando da Lugo me n'ero già andato, mi è
venuto in mente: quel quadrilatero chiuso dai portici l'avevo già ammirato
altrove, a Parigi. In Place des Vosges, per me la piazza più bella della Ville
Lumière. Con una differenza, ora che posso fare il confronto: è più bella, tra
le due, la piazza di Lugo.
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