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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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lunedì 26 gennaio 2009

Mercoledì 28 gennaio - ERALDO AFFINATI a Caffè Letterario

Mercoledì 28 gennaio alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro terzo appuntamento del mese per Caffè Letterario con lo scrittore romano Eraldo Affinati che presenterà il suo ultimo romanzo edito da Mondatori “La città dei ragazzi”. L’incontro con l’autore sarà introdotto da Marco Sangiorgi e come di consueto terminerà con l’abituale degustazione di vini offerta da Caffè Letterario a tutti gli intervenuti. Eraldo Affinati, nato a Roma nel 1956, è scrittore, giornalista e insegnante. Dopo i primi studi, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, sull’opera di Silvio D’Arzo, ha pubblicato su Nuovi Argomenti ed ha composto un saggio sulla poesia di Milo De Angelis. Nel 1997 il romanzo Campo del sangue, diario di un viaggio a piedi da Venezia ad Auschwitz, entra in finale ai premi Campiello e Strega. L’interesse per i temi novecenteschi, indagati attraverso il viaggio, si riflettono anche nei libri successivi: la biografia Un teologo contro Hitler, Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer (Mondadori 2002), il romanzo Secoli di gioventù (Mondadori 2004). Ha curato l’edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern, Storie dall’Altipiano, (I Meridiani Mondadori 2003) Del 2008 il suo più recente romanzo, La città dei ragazzi. In questo romanzo tre vicende si mescolano e si annodando in una catena di rimandi e riflessi continui: la cronaca delle giornate presso questa nuova scuola di Barbiana che è la Città dei ragazzi, la narrazione di un viaggio in Marocco, ospite desiderato e curioso di due studenti, Omar e Faris, la ricostruzione, sul filo labile della memoria, della storia del padre dell'autore. Anche lui è stato un orfano e uno sciuscià, a suo modo, nell'Italia del secondo dopoguerra, anche lui un ex cucciolo smarrito alle prese con la schiacciante brutalità delle cose. Quel padre tanto poco conosciuto in vita, tanto enigmatico e sfuggente, la cui personalità Affinati ricostruisce per tagli ed ellissi, viene recuperato proprio attraverso quei "minori non accompagnati, quei figli senza padri". È come se il contatto con quel mix di determinatezza e fragilità che è la loro adolescenza gli consentisse di compiere il più nobile e antico gesto del mondo, quello di Enea che carica sulle proprie spalle il padre Anchise. Senza di loro, l'avrebbe perso per sempre. “Lo scrittore e l’insegnante dividono una medesima responsabilità: quella nei confronti della parola, scritta e orale. Il che significa ricomporre la frattura tra pensiero e azione, una delle ferite della modernità. Da una parte ha trionfato la poetica dell’artista libero da ogni condizionamento, dall’altra quella dell’artista impegnato a realizzare un programma. Alla Città dei ragazzi capisco quale avrebbe dovuto essere la vera rivoluzione, fra tutte quelle fallite nel sangue del ventesimo secolo: farsi carico dello sguardo altrui. L’avevano detto, fra gli altri, Dietrich Bonhoeffer, Pierre Teilhard De Chardin, Don Lorenzo Milani, ma, benché i loro nomi siano comparsi spesso sulle pagine dei libri e perfino nei proclami, di fatto sono rimasti inascoltati”. Eraldo Affinati

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