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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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martedì 8 novembre 2011

La serata con CESARE MORENO


E' disponibile, su Youtube, il video-riassunto in 12 minuti dell'incontro, all'indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=t3ZIaD3CuwA

Ecco le immagini della serata di lunedì scorso con il “maestro di strada” Cesare Moreno, che ha presentato il libro “Insegnare al principe di Danimarca”,  risultato degli scritti e degli appunti di Carla Melazzini, sua compagna nella vita privata e professionale, scomparsa due anni fa. Oltre alla presentazione di Patrizia Randi, la discussione è stata introdotta dalla visione del trailer del documentario “Pesci Combattenti”, attraverso la quale il pubblico ha potuto avere una testimonianza diretta della drammaticità della vita tra le aule scolastiche di “Chance”, l’unico progetto che si occupa di dispersione scolastica a Napoli, che dal 2009 sta in piedi esclusivamente grazie a finanziamenti privati e all’impegno personale di Moreno.
Quella descritta da Carla Melazzini è una vera e propria comunità educante, formata da insegnanti , educatori e genitori sociali, che si misurano con la drammatica realtà della periferia napoletana nel tentativo di riportare sui banchi i ragazzi con precedenti penali, espulsi o bocciati. Per questi adolescenti che hanno vissuto esperienze di vita durissime, trovare qualcuno che li aiuti ad elaborare il proprio dolore e ad accoglierlo è fondamentale. In questo contesto il dialogo, la riflessione e la letteratura diventano strumenti importantissimi per ritrovare il filo degli avvenimenti, per inchiodare la realtà e riuscire a trovare un senso per se stessi. La scuola deve conquistare lo spazio della parola, dentro al quale le emozioni si aprono e consentono i movimenti di pensiero. Educare quindi nel suo significato etimologico di e – ducere, portare fuori, liberare i sentimenti, analizzarli ed organizzarli per evitare che vengano ereditati dalle generazioni future. Rispondendo alle numerose domande del pubblico, Moreno ha sottolineato come questa missione non debba essere propria solo della scuola, ma dell’intera società: il rapporto con i giovani non può essere delegato alle strutture educative, ma deve riguardare tutti noi in prima persona.

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