Pagine

Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
Iscriviti alla newsletter di Caffè Letterario sul sito http://www.aladoro.it/

lunedì 1 giugno 2015

"Lugo di Romagna" di FRANCESCO PECORARO

Francesco Pecoraro è stato ospite del Caffè Letterario di Lugo venerdì 22 maggio 2015 per presentare il suo romanzo "La vita in tempo di pace” edito da Ponte alle Grazie.

Nell'ultimo anno ho girato l'Italia per promuovere il libro. E ancora una volta mi sono stupito della specificità che mantengono i luoghi e le culture, le città, piccole e grandi. Mi sono sorpreso della singolarità di forma e contenuto che conservano, come sotto insiemi di culture locali più ampie e queste a loro volta come sotto-insiemi del grande gruppo geo-linguistico peninsulare. Cioè di tutti quelli che da millenni vivono a sud delle Alpi come in un giardino, ma indifesi e ripetutamente invasi, talmente appagati del loro vivere in un luogo rispetto al quale il Nord-Europa era un «terzo mondo» (Braudel) – intirizzito dal clima, dal principio di realtà e dalle istanze etiche che ancora si vedono bene nella loro arte e nella loro politica – mentre noi eravamo così apparentemente soddisfatti e slombati dalla natura e dalla generosità dei luoghi, da restarcene per secoli a coltivare le lingue e le peculiarità locali, fino a produrne in grande quantità, fino alla creazione di una civiltà autentitacamente, e in ogni aspetto, multipolare.
È con in mente questi pensieri banali che scendo alla stazione di Lugo. E di nuovo dopo pochi minuti di automobile ho la conferma di quest'idea di un'Italia irriducibilmente molteplice. Lugo sarà anche "profonda Romagna" – non conosco la Romagna se non superficialmente per averla visitata casualmente e di sfuggita, per averla talvolta percorsa velocemente – ma è sicuramente una cosa che definirei Lugo-Lugo, cioè qualcosa che pur avendo molto in comune con la sua cultura generale di appartenenza, conserva una misteriosa (per me) specificità locale. Non è strano che una città si riassuma nel suo monumento, per così dire, di rappresentanza. Ma è singolare che Lugo si possa segnalare per una gigantesca ala di travertino bianco, alta quasi trenta metri, piantata in verticale in una piattaforma e dietro la statua, molto novecentesca e perciò sintetica, plastica, geometrica, enigmatica, di un eroe dell'aria, Francesco Baracca, il cui mestiere principale fu, finché non ci rimise la vita, abbattere aerei austriaci durante la Prima Mondiale.
Strano che la necessità retorica del regime fascista di celebrare quest'uomo, abbia così meravigliosamente segnato un luogo di per sé non molto forte e, come ben sanno i suoi abitanti più avvertiti e colti, naturalmente «metafisico». È la dilatazione di spazi, indelebilmente improntati da tracciati romani – accentuata dagli interventi fascisti, del resto non completi – e la presenza di oggetti edilizi totalmente diacronici e autonomi, giustapposti attorno a un grande spazio centrale, che palesemente confliggono nel loro starsene per proprio conto, come il Pavaglione, la Rocca Estense, il gigantesco monumento a Baracca, a produrre, per così dire, lo straniamento spaziale che dopo le intuizioni di De Chirico tutti chiamiamo metafisico. È quando lo spazio urbano, invece di accoglierti e contenerti, ti disorienta, ti stranisce, ti immalinconisce. Sono sicuro, sicurissimo, che qui a Lugo, in una qualche ora del giorno, forse nei pomeriggi di giugno, si rivela qualcosa di inesprimibile, di non raccontabile. Peccato per me la pioggia.
di Francesco Pecoraro



disegno di Francesco Pecoraro

Nessun commento:

Posta un commento