Sabato 10 marzo, alle ore 18.00, nella hall dell’Hotel Ala
d’Oro, si inaugura la mostra pittorica “Interregnum (Antropocene)” dell’artista
bagnacavallese Lucia Baldini.
Lucia Baldini, con studi al Liceo Artistico di Ravenna e alle Accademie di
Belle Arti di Ravenna e di Bologna, inizia la sua carriera artistica nel 1990 e
si dedica, dal 1997, alla pittura di paesaggio. Aspetti più concettuali
emergono, comunque, negli anni nel suo lavoro e sono testimoniati da opere in
cui l’artista sovrappone alla finestra di un palazzo monumentale una moderna
impannata in seta nera con un sintetico ricamo in filo bianco che allude al
paesaggio circostante (2006), costringe frammenti di sfoglie di pasta all’uovo
ad assumere tridimensionali fattezze umane, imprime immagini in bianco e nero e
in formato ovale-funerario su foglie di calla (2012) o si dimostra interessata
ad ipotesi installative (lastre di gesso spaccate dedicate al terremoto, 2007).
Tentativi presentati a numerose manifestazioni artistiche locali (Rimini 2009,
Castel Bolognese 2010, Cotignola 2012 e 2013) che hanno una loro
giustificazione nella ricerca di corrispondenze tra uomo, natura e cosmo e in
riflessioni sui loro comuni destini. Queste sperimentazioni sono, tuttavia,
surclassate ampiamente da interessi più propriamente pittorici in cui Baldini,
dialogando con le possibilità indotte dai mezzi fotografici, ha modo di
dispiegare una originale visione di una piatta campagna (simbolo di destini
terreni divisi da una netta linea di orizzonte da quelli celesti) non
idealizzata ma ritratta con una precisione da kafkiano agrimensore. Cielo e
terra sono colti in momenti nebbiosi, piovigginosi, crepuscolari o notturni
suscitando sensazioni di virgiliana, classica, melanconia degna dei grandi
paesisti seicenteschi o settecenteschi peregrinanti per il nostro paese ai
tempi dei Grand Tour: ammaliati, stupiti, fortificati (i classicisti) o
intristiti (i romantici) dalla nostalgia di tempi migliori. Quello di Baldini
è, in realtà, un consapevole petit tour lungo le strade di una bassa Romagna
contemporanea avidamente coltivata che nulla ha di sublime, di antico o di
grandioso e che, filtrata da pellicolari strati successivi di quasi trasparenti
colori che smussano gli infiniti urti visivi, viene dall’artista riproposta
nella sua essenza di terra vuota, di desolata piattaforma dagli innumerevoli
itinerari possibili e di simbolo, in fondo, dell’avventura umana.
La mostra rimarrà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 22 fino a giovedì 12 aprile
2018.
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