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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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venerdì 9 novembre 2007

Scienza e Letteratura. L'incontro con Giuseppe O.Longo

Di grande spessore l'incontro di mercoledì 7 novembre con lo scrittore/scienziato Giuseppe O. Longo. L'autore, romagnolo di nascita e triestino d'adozione, ha presentato la riedizione curata da Mobydick, del suo primo romanzo "Di alcune orme sopra la neve" uscito nel 1990 per i tipi della casa editrice friuliana Campanotto. Con lo scrittore è salito sul palco di Caffè Letterario per la prima volta in questa edizione autunnale, Marco Sangiorgi che ha introdotto l'incontro. Dulcis in fundo, il finale di serata con l'ottimo Tocai del Collio "Ronco dei Tassi" in degustazione e con l'autore stesso che è rimasto fino a notte inoltrata con gli irriducibili di Caffè Letterario in piacevole conversazione. Nell'aria del pomeriggio l'umidità si condensava e il tramonto diffondeva per tutto un lucore rosato. Si faceva freddo. Qua e là le finestre delle case sulla collina di Cèrcine si illuminavano, dai giardini saliva un silenzio unanime. — Forse — riprese Marcus soprappensiero — forse però questa teoria dei tanti mondi è vera, e ciascuno di noi ad ogni istante si divide in due, in tre, si moltiplica, e ciascuno di questi esseri, parziali ma completi, s'illude di essere unico e si comporta come se fosse l'unico e il suo mondo fosse l'unico. E, forse, c'è un luogo a noi inaccessibile, dove qualcuno tien conto puntigliosamente di tutti i tutti di tutti, e li segue e li controlla e veglia sulle loro continue moltiplicazioni, e per questo essere non esiste più il caso; perché il caso sta proprio qui, a livello di queste cieche diramazioni; per quell'essere inaccessibile, tutto è necessario e ovvio e determinato. Come se fosse Dio. Enrico taceva, pensava a un albero immenso, pieno di rami e di foglie che continuamente proliferassero e si vedeva, di fronte a questa grande e ramificata creatura, contarne le foglie, che erano di un verde cupo e brillante come di metallo brunito e nascevano l'una dall'altra in un fantastico dispiegamento lanceolato. E per quanto l'albero immenso sempre più sfaccettandosi s'ingrandisse, pure riusciva a dominarlo tutto senza fatica e i suoi occhi vedevano tutto allo stesso tempo e gli pareva di sedere in quel luogo dominante e inaccessibile donde si potevano seguire i destini innumerevoli degli uomini e delle donne e dei gatti, degli atomi e delle particelle di questo e di tutti gli altri infiniti mondi. Giuseppe O. Longo, Di alcune orme sopra la neve, Capitolo XXV,

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