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sabato 30 aprile 2016

“Un messaggio semplicemente civile” di Ivano Nanni

Sull'incontro di mercoledì 27 aprile con lo scrittore Marco Boato che ha presentato il suo libro “Alexander Langer. Costruttore di ponti.” edito da La Scuola.

C’è stato un momento durante la bella conferenza di Marco Boato sulla figura e il lavoro politico di Alexander Langer, che mi sono venuti in mente i versi di commiato dalla vita di Vladimir Majakovski, un frammento di quella poesia recita: “la barca dell’amore si è spezzata contro il quotidiano, la vita e io siamo pari, inutile elencare offese, dolori, torti reciproci. Voi che restate siate felici”. E pure le ultime parole scritte di Alexander Langer suonano con lo stesso timbro del grande poeta della rivoluzione, il cui impegno per la causa fu totale e carico di aspettative, tragicamente inabissate contro la dura roccia dello spavento quotidiano. Uno spirito ipersensibile, un pensatore radicale, un religioso di fede incorruttibile porterà sempre su di sé un carico che avverte sempre più pesante con il passare del tempo, con le energie che scemano, e le idee di libertà che si frantumano contro il duro martello dell’ottusità. La letteratura, i grandi filosofi e gli scienziati, ognuno dalla loro parte e con argomenti diversi, ci aiutano a sondare l’animo umano a definirne alcuni aspetti e persino i meccanismi biologici che presiedono la formazione del pensiero, ma la lezione prima che invogliano a percorrere è che l’animo umano è un abisso senza fine, e ogni gesto che compiamo specie quelli che definiamo giustamente estremi, hanno sempre una qualche ragione di insondabilità. Ma se si deve necessariamente tacere su un evento così intimo e proprio, non si può non considerare emblematico il suo lavoro politico nell’arco breve della sua intensissima vita.
Di formazione cristiana e cattolica, Alexander Langer, nel periodo burrascoso degli anni settanta, intrisi di ideologismi e faziosità esclusive permeate di violenza diffusa e concreta, si rende promotore di iniziative che puntano decisamente al dialogo, alla ricerca di territori culturali, sociali, politici, economici, nei quali sia possibile sperimentare la condivisione globale di un nuovo mondo di intendere la vita insieme. La sua formazione, sia religiosa che laica, trova una sintesi perfetta in un eloquio semplice e diretto e mai semplificato come richiedono i facili populismi e i buchi neri del pensiero politico dei quali siamo sgomenti spettatori tutti i giorni. Il suo pensiero, le sue teorie, appaiono ora come delle luminose profezie riguardo alla portata di eventi che ci stanno drammaticamente di fronte; ora che stiamo cavalcando le ondate migratorie, e viviamo la faziosità di un mondo diviso e ineguale, stupido e ottuso, ancorato alle esigenze di distruzione e di prevaricazione, portato ad escludere con violenza e senza concessioni quello che viene da un mondo che è anche il nostro e non è un pianeta alieno e lontano ma drammaticamente vicino, sempre di più.Per i potenti della terra è grande la scomodità di imbattersi in attivisti come Alexander Langer, esseri pienamente umani, centrati sulla vita e non sulla distruzione, che svolgono il loro “ministero”, con un geniale scrupolo neo espressivo, in cui vengono veicolati concetti nuovi e rivoluzionari, come convivenza interetnica, espressione di uso quasi comune oggi, con tutte i segni e gli orpelli negativi da cui è appesantita da politici in malafede, ma allora quasi trent’anni fa aveva una portata che ben pochi comprendevano. Il concetto anch’esso inedito per quei tempi, e forse anche adesso, che viviamo in un clima di costante destabilizzazione e prevaricazione, di “conversione ecologica”, che appare segnato con i crismi di una nuova evangelizzazione, una rivelazione vera e propria di come sia necessario cambiare stile di vita, ma farlo senza imposizioni, arrivarci per stadi intermedi, secondo il principio democratico del dialogo aperto a tutti, come scriveva precocemente già a quindici anni in uno dei suoi scritti politici. “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”.
Ecco allora concretizzarsi il lavoro minuzioso e vocativo a perseguire con volontà il percorso della persuasione a tutto campo in una rete sempre più fitta di impegni e iniziative.E una vita basata sulla persuasione del prossimo e sulla credibilità delle argomentazioni non può essere ridotta agli imperativi categorici dominanti la nostra competitiva società nei termini che Alexander Langer indica, come più veloce, più alto, più forte, come se tutta la vita si risolvesse in una gara podistica olimpica. A tutto questo, intelligentemente oppone, i principi che reggono ogni proficua causa umana che ricerca soluzioni vere concrete e cioè, più lentezza, più profondità, più dolcezza. Questo forse è in sintesi il suo grande messaggio, religioso in primis, cioè che lega una cosa all’altra perché tutto è insieme e tutti si salvano se siamo in grado di salvare ogni cosa. Questo ultimo messaggio civilissimo resta come un monito, lontano dal cuore dei potenti che pare non abbiano quello che ci vuole per intenderlo.   
di Ivano Nanni

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