Che cosa sarebbe potuto accadere se Giulia Beccaria non avesse sposato l’anziano e noioso conte Pietro Manzoni? La storia, anche quella della letteratura, non si fa con i se, ma il romanzo si può fare eccome. Alessandro Zaccuri ce lo ha dimostrato assai bene ieri sera presentando al Caffè Letterario di Lugo il suo ultimo romanzo “Poco a me stesso” edito da Marsilio.
La trama: in casa Beccaria, l’ormai anziana Giulia ospita un avventuriero francese che promette di guarire col magnetismo e si esibisce con grande successo nel salotto, tra le nobili meneghine. Non può tuttavia impegnarsi negli esperimenti più complessi perché il suo bagaglio si è inesplicatamente perso, nonostante lui assicuri che arriverà un giorno o l’altro. Ma il personaggio chiave è il contabile Evaristo, da lei quasi adottato fin dagli anni dell’orfanotrofio, balbuziente e sospettoso, schiavo del gioco d’azzardo, la cui mente è attraversata da strane voci in parte incomprensibili, brandelli di versi, frasi che noi riconosciamo facilmente, perché sono di Alessandro Manzoni.
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