Trovare la propria via è sempre un’avventura: un viaggio che porta dubbi e riflessioni. Questo forse è uno degli scopi del viaggio nella pittura di Bedeschi? Guardando le opere del nostro artista mi vengono in mente due film, “The Old Man Sea” di Alexander Petrov e “Silence” di Martin Scorsese.
"The Old Man Sea", animazione del 1999, costruita su “29.000” lastre di vetro dipinte sempre da Alexander Petrov nel 1999, tratte dal libro il “Vecchio e il mare” di Ernest Hemingway.
"Silence" tratto dal romanzo storico “Silenzio” del 1966 del giapponese Shūsaku Endō, che narra le persecuzioni subite dai cristiani in Giappone durante il periodo Tokugawa nel XVII secolo.
Forse perché il nostro pittore ha nel suo spirito queste contradizioni: impresario edile, Maestro di Judo, Pittore. Mondi distanti come i mondi che si incontrano lungo i propri viaggi: viaggi veri o viaggi interiori, indagheremo. La sua pittura, materica, ci conduce verso quel mondo dell’arte che è l’informale, ma le sue forme ci portano alla volontà sintetica dei maestri giapponesi, che cercavano l’essenza della forma in un minimalismo sempre più asciutto ed essenziale.
Dunque questo potrebbe essere il viaggio di Bedeschi: esplorare le contradizioni che ci contraddistinguono, fare sintesi. Ma anche accompagnarci in quel viaggio che è di tutti noi. Vedremo. Intanto guardiamoci questa mostra. (Carmine Della Corte)
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