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domenica 2 novembre 2008

"Sartre liberato" di DAVIDE SILVESTRI

Lo scrittore veneziano DAVIDE SILVESTRI, ospite di Caffè Letterario il 6 ottobre scorso con il suo romanzo "La linea generale" ci invia questo commento su Jean-Marie Gustave Le Clézio (Premio Nobel per la Letteratura 2008) che volentieri pubblichiamo.
"Sartre liberato. La scrittura del Nobel Le Clézio" di Davide Silvestri Ricordate la "Nausea", di J. P. Sartre? Ricordate quelle osservazioni sulla vita di provincia, quello studio zoologico sulla fauna di una piccola città? Quelli di Sartre sono occhi staccati dalla testa. Sono occhi che non hanno bisogno di nient'altro e che vivono di vita propria. Non chiedono e non rispondono, guardano, non fanno altro che guardare, purificano l'atto del guardare fino all'estremo. Gli occhi di Sartre dimenticano Sartre, non appena Sartre lo permette, e quando lo hanno dimenticato si dedicano con piena dedizione all'atto di guardare. Non credo si possano definire occhi ai raggi X, piuttosto occhi-neutrino, che passano attraverso la vita di tutti i giorni con una facilità estrema, come se passassero attraverso una leggera nebbia. Il teatro del mondo diventa trasparente, le quinte svaniscono, gli attori sono ridotti al puro atto, al puro movimento. Qualcosa però trattiene Sartre, gli impedisce di liberarsi una volta per tutte. Non so perché accada questo, forse non era ancora pronto per spiccare il volo, forse perché era ancora troppo vicino al romanzo classico. Le Clézio compie il passo successivo. E' qualcosa che si avvicina alla rivoluzione di Einstein per la fisica, quella di Le Clézio per la letteratura. La cornice viene distrutta, le regole e le convenzioni vengono buttate a mare con una classe ineguagliabile. Gli occhi di Le Clézio si sono staccati dalla sua testa ma anche tutto il resto ha preso a vorticare. Sotto alla spessa pelle della realtà si nasconde un mostro mai visto prima. Lasciate che Le Clézio ve lo mostri e non ne sarete spaventati perché è di poesia che stiamo parlando e la poesia, da che mondo è mondo, ha sempre sculacciato la paura. « Autore di nuove partenze, dell'avventura poetica e dell'estasi sensuale; esploratore di un'umanità oltre e sottostante la civiltà imperante. » (Motivazione del Premio Nobel per la letteratura 2008)

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