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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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martedì 13 ottobre 2009

La serata con PAUL POLANSKY

E’ stata una grande serata di poesia quella di ieri sera a Caffè Letterario. La nostra rassegna letteraria, che ieri festeggiava il 200° appuntamento di questi suoi primi cinque anni di vita, non poteva trovare autore più degno per celebrare un traguardo così importante e forse del tutto insperato quando il 14 gennaio del 2005 con lo scrittore e psichiatra Paolo Crepet partì la serie dei nostri incontri. Protagonista della serata lo scrittore e poeta americano Paul Polansky che ha presentato la sua raccolta antologica di poesie dal titolo “Undefeated” (Imbattuo) edita da Multimedia Edizioni quest’anno. Sul palco oltre a Polansky erano l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Lugo, nonché curatrice di Caffè Letterario, Patrizia Randi e in veste di interprete, e non solo, Andrea Ricci, Resident Director dell’Indiana University a Bologna. Paul Polansky, nato a Mason City nello Iowa, fuggì dagli Stati Uniti negli anni ’60 per evitare il servizio di leva e la guerra in Vietnam. Vive da più di quaranta anni in Europa e negli ultimi dieci ha scelto come residenza il Kosovo dove dirige il Kosovo Roma Refugee Foundation, una organizzazione non governativa a supporto delle popolazioni Rom coinvolte nella recente guerra nei Balcani. Personaggio eclettico, poeta, fotografo, operatore culturale e sociale (e pugile ad alti livelli negli anni giovanili), nel suo reading di ieri sera Polansky ha catturato l’attenzione del pubblico con la sue poesie biografiche (sulla boxe e su suoi anni da esule in Spagna), su fatti di cronaca (come l’eccidio alla Colombine High School nel 1999, dove due studenti uccisero 12 compagni e un insegnante) e infine sulle comunità e la cultura gitana e sui soprusi che le popolazioni Rom hanno subito in passato e che continuano a subire ancora oggi. Con la sua poetica scarna ed essenziale, libera da qualsiasi orpello lirico, e con la sua voce bassa e calda, Polansky ha raggiunto con la sua poesia attimi di grande intensità sfociati in un grande e liberatorio applauso finale al termine della lettura. Toccante anche il documentario, proiettato nel corso della serata, “Gipsy Blood” , diretto dallo stesso Polansky, sui campi profughi Rom di Mitrovica, gestiti dall’ONU, dove sono internate più di mille persone. Questi campi costruiti nel 1999 in zone malsane e inquinate dovevano rimanere attivi per pochi mesi. Da allora ad oggi più di ottanta persone sono morte a causa dell’avvelenamento da metallo pesante. Contaminazione che colpisce in particolar modo i bambini colpiti, a causa dell’alta concentrazione di piombo, da gravi danni motori e di percezione permanenti. Ed è proprio da quel 1999 che Polansky sta combattendo la sua battaglia a favore di uno dei popoli più perseguitati e disprezzati della storia, combattendo contro una corruzione dilagante e una burocrazia imbelle presenti, come ha lui stesso denunciato, anche all’interno di una organizzazione così “civile” come l’ONU. E’ grazie a persone come Paul Polanski se possiamo sperare per il futuro di vivere in un mondo più ragionevole e tollerante e per questo motivo consideriamo un onore averlo avuto nostro ospite a Caffè Letterario.

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