Venerdì 1 marzo, alle ore 21.00 nella Sala Codazzi della Biblioteca Trisi di Lugo in Piazza Trisi,19, lo storico d’arte Luigi Panza presenterà al Caffè
Letterario di Lugo il suo ultimo libro “L’ultimo Leonardo. Storia, intrighi e
misteri del quadro più costoso del mondo” edito da Utet. A introdurre la
serata, sarà Daniele Serafini.
Ingresso libero.
In un mappa universale del genio artistico, è facile
immaginare il nome di Leonardo da Vinci in un luogo assai vicino al centro.
Eppure, i dipinti attribuiti con certezza alla sua mano non arrivano a venti:
un numero davvero esiguo anche per un maestro antico. Non è strano allora che
da decenni studiosi e mercanti in tutto il mondo vadano alla ricerca dei suoi
capolavori perduti. C’è solo un’opera, però, che sembra condensare tutte le
loro ossessioni.
È il Salvator Mundi, ieratica immagine di Cristo dipinta per
Luigi XII quando il re di Francia, insieme al ducato di Milano, strappa a
Ludovico il Moro anche i servigi di Leonardo, pittore e ingegnere di corte. Se
questa piccola tavola – solo 65 centimetri per 45 – fosse rimasta nelle
collezioni reali francesi, forse sarebbe da secoli esposta al Louvre; il suo
destino, invece, è molto più avventuroso. Portato in Inghilterra come dono per
le nozze fra Henrietta Maria di Borbone e Carlo I Stuart, il Salvator Mundi
sopravvive ai tumulti delle Rivoluzioni inglesi; viene donato da Giacomo II a
una sua spregiudicata amante; viene ereditato, venduto, restaurato, ridipinto
al punto da scomparire, lasciando dietro di sé solo la lunga scia di copie dei
pittori leonardeschi, e una riproduzione seicentesca dell’incisore boemo
Wenceslaus Hollar.
Fino al 2005, quando un dipinto comprato in Louisiana per
poche migliaia di dollari viene sottoposto a una radicale pulitura che lascia
sbalorditi: quella che emerge sotto la crosta di vernici e ridipinture sembra
proprio la mano di Leonardo. Per alcuni esperti è questo l’originale, il primo
Salvator Mundi. Di certo, è questa l’opera che il 15 novembre 2017, nella sede
newyorkese della casa d’aste Christie’s, viene aggiudicata per 450 milioni di
dollari. Petrodollari, per la precisione: Cristo passa dalle mani di un
oligarca russo proprietario della squadra di calcio del Monaco a quelle degli
Emiri. A ospitarlo sarà il nuovissimo Louvre di Abu Dhabi.
Con il rigore dello storico d’arte e la sensibilità del
romanziere, Pierluigi Panza ricostruisce la storia, gli intrighi e i segreti
del quadro più costoso del mondo, dipanando i fili di un mistero che lega in
modo imprevedibile due mondi: quello del glorioso passato europeo popolato di
nobili, artisti e cortigiani, e quello attuale, dominato da capitali finanziari
e nuovi ricchi sedotti dall’ambiguo potere delle immagini.
Pierluigi Panza è scrittore, storico d’arte e giornalista.
Professore al Politecnico di Milano, ha scritto numerosi saggi di storia
dell’arte e i romanzi Italiani all’opera. Casti,
Salieri, Da Ponte, Mozart… Un intrigo alla corte di Vienna (Skira, 2005), Il digiuno dell’anima (Bompiani, 2007), La croce e la sfinge. Vita scellerata di Giovan
Battista Piranesi (Bompiani, finalista al Premio Campiello 2009), Nati sotto la luna (Bompiani, 2011) e L’inventore della dimenticanza (2014,
Bompiani). Scrive per il “Corriere della Sera”.
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