Sull'incontro di lunedì 13 maggio con Giuseppe Cambiano che
ha presentato il suo saggio “Sette ragioni per amare la filosofia” edito da Il
Mulino.
Ci sono libri che si propongono come antidoti a una crisi di
attenzione verso il mondo esterno, che pongono l'accento sulla minaccia che
svolge l'inappetenza culturale, sulla dispersione delle energie creative per
deficit di attenzione, sulla riduzione dello spazio riflessivo per eccesso
egocentrico, sul decadimento della curiosità pura e semplice, tutti malanni
epidemici ormai, che si rifanno tutti a una sola matrice: un deficit di ascolto
dell'altro, di ciò che sta fuori da noi. Ci sono libri preziosi che offrono ai
lettori possibilità di riflessione sulle proprie condizioni di esseri umani.
Sono libri specchio, sulla cui superficie lucida sgambettiamo attenti ai nostri
movimenti, spesso goffi e incerti. Sono libri che mettono in allerta il cervello
e suonano la sveglia se questo appare intorpidito. Sono libri che possiamo
anche definirli didattici. Ieri sera al Caffè Letterario di Lugo, è stato presentato un
libro - Sette ragioni per amare la filosofia -del professore Giuseppe Cambiano,
che sono altrettante finestre sulla complessità del mondo, sette domande grazie
alle quali ognuno può mettere alla prova le proprie facoltà analitiche . Come
ai malati di cuore si dà la cardioaspirina o si mette il pacemaker se il cuore
balla troppo, così presentare un libro di introduzione alla filosofia contro
l'epidemia di qualunquismo devastante è come gettare un salvagente a un
naufrago. Come è stato spiegato in modo semplice e chiaro nella bella
introduzione di Giovanni Barberini, il libro del professor Giuseppe Cambiano
centrato su una serie di domande atte a svelare la profondità che la
riflessione filosofica può esercitare in qualunque campo, il libro è una
miniera di spunti di lettura e nuclei di approfondimento. Ad ogni domanda
corrisponde un capitolo, ed ogni capitolo offre stimoli e informazioni che
possono essere incipit per riflessioni sempre più avanzate. Tutti sappiamo cosa
intendiamo per idiota. Nessuno vuole sentirselo dire, naturalmente. Equivale a
un'offesa, ci si sente offesi in quanto viene diminuita la nostra intelligenza.
Idiota tuttavia significa semplicemente " colui che se ne sta in disparte
" e non implica proprio mancanza di intelligenza, ma mancanza di empatia
con gli altri.Una mancanza che a lungo andare forse può influire sull'intelligenza,
ma di sicuro preclude alla conoscenza del mondo e degli altri. In fondo questo
libro, credo, vuole dare ragioni concrete alla lotta contro l'idiotismo.
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