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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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giovedì 9 ottobre 2008

La serata con DAVIDE SILVESTRI

All’insegna della narrativa è ricominciata questa stagione di Caffè Letterario. Lunedì 6 ottobre sul palco della nostra rassegna letteraria lo scrittore e libraio veneziano Daniele Silvestri ha presentato il suo libro d’esordio “La linea generale” edito dalla casa editrice romana “Punctum”. Una serata a suo modo particolare per Caffè Letterario, con uno scrittore esordiente e praticamente sconosciuto, rispetto agli ultimi incontri dell’anno scorso con le grandi firme della narrativa italiana come Cerami, Baldini, Lucarelli, Cinzia Tani ecc. Ma d’altronde uno degli obiettivi di Caffè Letterario è anche quello di far conoscere al suo pubblico autori poco conosciuti, che non rientrano nel giro della grande distribuzione, ma che hanno scritto qualcosa di valido e godibile. E valido e godibile il libro di Silvestri lo è sicuramente. Imperniato sul tema del bullismo scolastico il racconto tratta in definitiva della solitudine, della difficoltà dei suoi personaggi di sentirsi parte di un gruppo (i compagni, gli altri professori). Insomma un testo intenso e avvincente, narrato da due punti di vista inconsueti, incapaci di capirsi tra loro, ma, al di là delle apparenze, straordinariamente affini e che, come ha ricordato Patrizia Randi che ha presentato la serata, può richiamare alla memoria per certi aspetti il romanzo, recente vincitore del premio Strega, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. A Lugo… (di Davide Silvestri) Dopo il cielo alto di nuvole veloci sulla piazza aviatoria di Lugo, dopo gli aperitivi che hanno portato i nostri piedi al livello dei primi piani, dopo una cena perfetta e altrettanto perfetti calici di vino è arrivato il momento temuto: il discorso in pubblico, le domande della gente sul mio libro. Non sono abituato a parlare in pubblico, sono una persona timida. Il massimo che ho fatto è raccontare qualche barzelletta a quattro o cinque avvinazzati ed eccomi a una serata dedicata a me! Incredibile, mi sono detto, vedi come vanno le cose nella vita! Parla lentamente, mi sono detto, altrimenti farai come al solito la parte del tourettico che ha finito i Lexotan... mi sono seduto accanto a Patrizia, la conduttrice della serata, una donna sorridente e l'ho invidiata, non riuscivo ad alzare gli occhi per guardare il pubblico. Poi non so neppure io come le cose si sono aggiustate, mi sono ricordato che il libro di cui si parlava l'avevo scritto io, sul serio. Il fatto è che come scrittore non sono normale, una volta che ho scritto qualcosa me ne dimentico, passo ad altro. Sono come quei pesci che abbandonano le loro uova e non se ne curano. La voce di Patrizia che leggeva il mio libro era come un sogno, e quello che leggeva aveva un senso, un senso che avevo dimenticato. E' stato come ritrovare un amico che non vedevo da un sacco di tempo, risentire la mia stessa voce dimenticata.

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