Domenica 15 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze
dell’Hotel Ala d’Oro, l’attore Marco Paolini e il saggista e scrittore
Gianfranco Bettin presenteranno al Caffè Letterario di Lugo il loro libro uscito per i tipi di Einaudi
nella collana Stile Libero “Le avventure di Numero Primo”. A introdurre la serata, che si concluderà come
d’abitudine con il consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti dalle
cantine Cevico, sarà Paolo Galletti. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Ricordiamo che è possibile cenare nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro dalle ore 19.30, e riservare il posto nella Sala Conferenze dove si terrà la presentazione.
Numero Primo è il nome scelto per sé da uno strano bambino, che irrompe nella
vita di Ettore, fotoreporter di guerra che a quasi sessant'anni si ritrova a
fargli da padre. È stato desiderato e pensato da una madre scienziata, ma
concepito e messo al mondo da un'intelligenza artificiale avanzatissima, tanto
da aver sviluppato una coscienza. Non è una creatura uguale alle altre, non
conosce quasi niente, tutto gli appare nuovo, bello; possiede il dono di
trovare la magia nelle cose piú comuni e, quando non la trova, di crearla. E le
cose che non sa, le impara subito, per mezzo di misteriose connessioni. Chi lo
incontra si riscopre diverso, migliore. Di lui si accorgono anche gli
osservatori di una multinazionale, un Erode tecnologico che, dietro la facciata
filantropica, nasconde un'oscura volontà di potenza. Cosí Ettore e Numero sono
costretti a fuggire e a nascondersi. Ad aiutarli, una folla di personaggi
bizzarri: scienziati rasta in grado di salvare Venezia dall'acqua alta,
parcheggiatori abusivi che gestiscono nuove forme di ospitalità diffusa, commercianti
sardo-cinesi, giostrai con il cuore grande e una lunga storia di resistenza.
Lieve come una favola, vero come un reportage, Le avventure di Numero Primo ci
regala storie e riflessioni a non finire, e soprattutto un protagonista del
quale è impossibile non innamorarsi.
Marco Paolini è considerato uno dei massimi esponenti della cosiddetta
"prima generazione" di quel "quasi-genere" solitamente
definito come teatro di narrazione: un teatro che, sulla scia della lezione del
Mistero buffo di Dario Fo, si fonda sul racconto di un performer che - senza
trucco, costumi o scenografia - assume la funzione di narratore, con la propria
identità non sostituita, cioè senza interpretare un personaggio.
Gianfranco Bettin, saggista e narratore, ha insegnato e lavorato a lungo nel
campo della ricerca sociale. Collabora a diversi quotidiani e riviste, tra cui
Il manifesto, i giornali locali del gruppo Repubblica-Espresso, il mensile Lo
Straniero, Micromega. Ha pubblicato romanzi, tra i quali Qualcosa che brucia
(Garzanti, 1981), Sarajevo Maybe (Feltrinelli, 1994) e Nemmeno il destino
(Feltrinelli, 1997) e alcuni volumi di saggi. È tra i fondatori dei Verdi
italiani, alla fine degli anni Settanta.
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