Sala Codazzi della Biblioteca Trisi gremita di pubblico ieri
sera per ascoltare le parole dello storico torinese Gianni Oliva che ha
presentato il suo ultimo saggio “Anni di
piombo e di tritolo” edito da Mondadori.
Li hanno chiamati «anni di piombo» per via delle pallottole
che fra il 1969 e il 1988 hanno ucciso 197 vittime di agguati terroristici e 38
caduti negli scontri catalogati come episodi di «violenza politica»,
intervallati dalle bombe che hanno dilaniato 135 persone. In tutto 370 morti,
ai quali l’Associazione italiana vittime del terrorismo aggiunge circa mille
feriti. È la macabra contabilità di un ventennio che ben presto è diventato
(oltre che di piombo e di tritolo) anche «di ferro», per via delle sbarre e
delle celle blindate dove sono stati rinchiusi migliaia di detenuti accusati di
quei delitti, e poi di associazione sovversiva, bande armate rosse e nere,
detenzioni di armi e favoreggiamenti vari.
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