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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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lunedì 21 ottobre 2019

"Una sera di autunno a Lugo" di DOMENICO QUIRICO


Domenico Quirico è stato ospite del Caffè Letterario di Lugo mercoledì 16 ottobre 2019 per presentare il suo libro "Che cos’è la guerra” edito da Salani.

In una sera di autunno a Lugo per parlare, ancora, di migranti, timido segno nel silenzio generale di qualcuno (la sala è colma, attenta) che pensa, si commuove, ragiona. E poi la visita, venti minuti un lampo, in una delle più scenografiche piazze d'Italia... 
Sono le 23 passate, tutto è immobile come di là da una immensa vetrina. La luce tenue ma con balzi improvvisi, il chiarore che scopre angoli, dettagli di edifici. Secoli affiancati e mai sovrapposti con un miracolo che verrebbe da pensare voluto, intensamente programmato. Passo a passo esci dall'ombra di una via di palazzi misteriosi, neppure l'aspetto cadente di alcuni mette angoscia. Poi esci nella luce spalancata del monumento a Francesco Baracca, che è come uscire da una navata di chiesa fin sotto i gradini dell'altar maggiore.  L'ala bianca dell'eroe, è in bilico su un corno di luce, cosicché leggi come scrittura i dettagli del cavallino rampante e le fiamme delle trenta e più vittorie. É lui, l'aviatore-martire, nero di bronzo, erculeo nel suo buio che scruta il cielo della notte di un nemico che non verrà più. A destra la muraglia del castello estense la cui bellezza consiste nella solidità perfetta, nella prospettiva massiccia e lavorata, a cui il giardino e gli alberi antichi tolgono l'oppressione della fortezza. La piazza si infila quasi con movimento fisico in un altro segmento.  Mi dicono, gli amici che mi fanno da guida che è frutto dell'ordine spontaneo e dell'alacrità fervida di altre piazze della città. Si infila dunque il primo rettangolo in una galleria come per morire: un caffè, negozi chiusi. Ecco, è un passaggio, si direbbe niente di più… e invece, all'improvviso, si apre il rettangolo perfetto di un settecentesco enorme chiostro. Mercato animatissimo mi assicurano gli amici che mi fanno da guida, palcoscenico di un luogo che da sempre è bancarelle, rumore, incontro, affari, negozio; ma all'aria aperta, aspetto di civiltà padana, sicura insieme e raffinata… Le cinquanta o più, non le ho contate, arcate uguali che si allontanano in quadruplice prospettiva, vuote in quell'ora, silenziose, sembrano passi fermati per prodigio con l'eco diventato di mattone e di pietra... piazza fatta per restare insieme, non per le parate e le processioni. Passano, silenziosi alcuni ragazzi neri....




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