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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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sabato 21 novembre 2009

La serata con LEONARDO COLOMBATI

Più di cinquanta persone hanno assistito ieri sera alla presentazione del libro “Il Re” dello scrittore e giornalista romano Leonardo Colombati, edito da Mondadori pochi mesi or sono. A fare gli onori di casa e a introdurre la serata, sul palco di Caffè Letterario insieme all’autore, Marco Sangiorgi curatore della nostra rassegna letteraria. Un gradito ritorno quello di Leonardo Colombati a Caffè Letterario dove proprio un anno fa in una affollatissima conferenza concerto, coadiuvato dalla band di Lorenzo Miami Semprini, presentò il suo saggio “Bruce Springsteen. Come un killer sotto il sole” dedicato ai testi ed alla musica della grande rock star americana. Serata assolutamente letteraria, invece, quella di ieri sera, dove Colombati ci ha parlato del suo ultimo romanzo imperniato sulla figura di Gianni Agnelli. “Questo romanzo non è una biografia – ha subito precisato Colombati - ma il racconto della morte di un uomo che è sempre stato e si è sempre percepito diverso, unico, superiore. Come un Re.” Un racconto quindi che è frutto della fantasia dello scrittore che immagina l’Avvocato mentre rivede i fasti, le tragedie, le sfide vinte e le guerre perse della sua vita; rivede gli amici, gli amministratori dell’azienda di famiglia, gli eredi, (primo fra tutti l’erede mancato, il nipote Giovanni, morto a 33 anni). “In realtà — ha detto Colombati — Agnelli era un personaggio molto complesso, con un codice di comportamento che potrebbe essere semplicemente il frutto di un’educazione a non esternare nulla o, al contrario, la maschera di un uomo superficiale. Per questo mi interessava capire che cosa succede a un uomo che soltanto quando è troppo tardi si rende conto che ciò che rimane dopo di noi è l’amore che abbiamo dato a chi ci sta vicino». Non male per un uomo a cui i suoi biografi hanno attribuito questa frase “L’amore? È una cosa da cameriere”. Centrale nel racconto anche la figura del figlio Edoardo morto suicida nel 2000, che come fa dire Colombati ad Agnelli “era un ragazzo dolcissimo, sicuramente troppo fragile per andare d’accordo con un genitore per cui la migliore educazione possibile è quella della scuola militare.” Alla difficile relazione col figlio si lega la figura del giovane cameriere Giorgio, personaggio di pura invenzione, che sembra l’unico a capire la brutalità della morte imminente e a cui Agnelli affiderà il suo pentimento. Finale di serata con il consueto rito degli autografi e col brindisi affidato questa volta al Prosecco della cantina veneta Mionetto.

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