Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
Iscriviti alla newsletter di Caffè Letterario sul sito http://www.aladoro.it/
sabato 30 ottobre 2021
Sabato 6 novembre - "Cielo, mio marito!"
Venerdì 5 novembre - EDOARDO ALBINATI al Caffè Letterario di Lugo
Una serata dedicata ai "Sonetti romagnoli" di Olindo Guerrini
Un pubblico numeroso ha partecipato ieri sera all'incontro
con il Prof. Renzo Cremante che ha presentato il volume dei "Sonetti
romagnoli" di Olindo Guerrini edito da Longo Editore. Questa nuova
edizione, curata dal professor Cremante con la collaborazione di Carlotta
Sgubbi, Franco Gabici e Giuseppe Bellosi, restituisce le stesure originali dei
sonetti, desunte dagli autografi e confrontate con i testi pubblicati nel 1920.
Uno splendido volume, un’opera che conta 850 pagine, commentata e curata da uno
studioso quale Renzo Cremante (insigne professore dell’Università di Pavia) che
ha coordinato uno staff di studiosi per dare vita a questa edizione critica dei
Sonetti davvero imponente.
venerdì 29 ottobre 2021
Venerdì 29 ottobre - Olindo Guerrini al Caffè Letterario di Lugo
lunedì 18 ottobre 2021
"Contro culto" di IVANO NANNI
Sull'incontro di venerdì 15 ottobre con Arnaldo Bruni che ha presentato il poema eroicomico da lui curato in questa nuova edizione di Clueb, “La pulcella d’Orléans” di Voltaire e tradotto in ottava rima da Vincenzo Monti.
di Ivano Nanni
"Primigeni" di Federica Giulianini
Una serata "illuminista" al Caffè letterario di Lugo
martedì 12 ottobre 2021
Venerdì 15 ottobre "La pulcella d'Orléans" al Caffè Letterario di Lugo
È possibile leggere finalmente La Pulcella d'Orléans di Voltaire tradotta da Vincenzo Monti nella forma più prossima all'originale, grazie alla scoperta di una sezione consistente dell'autografo vaticano (canti XII-XXI). la Pucelle, confinata nell''inferno' dei libri proibiti fin dall'esordio (1775), ha attraversato una vicenda romanzesca, deprecata dallo stesso autore che ne rivendicava la moralità anche quando correvano per Parigi seimila manoscritti clandestini, avidamente ricercati da lettori impenitenti. Non diversa sorte la stampa francese ha avuto in Italia, dove perfino scrittori timorati, da Beccaria a Manzoni, ricorrevano al vient-de-paraître per una incontenibile pulsione voyeuristica. Lo scandalo si è perpetrato fino alla seconda metà dell'ottocento con la versione di Monti per via di sottrazioni mirate del manoscritto, confezionato da Andrea Maffei, dai palchetti della Biblioteca "Angelo Mai" di Bergamo. Il che comportò l'accusa, perfino di tribunale, con un processo a carico dell'editore livornese Francesco Vigo che aveva osato pubblicare l'inedito (1878, 1880), avvalendosi di una copia prezzolata.
Arnaldo Bruni, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Firenze dove ha studiato, dirige «Seicento & Settecento. Rivista di letteratura italiana». Si è occupato di autori antichi (Dante, Petrarca, Ariosto, Machiavelli, Michelangelo e Tasso) e moderni, fra Pirandello e Sciascia. Ha prestato particolare attenzione alla cultura dell’età neoclassica con riguardo a Monti e Foscolo. Fra le sue opere si ricordano l’edizione commentata della «Gazzetta di Milano» del 1769 diretta da Giuseppe Parini (Milano–Napoli, Ricciardi, 1981, 2 voll.), l’edizione critica dell’Iliade tradotta da Vincenzo Monti (Bologna, Clueb, 2000, 3 voll.) e la ristampa anastatica dell’Outline, le Grazie inglesi di Foscolo (Firenze, Polistampa, 2012, 2 voll.). Per la saggistica, almeno due volumi, Foscolo traduttore e poeta. Da Omero ai «Sepolcri», Bologna, Clueb, 2007; Belle vergini «Le Grazie» tra Canova e Foscolo, Bologna, Il Mulino, 2008.
Sabato 16 ottobre - Inaugurazione della mostra "Primigeni" di Federica Giulianini
lunedì 11 ottobre 2021
"L'arte di svuotare salvadanai" di IVANO NANNI
A Carlo Ponzi, nostro concittadino, che sale agli onori della cronaca giudiziaria per avere inventato e commercializzato uno schema finanziario che porta il suo nome ed è conosciuto in tutto il mondo, non verrà intitolata nessuna via, nessuna piazza, nemmeno un vicolo, non avrà nessuna lapide che lo ricordi nonostante la sua notorietà mondiale. Questo perché per essere titolari di una via si deve essere virtuosi, e Carlo Ponzi non lo era. Per molti anni vive come un qualunque vitellone romagnolo parcheggiato all’università dove ammira la nullafacenza alla quale sembra votato, spende più del dovuto, non realizza il sogno italiano, e affinché l’incubo della miseria non lo soffochi prende il largo verso l’America. Non ha niente da perdere, e non cerca lavoro, aguzza l’ingegno che non gli manca, e vede davanti a sé praterie immense che aspettano solo di essere colonizzate dalla sua intelligenza di abile speculatore. Così inizia il suo apprendistato con speculazioni su valute differenti, anche se non consentite dalla legge. Ponzi però si sente al di sopra della legge e l’aggira, mette a punto uno schema piramidale che trae il combustibile per andare avanti dall’avidità umana. Il vorticoso giro di denaro che Ponzi produce non realizza economia e nemmeno finanza, concretizza l’onnipotenza che viene dal guadagno facile con mosse truffaldine. Un’illusione che ricacciava indietro le legittime domande che molti si facevano - ma i soldi dove li investe? -
I suoi clienti furono tutti vittime di un sortilegio collettivo, della suggestione mossa da un wizard abile venditore di fumo, che garantiva benessere a chi gli dava il suo salvadanaio, di qualunque consistenza fosse, meglio se imponente. L’avidità aveva escluso dal proprio orizzonte la ragione, il buon senso comune latitava respinto dall’idea di una ricchezza favolosa che bussava alla porta. I fermenti economici di inizio secolo erano favorevoli a ogni sorta di raggiro, i soldi giravano e con loro truffatori di ogni specie di cui però si sono perse le tracce. Ponzi in questo è stato grande, il più abile a vendere la sua merce avariata e in fondo a vendere se stesso, la sua faccia, il suo sorriso di uomo d’affari. Quando qualcuno si accorse del raggiro questo strano profeta di ricchezza era già sulla passerella sospesa sul baratro del fallimento insieme ai suoi credenti. Lo schianto fu epocale e la fine è quella che è, Ponzi restò senza nulla perché sul nulla aveva fondato un piccolo impero, rovinato migliaia di vite complici della partita truccata alla quale avevano partecipato con entusiasmo. Restano comunque sospese alcune domande – perché ha continuato nella sua attività quando aveva già realizzato il suo sogno di ricchezza? – e poi perché nonostante sia palese che la piramide Ponzi sia di cartone, è ancora attiva e prospera? Alla seconda domanda si può rispondere che l’avidità umana non si prende vacanze; e per la prima credo che Ponzi si percepisse come un risolutore di disagi economici, quasi un profeta di libertà, forse gli piaceva vedere la felicità nel volto dei suoi clienti-vittime quando consegnava gli interessi di un investimento fasullo, non si vedeva come un truffatore anche se ne aveva coscienza, intercettava un’esigenza e faceva leva sulla suggestione, vendeva illusioni, in fondo è stato uno stragista di famiglie, povere e ricche, senz’altro moltissime. Non perdiamo le speranze però, titolare una via a un illustre stragista non è ancora possibile ma siamo sulla buona strada.
La serata con FILIPPO MAZZOTTI
mercoledì 6 ottobre 2021
Venerdì 8 ottobre "Lo schema Ponzi"
Venerdì 8 ottobre, alle ore 21.00 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Filippo Mazzotti presenterà al Caffè Letterario di Lugo il suo romanzo “Lo schema Ponzi. Romanzo di una truffa” scritto a quattro mani con Paolo Bernardelli ed edito da Piemme. A introdurre la serata sarà Paolo Cavassini. Ingresso libero. Ricordiamo che è possibile cenare nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro dalle ore 19.30, e riservare il posto nella Sala Conferenze dove si terrà la presentazione.
Il 15 gennaio 1919 un serbatoio con otto milioni e settecentomila litri di melassa esplose e si riversò sulla città di Boston provocando ventuno morti e cinquecentodieci feriti. Quest'onda vischiosa e nera fu solo la prima a travolgere la città. La seconda, invece, fu invisibile, ma causò danni incalcolabili. Un'ondata di ricchezza e benessere improvvisi che in pochi mesi fece piovere milioni di dollari sugli abitanti di Boston, coinvolgendo tutti i quartieri, le razze e le classi sociali. Il merito, o la colpa, fu di un solo uomo: Carlo "Charles" Ponzi. Giunto in America dall'Italia all'inizio del Novecento, con mezza laurea in Giurisprudenza e il desiderio di un riscatto sociale che l'amata madrepatria non sarebbe mai riuscita a dargli indietro. La strada più veloce passava dai francobolli e dai Buoni Postali di Risposta Internazionale che gli permisero di pagare interessi stellari a tutti coloro che scommettevano su di lui affidandogli i loro soldi e i loro sogni. Sempre sorridente, anche nei momenti più bui, carismatico e visionario, in soli nove mesi rese ricca la quasi totalità degli abitanti di Boston. La sua epopea, tuttavia, s'incrociò con quella di Richard Grozier, il quale, succeduto al padre nel momento più difficile del Boston Post , intuì che c'era un'unica storia che gli avrebbe permesso di salvare il giornale di famiglia, e quella storia si chiamava: Charles Ponzi.
Paolo Bernardelli ha lavorato come giornalista per diversi
quotidiani. Come sceneggiatore ha firmato progetti per il cinema e la tv tra
cui la docuserie “Sanpa. Luci e tenebre di San Patrignano” prodotta da Netflix.
Lo schema Ponzi è il suo secondo romanzo.
Filippo Mazzotti è nato a Lugo di Romagna il 3 di marzo, stesso
luogo e stesso giorno di nascita di Charles Ponzi. Laureato in Giurisprudenza
presso l’Università di Bologna. Lo schema Ponzi è il suo romanzo d’esordio.