Si è concluso ieri, domenica 27 maggio lo SCRITTURA FESTIVAL che ha coinvolto in questa edizione le città di Ravenna, Bagnacavallo, Fusignano e Lugo, Proprio nella nostra città si sono svolte le ultime quattro giornate del Festival. Tre le location che hanno ospitato gli incontri: All''Hotel Ala d'Oro, sede abituale del Caffè Letterario di Lugo, si sono svolti (novità di questa edizione) due incontri mattutini, uno poetico con Andrea Bajani e uno filosofico con Francesco Magris e Paolo Nelli, accompagnati da una piccola colazione offerta a tutti i presenti dal Festival. Nella magnifica cornice del Chiostro del Carmine si sono svolti gli incontri pomeridiani con Andrea Marcolongo, Daria Bignardi, Andrea Gentile e Rosella Postorino mentre queste quattro intense giornate del Festival si sono concluse nel piazzale del Pavaglione che ha visto come protagonisti Laura Morante, Corrado Augias, Antonio Moresco e Walter Siti.
Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro
Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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lunedì 28 maggio 2018
martedì 22 maggio 2018
Il programma dello SCRITTURA FESTIVAL a Lugo
Da giovedì 24 a domenica 27 maggio si sposta a Lugo lo SCRITTURA FESTIVAL. Ecco il ricchissimo programma delle giornate lughesi.
www.scritturafestival.com/
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La serata con ALDO TOLLINI
Grande successo di pubblico per la serata di ieri sera,
lunedì 21 maggio, che il Caffè Letterario di Lugo ha voluto dedicare all’arte e
alla storia del Giappone, con Aldo Tollini, docente di lingua giapponese
classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha presentato il suo ultimo
libro “L’ideale della Via” edito da Einaudi.
Questo nuovo testo di Aldo Tollini, ripercorre le principali fasi dello
sviluppo dell’ideale della Via, esplorandone la storia e le principali
manifestazioni all’interno del pensiero dei samurai, nella poesia e nel
Buddhismo. La narrazione che si snoda attraverso le citazioni dei testi più rappresentativi
del periodo, dà voce a chi della Via fece lo scopo della propria vita,
producendo un pensiero e forme d’arte di insuperata raffinatezza. Un grazie
sentito va alla Fumetteria Momomanga nella persona di Celeste Naldoni per l’organizzazione
di questa bellissima serata.
domenica 20 maggio 2018
Lunedì 21 maggio - Il Giappone dei samurai raccontato da ALDO TOLLINI
Lunedì 21 maggio, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze
dell’Hotel Ala d’Oro, Aldo Tollini, insegnante
di lingua giapponese classica all'Università Ca' Foscari di Venezia, presenta
il suo ultimo libro “L’ideale della Via”
edito da Einaudi. L’incontro è organizzato in collaborazione con “Fumetteria
Momomanga”. A introdurre la serata, che si concluderà come d’abitudine con il
consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti dalle cantine Cevico, sarà Celeste
Naldoni. Ingresso libero. Ricordiamo che è possibile cenare nel Ristorante
dell’Hotel Ala d’Oro dalle ore 19.30, e riservare il posto nella Sala
Conferenze dove si terrà la presentazione.
La Via occupa un posto di particolare rilievo nella civiltà giapponese
medievale, dando vita, nelle varie forme in cui si manifesta, tra le quali la
Via del Guerriero, del Tè, della Poesia, al nucleo fondamentale della cultura
che si sviluppò tra i secoli XII e XVII. È il periodo in cui i samurai vennero
alla ribalta della scena politica e sociale, e poi anche culturale, prendendo e
gestendo il potere effettivo: un'epoca di sanguinose lotte, ma pure di una
grande fioritura intellettuale che ha lasciato un segno indelebile persino
sulla società giapponese contemporanea. Questo libro ripercorre le principali
fasi dello sviluppo dell'ideale della Via, esplorandone la storia e le
principali manifestazioni all'interno del pensiero dei samurai, nella poesia e
nel Buddhismo. Guerrieri, monaci e poeti sono gli attori principali della scena
medievale giapponese: nella pratica della Via, nella sua forma piú elevata,
essi sono uniti dall'unico ideale del perfezionamento spirituale.
Aldo Tollini si interessa di cultura giapponese medievale, e in particolare di
Buddhismo, di cultura del Tè e traduce testi classici giapponesi. Per Einaudi
ha finora pubblicato Antologia del buddhismo giapponese (2009), Lo Zen. Storia,
scuole, testi (2012), La cultura del Tè in Giappone e la ricerca della
perfezione (2014) e L'ideale della Via (2017).
sabato 19 maggio 2018
Domenica 20 maggio - "Io sono qui" di BARBARA RUZZICONI
Domenica 20 maggio, alle ore 18.00, nella hall dell’Hotel
Ala d’Oro, si inaugura la mostra pittorica “Io sono qui” dell’artista cesenate
Barbara Ruzziconi.
Barbara Ruzziconi è nata nel 1965. Abita, insegna e ha studio a Cesena.
Pittrice e illustratrice ha partecipato a numerose esposizioni aventi carattere
nazionale e internazionale. Ha lavorato per case editrici come Feltrinelli,
Mondadori, Rizzoli, Giunti, Sonda, Baldini e Castoldi, Il Saggiatore. Ha fatto
parte del gruppo artistico ”Artemisia”.
Una serata dedicata a DOMENICO RAMBELLI
Queste le immagini della bella serata di ieri venerdì 18
maggio che il Caffè Letterario di Lugo
ha voluto dedicare allo scultore faentino Domenico Rambelli. A condurre la
serata è stato il Direttore del Museo Baracca Daniele Serafini mentre Aldo
Savini e la storica dell’arte Elisa Baldini hanno tracciato un profilo dell’artista
faentino sia dal punto di vista biografico che da quello artistico
contestualizzando l’opera di Rambelli con la storia della grande arte italiana
del secolo scorso.
giovedì 17 maggio 2018
Venerdì 18 maggio - Dedicato a DOMENICO RAMBELLI
Venerdì 18 maggio, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze
dell’Hotel Ala d’Oro, in occasione del finissage della piccola mostra di disegni
di Domenico Rambelli allestita nella hall dell’hotel, il Caffè Letterario di
Lugo dedica una serata allo scultore faentino autore del monumento a Francesco
Baracca che domina la piazza della nostra città da più di ottant’anni. A
parlarne saranno Daniele Serafini, direttore del Museo Francesco Baracca e Aldo
Savini.
Rivalutato dalla critica, dopo la damnatio memoriae dell’immediato secondo
dopoguerra improvvidamente causata dalle sue compromissioni artistiche con il
fascismo, Domenico Rambelli è oggi riconosciuto come uno dei protagonisti della
scultura italiana ed europea tra le due guerre. Le sue tre grandi opere
pubbliche (Monumento ai caduti di Viareggio del 1927, Fante che dorme di
Brisighella del 1928 e Monumento a Francesco Baracca di Lugo del 1936) sono
infatti frutto di un grande respiro culturale non immemore delle esperienze di
maestri del Novecento europeo e per niente affatto supinamente corrive o
succubi alla retorica dominante. La carriera artistica di Rambelli inizia a
Faenza per poi dispiegarsi a livello nazionale. A Faenza si forma, come i suoi
coetanei Drei, Ugonia, Guerrini e Nonni, alla locale Scuola d’Arte e Mestieri e
in un clima dominato dalla figura di Domenico Baccarini. Nel 1902-1904 è a
Firenze dove frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle
Arti e dove conosce Pellizza da Volpedo, Costetti, e Lorenzo Viani cui si
legherà con sensi di amicizia destinati a durare nel tempo. Sarà Viani stesso a
favorire la realizzazione del grande impegno scultoreo viareggino. Nel 1905
espone a Roma, nel 1907 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e
nel 1908 è presente, con gli amici del cosiddetto “cenacolo baccariniano”
all’Esposizione di Faenza. Prima della guerra compie viaggi a Parigi e nel
nordeuropa.
Subisce il fascino di scultori quali Rodin, Meunier, Bourdelle e
Medardo Rosso. Nel 1919 viene incaricato della cattedra di Plastica Decorativa
presso la neonata Regia Scuola di Ceramica di Faenza dove, fino ai primi anni
della seconda guerra mondiale, esegue opere personali e indirizza la produzione
scolastica secondo una linea ben riconoscibile: oggetti sintetici, spesso di
grandi dimensioni, decorati a volte con un parco uso dell’oro e a volte
decorati con un gusto tra il moderno e l’arcaizzante, con inflessioni Déco. Nel
1926 partecipa alla prima mostra del gruppo “Novecento” a Milano. Definito da
F.T. Marinetti come uno scultore “animato da un suo ideale di forza di
sintesi”, Rambelli è, in questi anni, all’apogeo della fama. Nel 1939 ottiene
una intera sala e il Primo Premio Nazionale per la scultura alla Quadriennale
di Roma. Nel dopoguerra perde la cattedra a Faenza e si ritira a Roma dove può
contare sull’aiuto dell’amico Giovanni Guerrini e di Myrtia Ciarlantini che gli
ottengono un posto d’insegnante alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia
di Belle Arti. Giungono gli anni difficili segnati da scarsi incarichi
(Cappella di San Francesco d’Assisi nella Basilica di Sant’Eugenio a Roma del
1955, Tomba del musicista Balilla Pratella a Lugo e Tomba di Giuseppe Donati a
Faenza del 1957) e dal proseguimento di una attività disegnativa che non ha mai
abbandonato.
Nel 1960 viene nominato Accademico di San Luca ma anche questo
tentativo di reintegro nel mondo culturale italiano non gli varrà altri
apprezzabili segni di considerazione fino alla morte. Negli anni Ottanta la
città di Faenza colloca in un luogo pubblico il monumento in bronzo Alfredo
Oriani, del 1929 ma poi continuamente elaborato. Come disegnatore e come
scultore, Rambelli mette a punto una cifra personalissima: aderente al vero ma
magistralmente capace di raccogliere in pochi e sintetici tratti o volumi la
grande complessità delle informazioni subite e la parimenti generosa offerta di
innovative soluzioni formali – ai limiti della più estrema riduzione
linguistica se non dell’astrazione – cui certi enfatismi e certi arcaismi
infondono un senso di partecipata e umanissima attenzione ai soggetti scelti,
siano essi eroi e protagonisti della storia o, nella maggior parte dei casi,
gente comune.
Una serata dantesca con FILIPPO LA PORTA
E’ stato un bel viaggio fra le cantiche dantesche quello di
ieri sera, mercoledì 16 maggio, per il pubblico di Caffè Letterario. Un viaggio
guidato dal critico letterario Filippo La Porta che ha presentato il suo volume
“Il bene e gli altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio” edito da
Bompiani. Amato negli USA e apprezzato con una certa gelosia patriottica dagli
italiani, Dante sembra non aver esaurito la sua mole di insegnamenti, ancora
valida per le ultime generazioni. E’ vero, Dante può apparire ancora come un moralista
intransigente che si scontra con il carattere bonario di noi italiani, sempre
pronti ad aggiustare le cose e a scendere diplomaticamente a compromessi. "Eppure, Alighieri – dice La Porta – formula la morale
in un modo non del tutto moralistico. Per Dante fare del bene vuol dire far
esistere gli altri, guardarli, ascoltarli, capirli."
lunedì 14 maggio 2018
Mercoledì 16 maggio - Il critico letterario FILIPPO LA PORTA al Caffè Letterario di Lugo
Mercoledì 16 maggio, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze
dell’Hotel Ala d’Oro, il saggista e critico letterario Filippo La Porta presenta
il suo ultimo libro “Il bene e gli
altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio” edito da Bompiani. A introdurre
la serata, che si concluderà come d’abitudine con il consueto brindisi finale
offerto a tutti i presenti dalle cantine Cevico, sarà Marco Sangiorgi. Ingresso
libero. Ricordiamo che è possibile cenare nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro dalle
ore 19.30, e riservare il posto nella Sala Conferenze dove si terrà la
presentazione.
Come educare oggi un giovane? In che modo riformulare i dilemmi dell'etica dopo che gli dèi hanno abbandonato i nostri cieli? Come ristabilire quel legame tra bene e realtà, e tra male e irrealtà? L'"inattuale" Dante, attraverso l'ausilio involontario di Simone Weil, può darci indicazioni preziose. La filosofa francese ha scritto: «È bene ciò che dà maggiore realtà agli esseri e alle cose, male ciò che gliela toglie». Alla luce di questa intuizione La Porta individua l'idea morale all'origine della «Commedia», dimostrando come Dante può aiutarci a ridefinire un'etica che non consiste tanto in imperativi categorici ma che ci permette di far esistere il mondo, nella sua inviolabile, corposa, mutevole alterità. E che ci chiede di "ascoltare" gli altri proprio al fine di farli esistere, e di far esistere così anche noi.
Come educare oggi un giovane? In che modo riformulare i dilemmi dell'etica dopo che gli dèi hanno abbandonato i nostri cieli? Come ristabilire quel legame tra bene e realtà, e tra male e irrealtà? L'"inattuale" Dante, attraverso l'ausilio involontario di Simone Weil, può darci indicazioni preziose. La filosofa francese ha scritto: «È bene ciò che dà maggiore realtà agli esseri e alle cose, male ciò che gliela toglie». Alla luce di questa intuizione La Porta individua l'idea morale all'origine della «Commedia», dimostrando come Dante può aiutarci a ridefinire un'etica che non consiste tanto in imperativi categorici ma che ci permette di far esistere il mondo, nella sua inviolabile, corposa, mutevole alterità. E che ci chiede di "ascoltare" gli altri proprio al fine di farli esistere, e di far esistere così anche noi.
Filippo La Porta, critico letterario e saggista, collabora a quotidiani e
riviste tra cui il Domenicale del Sole 24 Ore e Il Messaggero. Tra i suoi libri
ricordiamo La nuova narrativa italiana
(1995), Non c’è problema. Divagazioni
morali su modi di dire e frasi fatte (1997), Maestri irregolari. Una lezione per il nostro presente (2007), Meno letteratura, per favore (2010), Pasolini (2012), Poesia come esperienza. Una formazione nei versi (2013), Roma è una bugia (2014) e Indaffarati (2016).
I lettori del Qohelet
Queste le immagini della lettura del “Qohelet” o “Ecclesiaste”
che si è svolta ieri mattina, domenica 13 maggio, nel teatrino dell’Associazione Culturale Entelechia.
A introdurre la lettura del breve testo biblico e a commentarla al suo termine
è stato il Rabbino Capo di Ferrara Luciano Meir Caro a cui va il nostro sentito
ringraziamento. Così come sempre un grazie sentito va all’Associazione
Culturale “Entelechia” nelle persone di Gianluigi Caravita e Marisa Galanti per
la consueta squisita ospitalità e l’indispensabile supporto tecnico e ai
lettori: Isa Cristoferi, Patrizia Randi, Carlo Pasi e Claudio Nostri.
sabato 12 maggio 2018
Domenica 13 maggio - "Qohelet" - Lettura con il commento del Rabbino LUCIANO MEIR CARO
Domenica mattina 13 maggio, alle ore 10.30, presso la sede
dell’Associazione Culturale “Entelechia” in via Quarantola 32/1 a Lugo, proseguono
al Caffè Letterario di Lugo le letture dedicate ai grandi classici della
letteratura occidentale. Quest’anno le letture saranno dedicate ai libri
sapienziali contenuti nella Bibbia: Il Cantico dei Cantici, Il libro di Giobbe
e l’Ecclesiaste. Tutte le letture
saranno introdotte e commentate dal Rabbino capo di Ferrara Luciano Meir Caro.
Dopo la lettura del “Canto dei Cantici” e del “Libro di Giobbe” si prosegue
quindi Domenica 13 maggio con il “Qohelet” o “Ecclesiaste”.
Qohelet è uno dei libri sapienziali della Bibbia che, insieme a Giobbe, ci
trasmette le più antiche riflessioni svolte sul problema del male e della
giustizia umana e divina. Straordinaria e sconcertante riflessione che spinge
l’uomo moderno, con incredibile attualità, a porsi domande radicali senza
compromessi circa il senso della vita e della morte, dell’amore e del dolore,
della ricchezza e del piacere. Il libro più sconvolgente, capolavoro letterario
dell’Antico Testamento che ancora oggi affascina la riflessione degli uomini
liberi
Rav Luciano Meir Caro, קארו,
מאיר, nasce a Torino nel 1935.
Studia al Collegio Rabbinico di Torino, sotto la direzione del Rabbino Dario
Disegni. Consegue il primo titolo Rabbinico di “Maskil” nel gennaio 1956. Nel
1959 consegue la “Semikhà” con il titolo
di “Chakham” al Collegio Rabbinico
Italiano di Roma. Diviene Vice-Rabbino di Torino dal 1959 al 1976, Rabbino di
Trieste dal 1976 al 1979, e di Firenze dal fine 1978 al 1988. È Rabbino Capo di
Ferrara dal 1990.
La serata con PAOLO POMBENI
È il racconto di "un grido profetico", tornato
oggi in qualche modo d'attualità, quello
contenuto in “Che cosa resta del
'68”, (Il Mulino) che Paolo Pombeni, saggista e professore al Dipartimento di
Scienze politiche e sociali
dell'Università di Bologna, ha presentato ieri sera, venerdì 11 maggio, al
Caffè Letterario di Lugo. Un libro che non si limita ad analizzare le ragioni,
le proposte e le speranze del Movimento di mezzo secolo fa, ma che cerca di
coglierne la sostanza reale indagando la natura della contestazione globale di
allora per indicare la strada verso risposte "vere", diverse da
quelle rozze e sbrigative elaborate per decenni, ma senza costrutto. Un libro
che fa bene alla memoria, ricorda ai giovani quali sono gli errori da evitare
ma, soprattutto, suggerisce come affrontare la difficile sfida attuale, figlia
di quel Movimento che non fu che "l'inizio" di una trasformazione
tuttora in pieno svolgimento.
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