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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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mercoledì 27 febbraio 2008

Sabato 1 marzo - STEFANO BABINI - Serata Conviviale

Il marzo di Caffè Letterario comincia sabato prossimo con la prima serata conviviale dell'anno. Protagonista, l'illustratore e fumettista Stefano Babini. L'artista lughese ci accompagnerà per tutta la serata nel mondo del fumetto raccontandoci, con l'ausilio di una lavagna luminosa, come nasce una storia a fumetti, dall'idea alla pagina stampata. Nato a Lugo nel '64, Stefano Babini si definisce non un artista ma un fumettaro. Nelle sue vene l’amore per il disegno scorre da sempre. Da quando, a 17 anni, decise di marinare un giorno la scuola e di raggiungere per la prima volta Milano, per approdare negli uffici di una casa editrice e per fare della sua passione una professione che ora lo appaga. Babini ha pubblicato come disegnatore per le più importanti case editrici del fumetto come Bonelli, Edifumetto e Lizard. In primavera uscirà per le edizioni Astorina il primo album speciale di Diabolik che porterà la sua firma. Amico e allievo di Hugo Pratt, papà di Corto Maltese, è stato incaricato dal "Centro Ricerche Hugo Pratt" di Lucca di raccontare in una serie di conferenze in giro per l'Europa la sua esperienza col grande fumettista riminese.
Nella stessa serata inoltre Stefano Babini inaugurerà la sua mostra di disegni e acquarelli
"Omaggi"
che rimmarrà esposta nella hall dell'Hotel Ala d'Oro tutto il mese di marzo.
Trattandosi di una serata conviviale l'invito è per le ore 20,30 ed è necessaria la prenotazione (Tel. 0545 22388).
Questo il menù della serata:
  • Aperitivo con stuzzicheria
  • Gnocchi alla fiorentina
  • Bocconcini di vitello con champignon e patate
  • Tenerina al cioccolato con parfait al miele
  • Caffè €. 20,00 (bevande incluse)

martedì 26 febbraio 2008

Il calendario di marzo

Un calendario ricco di ben sei appuntamenti e tutti di altissimo spessore quello di marzo per Caffè Letterario. Come di consueto tutti gli incontri della rassegna letteraria lughese si svolgeranno nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro di Lugo con inizio alle ore 21,00. Si comincia sabato primo marzo con la prima serata conviviale dell’anno. Protagonista il fumettista lughese Stefano Babini che ha lavorato e pubblicato per le più importanti case editrici del fumetto come Bonelli, Edilfumetto ed Astorina. Attualmente continua la collaborazione con Diabolik facendo conferenze in Europa e disegnando Corto Maltese. In questa serata l’artista lughese racconterà e disegnerà alla presenza del pubblico la nascita di un fumetto dall’idea alla pagina stampata. Essendo una serata conviviale è necessaria la prenotazione. (€.20,00 per persona – Tel 0545 22388) . Secondo appuntamento il mercoledì 5 marzo con Pino Corrias, già inviato del quotidiano “La Stampa” e ora dirigente Rai, che presenterà il suo ultimo lavoro “Vicini da morire. La strage di Erba e il Nord Italia divorato dalla paura.” Venerdì 7 marzo, incontro clou del mese con Vincenzo Cerami. Scrittore, poeta, nonché sceneggiatore cinematografico per tantissimi registi italiani (fra cui Roberto Benigni col quale per il film “La vita è bella”, ha vinto il David di Donatello nel 1998.) Cerami presenterà a Lugo il suo ultimo romanzo “Vite bugiarde. Romanzo d’appendice”. Sabato 15 marzo sarà la volta della giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva Cinzia Tani col suo ultimo romanzo ambientato durante la guerra civile spagnola “Sole e ombra”. Dopo solo due giorni , il lunedì 17 marzo, un bellissimo resoconto di viaggio. Elena Dak racconterà la sua spedizione attraverso il deserto del Tenerè con una carovana di Tuareg nel suo libro “La carovana del sale”. Per finire, ultimo incontro del mese lunedì 31 marzo con un amico di Caffè Letterario. L’editorialista di “Repubblica” Edmondo Berselli torna infatti a Lugo per presentare il suo ultimo lavoro “Adulti con riserva. Com’era allegra l’Italia prima del ‘68”. In questo libro l’autore ripercorre gli anni fatati del decennio più breve del Novecento, gli anni Sessanta. Perché, come sottolinea Berselli, in realtà questi anni dureranno pochissimo, dall'apparizione di Bob Dylan, e dei Beatles, fino al Sessantotto, quando la politica prenderà il sopravvento sulla fantasia. Ecco il calendario completo: Sabato 1 marzo, ore 20,30 Serata Conviviale Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Stefano Babini “Gulp!” Come nasce un fumetto…dall’idea alla pagina stampata €. 20,00 per persona (prenotazione obbligatoria) Il fumettista lughese Stefano Babini racconta e disegna la nascita di una storia a fumetti. Nato nel ’64 a Lugo, Babini ha pubblicato come disegnatore per le più importanti case editrici del fumetto come Bonelli, Edifumetto e Lizard. Attualmente continua la collaborazione con Diabolik facendo conferenze in Europa e disegnando Corto Maltese. Disegni e acquarelli di Stefano Babini rimarranno in esposizione nella hall dell’Hotel Ala d’Oro per tutto il mese di marzo.
Venerdì 7 marzo, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Vincenzo Cerami "Vite bugiarde. Romanzo d’appendice" (Milano, Mondadori, 2007) Interviene Marco Sangiorgi Sarà presente l’autore Vincenzo Cerami è uno scrittore prolifico e poliedrico fra le cui opere troviamo poesie, romanzi, saggi, testi per il cinema, per il teatro e per la musica. Si rivela nel 1976 con il romanzo-capolavoro “Un borghese piccolo piccolo”, portato al cinema da Alberto Sordi per la regia di Mario Monicelli. Nel cinema, ha scritto sceneggiature con registi come Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Giuseppe Bertolucci, Ettore Scola, Roberto Benigni. Per la sceneggiatura di “La vita è bella” ha vinto il David di Donatello nel 1998. Al termine degustazione vini della cantina Spadafora – Monreale (PA) Sabato 15 marzo, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Cinzia Tani "Sole e ombra" (Milano, Mondadori, 2007) Interviene Laura Baldinini Sarà presente l’autrice Cinzia Tani è giornalista, scrittrice, conduttrice televisiva e radiofonica. Esordì come scrittrice di successo nel 1987, con la pubblicazione del suo primo libro “Sognando California”, edito da Marsilio Editori, col quale si aggiudicherà il Premio Scanno. In quell'anno divenne collaboratrice della Rai, come inviata del programma Mixer, condotto da Giovanni Minoli. Alterna la conduzione di programmi televisivi e radiofonici, come Unomattina e Fantasticamente, alla scrittura ed alla divulgazione. Al termine degustazione vini della cantina Ca’ Rugate – Montecchia di Crosara (VR) Lunedì 17 marzo, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Elena Dak "La carovana del sale" (Torino, Vivalda editore, 2007) Interviene Pierluigi Giacomoni Sarà presente l’autrice Le leggendarie “carovane del sale” dei Tuareg dell’Aïr attraversano il Ténéré da tempo immemorabile, con gli stessi itinerari e gli stessi rituali. Da tempo Elena sognava di partecipare a quella straordinaria avventura. Il caso gliene fornì l’occasione e nell’autunno del 2005 si unì a una carovana di 30 uomini con 300 dromedari. Elena Dak (Dacome) è nata a Venezia nel 1970 e lavora da diversi anni come programmatrice e accompagnatrice per l’operatore turistico Kel 12. Al termine degustazione vini della cantina Cantina di Dolianova – Dolianova (CA) Lunedì 31 marzo, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Edmondo Berselli "Adulti con riserva. Com’era allegra l’Italia prima del ‘68" (Milano, Mondadori, 2007) Interviene Daniele Serafini Al termine degustazione vini della cantina Ronco dei Tassi – Cormons (GO Edmondo Berselli è editorialista de La Repubblica e L'Espresso e direttore della rivista il Mulino. Tra i suoi libri recenti vanno ricordati: "Post italiani. Cronache di un paese provvisorio", "Quel gran pezzo dell'Emilia” e “Venerati maestri” presentato al nostro Caffè Letterario lo scorso anno. In questo libro ripercorre gli anni fatati del decennio più breve del Novecento, gli anni Sessanta. Perché in realtà questi anni durano pochissimo, dall'apparizione di Bob Dylan, e dei Beatles, fino al Sessantotto, quando la politica prenderà il sopravvento sulla fantasia. Al termine degustazione vini della cantina Ronco dei Tassi – Cormons (GO

La serata con LUCREZIA LERRO

Un’altra bella puntata di Caffè Letterario quella di ieri sera con la giovane scrittrice Lucrezia Lerro. Dopo tante serate dedicate alla storia e alla saggistica quello di ieri è stato praticamente il primo incontro di questo 2008 dedicato alla narrativa. Incontro che si è sviluppato come uno scambio di vedute fra la scrittrice cilentana e Patrizia Randi, curatrice di Caffè Letterario, che ha introdotto la serata. Due i libri su cui si è intavolata la discussione. “Certi giorni sono felice” il romanzo d’esordio riedito quest’anno da Bompiani, che l’ha portata agli onori del pubblico e della critica e “Il rimedio perfetto” il suo ultimo lavoro edito sempre da Bompiani nel 2007. In entrambi i volumi Lucrezia Lerro è riuscita a mescolare folklore, superstizione, disperazione e ricerca della felicità. Autrice di grande talento, ha creato uno stile personale, fatto di brevi periodi ma incisivi. Il suo stile versatile tiene impegnato il lettore sino all'ultima pagina, senza stancarlo, e ciò conferma il suo talento. Tema dominante dei suoi lavori il disagio adolescenziale, e la povertà del Meridione raccontati però con l’incanto e l’impertinenza di una bambina. Incontro dunque tutto al femminile, come femminile era la maggioranza del pubblico in sala a cui la Lerro si è concessa a fine serata per rispondere alle numerose domande e per il classico autografo sui suoi libri. "Ero una bambina golosa di gelati, di torroni, cioccolata, mandorle glassate, frutta candita e caramelle. Ne rubavo e andavo a nascondermi, poi mi torturavo i capelli per ore senza sapere perché. Adesso lo so e so anche che il rimedio perfetto è l'amore. Il rimedio di tutto." Lucrezia Lerro da “Il rimedio perfetto”.

LUCREZIA LERRO - La rassegna stampa

giovedì 21 febbraio 2008

Lunedì 25 febbraio, LUCREZIA LERRO a Caffè Letterario

Dopo tante serate dedicate alla storia, per l'ultimo appuntamento del mese, torna la narrativa a Caffè Letterario. Lunedì 25 febbraio alle ore 21,00 nella sala delle conferenze dell'Hotel Ala d'Oro la giovane scrittrice cilentana Lucrezia Lerro presenterà il suo romanzo "Certi giorni sono felice". Il libro, che le ha dato notorietà nel mondo letterario e che è stato fra l’altro finalista al Premio Strega, è stato riedito quest’anno da Bompiani. L'introduzione alla serata sarà affidata a Patrizia Randi curatrice insieme a Marco Sangiorgi della nostra rassegna letteraria.
Una madre disperata. Una figlia bulimica. Un dramma al femminile, appassionato e sincero, filtrato dalla terribile quotidianità di una malattia che corrode corpo e anima. La madre è costretta a vendersi, beffa del destino, a un grasso macellaio e ai suoi amici pur di pagare l'intervento dello psicanalista. La figlia, in un crescendo di alienazione e sadismo, si sfoga in un diario di confessioni tenere e implacabili. Lucrezia Lerro ci coinvolge, attraverso una scrittura dal ritmo indisciplinato, nella perversità della malattia, nella maternità afflitta dal senso di colpa, nella sofferenza di sopportare la diversità in un mondo di uguali. Percorriamo le strade di un paese chiuso e indifferente, sentiamo le voci maligne della gente, contando i passi della protagonista, tra la cucina e il bagno, nel calvario di tutti i giorni. Lucrezia Lerro è nata il 6 luglio del 1977 ad Omignano piccolo centro cilentano in provincia di Salerno. A soli diciassette anni parte con le sue valigie per andare a studiare Scienze della Formazione Primaria in quel di Firenze dove si laureerà dopo essere stata già inserita nell’antologia poetica uscita nel 2004 per la casa editrice Mondadori, Nuovissima poesia italiana, curata da Antonio Riccardi e Maurizio Cucchi. In seguito approderà nella città di Milano e nello stesso anno darà alla luce il suo primo vero romanzo in prosa: Certi giorni sono felice, Pequod editore, che riscuote un ampio consenso critico, suscitando l’interesse di celebri autori come ad esempio Alberto Bevilacqua che dedica parole d’elogio alla scrittrice cilentana. Sue poesie sono apparse su riviste nazionali e internazionali quali Nuovi argomenti della Mondadori, Palomar e Poesia (Crocetti editore). Attualmente – dopo aver lavorato per la mondadori, collaborato per varie riviste della stessa casa editrice, ed essere stata assistente della psicoanalista Maria Rita Parsi -, collabora con il Centro Sperimentale di Cinematografia di cui il presidente è Francesco Alberoni.
Al termine della serata come buona e piacevole consuetudine la degustazione di vini affidata questa volta a una delle cantine romagnole più prestigiose come i Poderi dal Nespoli di Civitella di Romagna.

martedì 19 febbraio 2008

L'incontro con lo storico Mario Isnenghi

Un’altra bella serata dedicata alla Storia quella di ieri sera per Caffè Letterario. Tema dell’incontro il mitico eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi. A parlare dell’eroe risorgimentale per eccellenza è intervenuto Mario Isnenghi col suo libro edito nel 2007 da Donzelli “Garibaldi fu ferito”. Isnenghi, considerato uno dei più autorevoli storici italiani, è professore ordinario all’Università di Venezia. Studioso, in particolare dei conflitti fra le memorie nella storia dell’Italia ottocento-novecentesca, ha pubblicato fra gli altri “Il mito della grande guerra” giunto ormai alla sesta edizione e annoverato fra i classici della storiografia del ventesimo secolo. Dopo l’introduzione del curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi, la parola è passata allo storico padovano che sin dall’inizio non ha nascosto la sua simpatia verso la figura del generale Garibaldi. Simpatia già evidenziata nel preambolo del libro presentato che recita: “Dicono male di Garibaldi grandi e piccoli leghisti. Dicono male di Garibaldi al Meeting estivo di Comunione e Liberazione a Rimini. Quelli che oggi si proclamano moderati o riformisti non ce l’hanno proprio in mente. E il revisionismo più colto risale a lui per stigmatizzare quello che chiama il Brigantismo senza fine. E’ venuto il momento di dir bene di Garibaldi.” E dell’eroe nizzardo si è detto bene ieri sera parlando anche degli aspetti forse meno noti della sua vita. Come quello del Garibaldi scrittore, autore di ben quattro romanzi e addirittura di un poema in versi dai toni foscoliani. Testi decisamente autobiografici, scritti durante l’esilio di Caprera, che come ha ribadito Isnenghi non possono certamente essere considerati dei capolavori della letteratura italiana, ma che testimoniano dell’amarezza di Garibaldi di fronte a fatti come quello d’Aspromonte, o del suo irriducibile anticlericalismo, che lo porterà a definire Papa Pio IX in una lettera del 1869 “un metro cubo di letame”. Infine si è parlato del Garibaldinismo e del suo carattere intrinsecamente internazionalista. A questa dimensione sovranazionale si collega la vicenda dei volontari del 1914 in Francia, che anticipa la scelta di campo dell’Italia nella Grande Guerra. A seguire poi le varie appropriazioni del mito garibaldino da parte di socialisti, repubblicani, nazionalisti, di esponenti del regime fascista, nonché delle varie componenti dell’antifascismo. In sostanza tra elogiatori, detrattori, critici e rivalutatori la figura e le gesta del nizzardo hanno costituito una costante nella cultura non solo politica italiana. Sulle tue cime di granito, io sento Di libertade l’aura, e non nel fondo Corruttor delle Reggie, o mia selvaggia Solitaria Caprera. (…) Il sol concento S’ode della bufera in questo asilo Ove, né schiavo né tiranno alberga. (G.Garibaldi – Poema autobiografico)

giovedì 14 febbraio 2008

Lunedì 18 febbraio MARIO ISNENGHI a Caffè Letterario

Un altro importante appuntamento dedicato alla Storia d'Italia quello di lunedì 18 febbraio alle ore 21,00. Toccherà infatti allo storico Mario Isnenghi salire sul palco di Caffè Letterario per presentare il suo ultimo lavoro "Garibaldi fu ferito" edito da Donzelli nel 2007. L'introduzione alla serata sarà affidata a Marco Sangiorgi. Dopo gli intrighi dell'Italia del dopoguerra raccontati da Alfio Caruso e gli anni della lotta di liberazione trattati nel bel libro di Guido Crainz, continua il viaggio a ritroso nel tempo della Storia d'Italia con questo volume dedicato al Risorgimento e al suo eroe più mitizzato e controverso: Giuseppe Garibaldi. Isnenghi non presenta affatto un ritratto agiografico o trionfalistico dell'Eroe dei due mondi, ma ce lo restituisce nella sua natura di uomo dalle mille contraddizioni, talvolta tormentato da scelte che in certi momenti sembravano essere più grandi di lui. Di Garibaldi non propone una biografia, ma si concentra sui momenti fondamentali della sua vita, che a loro volta sono indissolubilmente legati alle vicende unitarie: il biennio 1848-9, il 1860, anno della gloriosa spedizione, gli anni '60, carichi di amarezze e delusioni. Quindi la nascita del mito di Garibaldi che ritorna nel tempo sotto forme diverse: nell'Ottocento proto-socialista e nel Novecento interventista della Grande guerra; nell'impresa di Fiume e nella guerra di Spagna; nella Resistenza dei partigiani garibaldini vicini al Partito Comunista e nei simboli elettorali del Fronte Popolare - social-comunista - nelle cruciali elezioni politiche del 1948. C'è un passaggio del libro che fotografa alla perfezione lo spirito dell'ultimo lavoro di Mario Isnenghi. L'autore sostiene che "in Italia politica e storia si configurano ormai come un cimitero di illusioni deluse e di cause omicide. Miti ed eroi sembrano poi offendere il nostro saputo spirito di posteri. Se questo è l'approccio, tutt'al più riusciremo a rimetterci in sintonia con il pragmatismo e l'abilità diplomatica di un Cavour, ma Garibaldi e Mazzini non potranno apparirci che degli alieni. E però, senza Mazzini e Garibaldi, e le due generazioni di giovani da loro interpretate e guidate, che possibilità rimarrebbe di capire qualcosa del Risorgimento?"
Mario Isnenghi è uno dei massimi storici italiani del dopoguerra. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla Grande Guerra, al fascismo, dai conflitti fra le memorie, alla soggettività ed al discorso pubblico. Attualmente è docente di storia contemporanea presso l'Università di Venezia. Fra le sue numerose opere sono ormai dei classici della storiografia "Il mito della Grande guerra" (Il Mulino) e la "Breve storia dell'Italia unita a uso dei perplessi" (Rizzoli). Al termine della serata, come buona abitudine di Caffè Letterario, la consueta degustazione di vini, affidata in questa occasione alla cantina campana "De Falco" di San Sebastiano al Vesuvio in provincia di Napoli.

venerdì 8 febbraio 2008

Una grande serata con SHLOMO VENEZIA

Una grande serata quella di mercoledì scorso con Shlomo Venezia. Sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro stracolma di pubblico con oltre 200 persone intervenute per ascoltare il racconto dell'ultimo sopravvissuto italiano appartenuto al Sonderkommando del lager di Auschwitz-Birkenau. Da sottolineare poi la presenza in sala di tantissimi studenti nonostante Shlomo Venezia avesse tenuto la mattina stessa una conferenza nell'aula magna del Liceo Scientifico Ricci Curbastro per oltre 300 ragazzi delle scuole medie superiori lughesi. A Gian Luigi Melandri, responsabile dello Sportello Scuola dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, è toccato il compito di introdurre la serata raccontando la genesi del libro-testimonianza di Venezia "Sonderkommando-Auschwitz. La verità sulle camere a gas" edito da Rizzoli nel 2007. La parola è poi passata allo stesso autore che per quasi due ore ha raccontato la sua terribile esperienza di ventenne nel famigerato campo di concentramento polacco. Un vero e proprio viaggio all'inferno, raccontato in maniera così lucida e diretta da attanagliare letteralmente l'attenzione di tutti. Ed è proprio questo il merito della parola e del libro di Shlomo Venezia, quello cioè di attenersi al proprio vissuto, alla propria personale esperienza, senza cadere in quel facile buonismo e in quella untuosa retorica che tutti conosciamo. Lo stesso autore del resto all'inizio del suo racconto ha ribadito: «Ci sono tanti racconti, ma io non racconto mai cose che hanno visto gli altri e non io.» Numerose sono state poi le domande del pubblico all'autore. Emblematica la sua risposta alla domanda se dopo più di sessant'anni si sentisse di perdonare gli autori di quel massacro. Questa la risposta: «Ormai non porto più rancore, ma non perdono.» Insomma una serata veramente indimenticabile e una lettura altamente consigliabile a tutti. Una libro che nonostante l'orrore e la violenza raccontati può paradossalmente essere considerato un "inno alla vita", alla disperata volontà di sopravvivere a qualunque costo e nonostante tutto e tutti. Insomma ancora un grandissimo grazie a Shlomo Venezia per la sua testimonianza.

domenica 3 febbraio 2008

SHLOMO VENEZIA a Caffè Letterario

In arrivo un'altra serata di altissimo rilievo per Caffè Letterario. Mercoledì 6 febbraio nella Sala Conferenze del Hotel Ala d'Oro alle ore 21,00 salirà sul palco Shlomo Venezia, uno dei pochissimi sopravvissuti nel mondo - è l'unico in Italia - ad essere appartenuto durante la propria prigionia ad Auschwitz a particolari unità speciali destinate alla cremazione dei corpi dei deportati, uccisi nelle camere a gas del campo di concentramento polacco. Shlomo Venezia presenterà il suo libro di memorie "Sonderkommando Auschwitz - La verità sulle camere a gas. Una testimonianza unica" edito da Rizzoli nel 2007. L'introduzione al libro sarà affidata a Gian Luigi Melandri responsabile dello Sportello Scuola dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia. Shlomo Venezia nasce a Salonicco (Grecia) il 29 dicembre 1923. Qui viene arrestato con la famiglia nel mese di aprile del 1944 e deportato presso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, uno dei tre campi principali che componevano il complesso di Auschwitz. Durante la selezione operata dai medici nazisti per individuare i deportati considerati abili al lavoro - quelli considerati inutili venivano subito inviati alle camere a gas - Shlomo Venezia si salva insieme a due cugini e al solo fratello. Dopo essere stato sottoposto a rasatura, doccia, tatuazione di un numero identificativo (sull'avambraccio sinistro) e vestizione, viene rinchiuso in una sezione isolata del campo dedicata alla quarantena dei nuovi arrivati. Considerate la sua robusta costituzione e le buone condizioni fisiche, dopo soli venti giorni Venezia viene assegnato al Sonderkommando di uno dei forni crematori. Lo scrittore Primo Levi, anch'egli deportato presso Auschwitz, noto autore del libro "Se questo è un uomo", ebbe modo di affermare che l'istituzione di queste squadre speciali rappresentò il più grave crimine del nazionalsocialismo, perché i nazisti cercarono attraverso il Sonderkommando di condividere e scaricare il crimine sulle vittime stesse. Shlomo è un sopravvissuto, e come molti altri autori che hanno scritto le terribili, preziosissime pagine della Memoria non c'è una vera condanna: c'è constatazione, cronaca, pura narrazione. I fatti vengono raccontati così come si sono svolti. C'è l'assurda consapevolezza che niente passerà mai, che la vita iniziata nel campo, da lì non è mai più emersa… Nel cuore di chi è tornato resta "la malattia dei sopravvissuti", quella sensazione che ti paralizza non appena si prova un po' di gioia, quando tutto pare andare bene, e la disperazione assale di nuovo, più forte di sempre, e la sofferenza morde, più affamata che mai. «Dio l'abbiamo cercato, però non abbiamo avuto una risposta.» «Ci sono tanti racconti, ma io non racconto mai cose che hanno visto gli altri e non io.» «Hanno istituito la giornata della memoria il 27 gennaio. Molti non sono d'accordo con questa data e nemmeno io, perché il 27 sono stati liberati Auschwitz e Birkenau, ma secondo me dovevano ricordare l'ultimo giorno in cui hanno liberato l'ultimo campo e tutta l'Europa. Sarebbe stato più logico.»