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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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sabato 13 settembre 2008

Sabrina Ragucci inaugura la sua mostra fotografica "RITRATTI 04-08"

Domenica 14 settembre alle ore 18,00 nella Sala Conferenze dell'Hotel Ala d'Oro, anteprima per Caffè Letterario dedicato alla fotografia con l'inaugurazione della mostra fotografica di Sabrina Ragucci, "Ritratti 04-08". Interverranno Giorgio Falco, Guido Guidi, Giulio Mozzi. Mito dalle origini antiche, il ritratto è celebrato dai poeti del nostro Rinascimento come l’arte divina che rende presente e vicino ciò che è lontano, imago sostitutiva dell’oggetto del desiderio nonché di un luogo in cui ritornare dal futuro. Si porta dietro l’inquietudine e la paura che c’è in ogni domanda. Il ritratto ci indica la via dell’attenzione, parte dalla realtà e vi ritorna compiendo un viaggio misterioso nella dimensione delle persone evocate, passando dall’una all’altra. Per Sabrina Ragucci è l’inquietudine che racchiude in sé sempre una domanda, le persone incontrate sono là nel punto preciso in cui la tragica alternativa tra caso e destino si ripropone. Come le teste parlanti del 1980 di Kieslowski, dai bambini via via fino ai vecchi, uno per ogni anno di età: a ogni testa parlante viene chiesto quando è nata, cosa desidera di più. Tra i principi fondanti delle immagini di Sabrina Ragucci, c’è una sintesi prospettica di luce, forma e colore da cui scaturiscono l’armonia e il ritmo unitario delle sue composizioni dove è possibile intravedere la lezione di Antonello da Messina e Vermeer. Un lavoro, questo dei ritratti, che racchiude l’idea di progetto-opera. L’intenzione che un’immagine ne determini un’altra, nel tempo diventa biografia oggettiva, del ritratto e dell’artista. La fotografia, mezzo delle contraddizioni formidabili, diceva Edward Steichen, è al contempo facile e di una difficoltà quasi impossibile. I fotografi si appropriano di una realtà disponibile solo in apparenza, disponibile nell’apparenza di una realtà recalcitrante, ostile come la superficie delle parole, dove il visivo tiranneggia il visibile. In un’altra dimensione il lavoro di Sabrina Ragucci contiene la drammatizzazione del luogo abitabile, un’archeologia dello spazio, un metodo di deduzione per riscoprire, svelare, -nel caso specifico dei ritratti - riportare alla luce del presente l’avvenuto incontro, affinché il familiare diventi misterioso e viceversa. Siamo di fronte a una cura ossessiva dei dettagli, geroglifici che impongono una lettura attenta per essere decifrati: frammenti di uno spazio, di uno sguardo consapevole entro il quale possiamo leggere il nostro tempo, il tempo. “Le stagioni sono cambiate e la luce e il tempo e l’ora ma è lo stesso paese e incomincio a riconoscere la mappa.” (Dag Hammarskjold) La mostra rimarrà aperta dal 14 settembre al 12 ottobre 2008

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