Lugo Land coinvolge 12 fotografi.
Davis, Delogu, Guidi, Iturbide (premio Hasselblad 2008), Ribas, Zaffagnini, hanno accettato di confrontarsi con alcuni fotografi italiani emergenti - Fabbri, Galvani, Matteucci, Nostri (ideatore e curatore del progetto), Ragucci, Tugnoli - realizzando ciascuno una storia in 5 fotografie sulla città.
Le 60 visioni che ne sono risultate sono state riprodotte in forma di cartolina e raccolte in un cofanetto – Lugo Land (ed. Puncutum 2009) – e ci raccontano ciò che i fotografi hanno visto e scoperto.
Tim Davis
artista americano, professore presso la prestigiosa Yale School of Art di New Haven, ha osservato la città di Lugo attraverso le sue superfici, il retro della cucina di un ristorante, la vetrina di un'agenzia immobiliare, un ufficio, i manifesti pubblicitari di un centro commerciale.
Marco Delogu
sceglie di raccontare l’eroe Francesco Baracca partendo dal monumento a lui dedicato e fotografando in controluce, con un dorso polaroid, ne riscopre l'atmosfera metafisica.
Cesare Fabbri
si è concentrato sulla zona residenziale di via Madonna delle Stuoie: un'area caratterizzata da basse case isolate su lotto che sembrano modellini di case americane.
Marcello Galvani
trae spunto da un modellino (quello del monumento di Francesco Baracca trovato all'interno dell’omonimo museo), per poi spostare la sua attenzione sull’Aero Club.
Guido Guidi e Graciela Iturbide
due grandi maestri della fotografia internazionale, dallo stile e dall'approccio opposto, restituiscono due visioni della città completamente differenti, come differenti sono le citazioni che introducono le loro fotografie. Guido Guidi sceglie un brano del filosofo Stanley Cavell: “Se io chiedo: ‘Hai mangiato tutta la mela?’ e mi risponde decisamente: ‘Sì’, quale sarebbe la replica se io andassi a controllare e dicessi: ‘Ma non l’hai mangiata tutta, hai lasciato il torsolo, il picciolo e i semi’?” (S. Cavell, La riscoperta dell’ordinario. La filosofia, lo scetticismo, il tragico)
Graciela Iturbide cita invece il fotografo Brassai: “La vita non può essere compresa attraverso il realismo o il naturalismo, ma solo attraverso il sogno, il simbolo, o l'immaginazione”.(Brassai)
Giuliano Matteucci
ha lavorato sui nigeriani della Chiesa Pentecostale di Zion, che si riniscono la domenica mattina nelle sale del centro sociale,’il Tondo’, mentre Sabrina Ragucci ha raccontato le attività diurne degli anziani che sono ospiti in una sezione diversa del medesimo centro sociale.
Luca Nostri
ha approfondito alcuni aspetti della cultura Ebraica lavorando a contatto con i rappresentanti della ormai esigua comunità presente nella città.
Xavier Ribas
tra i più importanti fotografi spagnoli contemporanei, s’immedesima in una celebre nobildonna lughese del settecento, Cornelia Rossi Martinetti, fotografando gli interni del palazzo dove abitava, e immaginandone le passeggiate quotidiane.
Lorenzo Tugnoli
lughese di nascita, ci ha lasciato una visione personale di scorci di una Lugo che conosce bene, “nella pace liquida della nebbia e della notte”.
Giovanni Zaffagnini
sceglie via Don Minzoni perché: “le case sono basse e chiare, la strada è larga, inondata di luce a qualsiasi ora del giorno” e perché ne immagina gli abitanti: “persone tranquille che camminano lentamente, e questo camminare lento consente la scoperta di particolari che solitamente sfuggono ad uno sguardo affrettato”.
Il progetto verrà presentato il 14 febbraio a Lugo presso le sale espositive delle Pescherie della Rocca e dell’Hotel Ala d’oro, secondo il programma indicato sull’invito. Ospite speciale il fotografo David Farrell che presenterà in anteprima italiana il documentario David Farrell: Elusive Moments, del regista Donald Taylor Balck, in parte girato a Lugo.
I dettagli dell’evento sono consultabili sul sito www.lugoland.it
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