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lunedì 11 luglio 2011

"L'Angelo di Piero" di IVANO NANNI

Ascoltava e guardava il pubblico dalla sua posizione di grandezza e vedeva tutti nella loro piccolezza fare una grande cosa e concludere quello che tempo prima si erano proposti, dunque, pensava l'angelo di Piero,
“la fatale schiera di lettori è giunta alla sommità dei quattordicimilatrecentoventidue versi del poema immortale, il cielo di luce è stato raggiunto, tutti hanno toccato le barbe lucenti dei santi, tutti hanno visto i giusti nei loro scanni illuminati dalla grazia, e tutti ne sono rimasti folgorati anche se il freddo li aveva rannicchiati sulle sedie come fossero anime chiuse in piccoli avelli tormentati dalla ghiaccia infernale, il grande viaggio è giunto alla fine in una fredda nottata di luglio, la grande meraviglia e la sostanza di quella grande visione, l'amor che move il sole e le altre stelle, si è cristallizzata nella notte per alcuni attimi in una scia luminosa di parole eterne che si è spenta nella guazza ma è rimasta nella mente di chi ha letto e leggerà ancora quei versi."
e poi ha continuato dopo essersi avvolto in una calda coperta di lana, “hanno iniziato esplorando il regno infernale, gli abissi eterni dove i malvagi vengono eternamente puniti, si sono fatti esploratori dell'oscura caverna, sono scesi nelle grotte nere come speleologi, nelle cave rimbombanti di strazi e grida hanno tremato, e hanno conosciuto il terrore della dannazione, sono stati coraggiosi a compiere tutto l'infausto sentiero, e alla fine sono saliti a rivedere le stelle; poi smessi i panni degli speleologi si sono attrezzati da scalatori per salire il monte delle Penitenza, sono saliti in cordata scansando macigni e fumo sul sentiero della salvezza, hanno visto tutti i vizi puniti e conosciuto il significato della purificazione, e al termine della scalata sono arrivati ad essere puri e disposti a salire alle stelle... per il paradiso ho già detto e altro ci sarebbe da dire, ma qui fa freddo e il tempo stringe e una grande ragione nel cuor mi spinge... quello che mi preme è tornare a vedere tutto quanto si muove in terra da un'altro cielo, ma rimango disposto a tornare, se qualcuno vorrà rileggere il Sommo.” Così si è congedato l'angelo di Piero.
di Ivano Nanni

Qual'è quel angel che con tanto gioco
guarda ne li occhi la nostra regina
innamorato sì che par di foco?
(Paradiso, Canto XXXII)

Piero Dosi
"L'angelo"
china e pastello a cera su carta (58 x 38 cm.)

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