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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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venerdì 8 febbraio 2008

Una grande serata con SHLOMO VENEZIA

Una grande serata quella di mercoledì scorso con Shlomo Venezia. Sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro stracolma di pubblico con oltre 200 persone intervenute per ascoltare il racconto dell'ultimo sopravvissuto italiano appartenuto al Sonderkommando del lager di Auschwitz-Birkenau. Da sottolineare poi la presenza in sala di tantissimi studenti nonostante Shlomo Venezia avesse tenuto la mattina stessa una conferenza nell'aula magna del Liceo Scientifico Ricci Curbastro per oltre 300 ragazzi delle scuole medie superiori lughesi. A Gian Luigi Melandri, responsabile dello Sportello Scuola dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, è toccato il compito di introdurre la serata raccontando la genesi del libro-testimonianza di Venezia "Sonderkommando-Auschwitz. La verità sulle camere a gas" edito da Rizzoli nel 2007. La parola è poi passata allo stesso autore che per quasi due ore ha raccontato la sua terribile esperienza di ventenne nel famigerato campo di concentramento polacco. Un vero e proprio viaggio all'inferno, raccontato in maniera così lucida e diretta da attanagliare letteralmente l'attenzione di tutti. Ed è proprio questo il merito della parola e del libro di Shlomo Venezia, quello cioè di attenersi al proprio vissuto, alla propria personale esperienza, senza cadere in quel facile buonismo e in quella untuosa retorica che tutti conosciamo. Lo stesso autore del resto all'inizio del suo racconto ha ribadito: «Ci sono tanti racconti, ma io non racconto mai cose che hanno visto gli altri e non io.» Numerose sono state poi le domande del pubblico all'autore. Emblematica la sua risposta alla domanda se dopo più di sessant'anni si sentisse di perdonare gli autori di quel massacro. Questa la risposta: «Ormai non porto più rancore, ma non perdono.» Insomma una serata veramente indimenticabile e una lettura altamente consigliabile a tutti. Una libro che nonostante l'orrore e la violenza raccontati può paradossalmente essere considerato un "inno alla vita", alla disperata volontà di sopravvivere a qualunque costo e nonostante tutto e tutti. Insomma ancora un grandissimo grazie a Shlomo Venezia per la sua testimonianza.

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