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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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giovedì 1 maggio 2008

La serata con MASSIMO ONOFRI

Ecco le immagini della serata di lunedì 28 aprile con Massimo Onofri che ha presentato il suo ultimo lavoro pubblicato da Donzelli "La ragione in contumacia". Oltre al critico letterarario viterbese sul palco di Caffè Letterario erano presenti Marco Sangiorgi che ha introdotto l'incontro e l'assessore alla cultura del Comune di Lugo Giovanni Barberini. Ogni cosa può essere detta... o quasi.
di Ivano Nanni Forse l’immagine suggerita da questo incontro, è quella di un setaccio a fori piccoli, di quelli che fanno passare solo la roba fine, le farine migliori, e lasciano la crusca da parte, certamente non da buttare, ma da lasciare a chi ha problemi digestivi e non può godere di prodotti troppo raffinati. I fori sono quei particolari del fondo attraverso i quali tutta la finezza dello sfarinato passa di sotto e lascia sulla superficie il rimanente, la parte grezza, i fori sono quindi la misura per dividere e lasciare da parte quello che non serve. Dividi et soppesa, potrebbe dire il critico, parafrasando e distorcendo la massima imperiale, la qual cosa significa anche, prendi le distanze, che è un modo di misurare da geometri se ci si muove in ambiti angusti, o da astronomi se si ha che fare con eventi giganteschi; questi sono modi per creare spazi dentro i quali muovere note e definizioni di diversa natura, toccare corde, lasciarle vibrare e misurarne l’intervallo, che è una maniera per concedere al tempo di produrre i suoi fermenti, le sue muffe, fantasticando poi sui microclimi letterari in divenire. È un modo di usare, per così dire, l’immaginazione per costruire la verità, o meglio per svelare l’inganno di un tradimento, di una realtà impossibile da raccontare, tutta da rivelare, misteriosamente avvolta nelle sue nebbie opalescenti. Ecco, forse un critico si interroga sulla possibilità che ha la chimica e la fisica di produrre eventi letterari significativi o meno, a cominciare da certi bitorzoli parolai fin troppo opprimenti, fino alle grandiose costellazioni senza margini e confini che generano al loro interno nuove formazioni da sondare con la forza della viva argomentazione. Forse il critico insegna a trattare la vita come si dovrebbe trattare la letteratura, degnamente, con la forza dell’intransigenza e la fermezza di una spirito gioioso e spassionato, radicando convinzioni e opinioni nell’humus della solida competenza. Per competere non ho il fiato, ma misurare mi piace e lo può fare anche uno pigro come me, che per fortuna, con poco sforzo, non ha superato le quaranta righe entro le quali “ ogni cosa può essere detta “. O quasi. (di Ivano Nanni)

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