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giovedì 21 maggio 2009

"Il canto del rivoluzionario" di IVANO NANNI

Companero siempre e hasta la victoria in San Francisco. Nel cuore pulsante degli Stati Uniti, nel centro della baia dei ribelli dove ancora le ancore del movimento hippies sono gettate tra gli scogli e nelle rade che sanno ancora di versi vibranti di ribellione, ci sono lande inesplorate di Siberia nel cuore stesso della libertà. Sugli alti pennoni delle Potemkin che minacciano il grigio stupore dei benpensanti sventolano le bandiere stracciate del proletariato disunito. C’è sempre più gente negli Stati Uniti che non ama il grugno da mastino ringhiante dell’impero. Dalle pagine del People’s tribune si leggono le invettive di Vladimiro Lenin contro l’imperialismo; il virulento messaggio non fa paura ma rimane negletto ai margini del mondo libero, il cosiddetto mondo che compra e vende ribelli in hotpants e presidenti afro americani, bravi, ma chiusi nela gabbia di debiti voluti dal gansterismo dei Bush, dei Cheney, dei Wolfowitz. Nel nostro disilluso paese, Italia, Europa, Lugo, un controvirus piccolo e provato dagli anni ha parlato con strepitoso coraggio e inaudita forza utopistica… ha pronunciato il suo vaticinio dall’alto di una immaginaria barricata. Il suo canto d’ amore per la vittoria dell’umanità sottomessa si è prolungato oltre il reading sconfinando nelle ore notturne nel backstage dell’opera. Nessuna incongruenza nella sua felicità di bere vodka bolscevicamente. Le parole scandiscono nel corso della lettura momenti di devozione non solo alla causa del proletariato. Ferlinghetti sbircia da un pertugio di Mother o di Blu, e Path, il sentiero, ci porta direttamente nella stazione del suo cuore; mentre dall’invettiva dell’arcano delle twin towers spunta la condanna scritta tempo fa da Karl Marx. Ma chi le ha tirate giù le twin, ha realizzato il sogno del reich, non dei comunisti, ha creato il supporto a una vittoria dell’orrore sul giudizio di chi ascolta e prega a suo modo e per le proprie cause. Forse Jack di S. Francisco ritornerà ancora a cantare bandiera rossa nel centro stesso del piccolo borgo semiagricolo e lontano dal passaggio brusco delle utopie già vissute. Ancora reading, il prossimo anno. A volte ritornano, lo sappiamo, e ben vengano, quei vecchi-giovani che come Gogol raccontano di anime morte o affogate nell’alcol, e di morti precoci per corruzione da libero mercato; a noi piacciono quelli che raccontano di stracci appesi a corpi macilenti e senz’anima come gli zombies di Stephen King, il più grande biografo preventivo di George W. Bush e della sua cricca di devoti di satana. Il King dei satanismi aveva capito tutto e scritto la biografia di quei simpatici segaossa prima che iniziassero a farlo veramente. Dalle zone morte dei campi di sterminio delle intelligenze arrivano segnali di incoraggiamento all’insubordinazione: per tutti quelli che desiderano prima ancora di sapere, che amano prima ancora di conoscere, giunge il messaggio di incoraggiamento a scrivere invettive, poesie, pubblicazioni. Già fatto. Si alzano dagli scaffali, i poemi, dove giacciono nascosti dietro a ponderosi volumi di esegesi biblica e teologia danzante sul nulla, e marciano verso increduli lettori sorpresi che ci siano ancora possibili ragioni di credere senza genuflettersi. Piccoli opuscoli crescono nei taschini delle giacche degli impiegati comunali, nelle tasche delle tute degl’operai, negli zaini degli studenti con una forza che non delega nulla a qualcuno ma da tutto alla coscienza del popolo e alla sua tribuna. Il vecchio tribuno della plebe ha seminato il suo orgoglio nelle nostre pagine di lettura e credo che rimarrano non come ricordo, ma come prospettiva, come gioia e ottimistica previsione. Sandro Bondi ha scritto l’agiografia del nuovo Buce, come avrebbe detto l’immenso Gadda, titolo mistico" Il sole in tasca" e di sicuro ci saranno molti che correranno a prenotare copie del nuovo corso di astrofisica politica e a scottarsi irrimediabilmente la zucca. Quello che propongo come risposta è la scrittura di un libro collettivo il cui sole è ancora nel mondo delle pulsioni religiose che l’hanno visto nascere, svilupparsi e demolirsi per ipernutrizione proteica. Il nostro sole, per chi ci crede, è quello che dopo essere venuto e sparito, poi ritorna. Proviamo a riscrivere la storia di un film che ha per protagonista un gigante al quale per sbaglio un impavido doktor Fuck. trapianta un ab - normal cervello. Ora si tratta di tenere il corpo, non è troppo macilento e distrutto e di rifare il make-up delle zone erogene mentali: rifare tutto il procedimento con un cervello very special. Che ci vuole? Con la Hirschmann benedizione is possible. Ivano Nanni

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