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lunedì 19 ottobre 2009

"A good audience" di PAUL POLANSKY

Il poeta americano PAUL POLANSKY è stato ospite di Caffè Letterario il 12 ottobre scorso per presentare la sua raccolta antologica di poesie "Undefeated". Recently I experience one of the best audiences on my month-long poetry reading tour of Italy. It happened at the Caffe Letterario di Lugo di Romagna. Perhaps I wasn’t expecting much. After all, how many people in a town of only 20,000 will turn up for a poetry event esp. when the poet is advertised as one who defends Gypsies (not the most popular of subjects in Italy today). So that was the first surprise. Almost seventy people showed up. The second surprise was how focused everyone in the audience was. I read in English so I didn’t expect many people to follow what I had to say. But behind me was a screen that showed with a power-point projector the translation. All eyes were glued to every word, every sentence, every stanza. Normally at my readings, there is polite applause after each poem. My audience didn’t move a muscle. They all seemed to be anxiously awaiting the next poem, eager to hear about another adventure or tragedy that comprises most of my poetry (from big game hunting to boxing to the tragedies in a Holocaust concentration camp). Usually when I am reading, I look up to catch the eye of someone in the audience who lets me know how my verses are being received. In this audience, I caught the eye of no one. All eyes, all attention, were concentrated on the white words shining so brightly on the black screen behind me. I never got any real feedback from my audience until I finished the last poem and said thank you. Then they applauded. It wasn’t a rapturous applause but it lasted for a very long time. Then came the questions. Despite being there for more than an hour, the people wanted more information, esp. about the Roma camps in Kosovo negligently built on toxic wasteland by the UN where during the past ten years 84 Roma, many of them children, have died of lead poisoning. After that, came the individual handshakes, the books to be signed, and the offers of help to combat the injustices being perpetrated against the poorest people in Eastern Europe. Afterwards, some people stayed for several hours and over a few glasses of wine discussed with me the violence in the boxing ring compared to the violence in the concentration camps that I had expressed in some of the poems. Was it the same? Spoken poetry means nothing without a good audience. How refreshing to find such an audience away from the big cities, away from academia. Lugo di Romagna has many historical monuments to be proud of, but the city should be proudest of all about their own enlightened, and concerned literary society. Paul Polansky - 14 October 2009 Recentemente ho conosciuto uno dei migliori pubblici che mi sia capitato d’incontrare in questo mese di reading poetici in giro per l’Italia. E’ successo al Caffè Letterario di Lugo di Romagna. Forse non mi aspettavo molto. Dopo tutto, quante persone in una città di solo 20.000 abitanti si sarebbe presentata a una serata poetica specialmente sapendo che il poeta in questione è conosciuto come un difensore degli Zingari (non proprio i più popolari cittadini di oggi in Italia). Così questa è stata la prima sorpresa. Erano presenti quasi settanta persone.La seconda sorpresa è stata l’attenzione della platea. Io leggevo in inglese e non mi aspettavo che molte persone potessero esattamente seguire quel che dicevo. Ma dietro a me c’era uno schermo sul quale scorreva la traduzione. Tutti gli occhi erano incollati a ogni parola, ogni frase, ogni periodo. Normalmente nei miei reading al termine di ogni poesia arriva un beneducato applauso. Il mio pubblico non muoveva un muscolo. Tutti parevano aspettare ansiosamente la prossima poesia, impazienti di ascoltare un'altra avventura o dramma che abbracciano gran parte delle mie liriche (dalla caccia grossa, al pugilato, fino alla tragedia di un campo di concentramento).Normalmente quando sto leggendo, guardo la platea per catturare gli occhi di qualcuno nel pubblico che mi facciano capire come le mie parole siano percepite. Con questo pubblico non ho potuto farlo. Tutti gli occhi, tutta l’attenzione era concentrata sulle parole bianche che splendevano luminose sullo schermo nero alle mie spalle.Non ho captato nessuna chiara reazione dal mio pubblico fino a quando non ho terminato l’ultima poesia e detto grazie. Allora hanno applaudito. Non è stato un applauso estatico, ma è durato per un tempo lunghissimo.Poi sono arrivate le domande. Nonostante fossero lì da più di un’ora quelle persone volevano più informazioni, in particolar modo riguardo ai campi profughi Rom in Kosovo, superficialmente costruiti su aree inquinate e inospitali dall’ONU e dove negli ultimi dieci anni 84 persone, molte dei quali bambini, sono morte di avvelenamento da piombo.Dopo tutto ciò sono arrivate le strette di mano, i libri da autografare, e le offerte di aiuto per combattere questa ingiustizia perpetrata contro il popolo più povero di tutta l’Europa orientale. Alla fine diverse persone sono rimaste fino a tarda notte e, con un bicchiere di vino in mano, hanno discusso con me sulla violenza della boxe paragonata alla violenza in un campo di concentramento, argomento che avevo espresso in alcune poesie. Era la stessa?Recitare poesia non significa nulla senza un buon pubblico. E’davvero confortante trovare un pubblico così lontano dalle grandi città, lontano dalle accademie. Lugo di Romagna ha tanti monumenti storici di cui andare orgogliosa, ma più orgogliosa di tutto dovrebbe essere del suo illuminato e competente circolo letterario.

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