Queste le immagini dell’incontro di venerdì 10 aprile con Pierluigi Panza che ha presentato nel Salone Estense della Rocca di Lugo il suo
ultimo romanzo “L’inventore della dimenticanza” edito da Bompiani.
Un thriller letterario, tra le pagine dei Rosacroce e di Leibniz, alle origini
della tecnologia che ha portato all’invenzione del computer e dei
social-network. Un romanzo che mescola storia, filosofia e azione e che
racconta, con gli occhi di ieri, le lotte di potere di oggi.
Panza ha affrontato il tema della messa in guardia verso un’ingenua
fascinazione per il mondo digitale ritenuto salvifico (quasi capace di
ricondurci al Paradiso) e, in particolare, per la nuova arte della memoria
artificiale (Wikipedia e i database) che affranca gli individui dalla fatica di
ricordare il passato. Ovunque fioriscono twitter, social-network, blog,
ricerche in rete, ma tutto ciò sta incominciando a svelare un volto nascosto:
emerge il problema del diritto all’oblio, emerge come Google controlli i nostri
dati, come l’uso di alfabeti digitali esoterici danneggi le lingue locali, come
i nickname favoriscano l’illegalità, come il sistema dell’informazione appaia
controllato. Ebbene, questi problemi e atteggiamenti erano già presenti nella
Germania di inizio Seicento. E l’esito dello scontro tra i sostenitori di
un’arte della memoria sempre più artificiale ed esoterica che doveva far
rinascere il Paradiso in Terra e i loro oppositori (i cattolici e il
protagonista del libro, Adam Brux) condusse alla Guerra dei Trent’anni.
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