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lunedì 10 maggio 2010

"Sono tornato a Lugo" di MATTEO COLLURA

Lo scrittore e giornalista MATTEO COLLURA è stato ospite di Caffè Letterario mercoledì 28 aprile per la presentazione del suo libro "Alfabeto Sciascia". Sono tornato a Lugo a distanza di quattro anni e sempre per invito degli amici del “Caffè letterario”. Anche questa volta, per me, siciliano con domicilio a Milano da lungo tempo, è stata un’esperienza strana da raccontare perché interamente fatta di rapide sensazioni, di fuggevoli impressioni, di stati d’animo impalpabili e tuttavia memorabili. Conosco vari altri luoghi della Romagna e dell’Emilia, so della gente che va in bicicletta come al mare i bagnanti sui materassini gonfiabili, delle quiete chiacchiere alle cantonate, delle campagne che sembrano giardini, dei bar dove i buongiorno o i buonasera squillano tutt’altro che allarmati. Insomma, ho viaggiato e riesco a distinguere questa parte d’Italia dalle altre. Eppure, a Lugo, la prima come la seconda volta, ho assaporato il gusto della scoperta. Sarà per la piazza su cui si specchia – grandiosa e terribile – gran parte della storia d’Italia; sarà per quella sorta di mercato orientale che entrambe le volte ho trovato deserto sia nello spiazzo che sotto i portici che lo delimitano; sarà per la mastodontica e incongrua – ma quanto drammaticamente scenografica! – ala del Baracca, posta là, nel bel mezzo del paese come un’inconcepibile meridiana, più adatta a una bellicosa piazza d’armi che a uno spazio urbano realizzato con saggio gusto contadino; sarà perché a Lugo, con la complicità di Marco Sangiorgi, senza alcuno sforzo ho potuto trattare temi letterari come a me piace, vale a dire parlando della letteratura come una delle forme più concrete in cui la vita si esprime. E che magnifica galleria di ritratti quella costruita, nel tempo, da Claudio Nostri. Conosco la fotografia per averla praticata e perché ho tanti amici fotografi, per questo mi si deve credere se dico che i ritratti fotografici che Claudio tiene appesi in un corridoio del suo albergo sono quanto di più vicino all’arte pittorica si possa immaginare. di Matteo Collura (maggio 2010)

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