Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro
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venerdì 23 dicembre 2011
Buone Feste a tutti...
Come ormai tradizione anche quest’anno la cartolina degli auguri di Caffè Letterario è opera del fumettista lughese STEFANO BABINI. Protagonista, il grande scrittore francese Louis-Ferdinand Celine in versione natalizia. L'appuntamento per tutti gli amici del Caffè Letterario di Lugo è per il prossimo mese di gennaio. Il calendario degli incontri sarà pubblicato a giorni...
mercoledì 21 dicembre 2011
sabato 17 dicembre 2011
La serata con IVAN LEVRINI

domenica 11 dicembre 2011
Mercoledì 14 dicembre - IVAN LEVRINI a Caffè Letterario

“Semplici svolte del destino” è una sorprendente raccolta di racconti, merce rara nella letteratura italiana contemporanea, dove domina incontrastato il romanzo; sono storie che parlano dei casi della vita: c’è l’infanzia nel paesaggio della pianura padana, ci sono alcune figure memorabili come il nonno Carlomagno e lo zio Orlando, o luoghi dell’anima come il bar Stalingrado; c’è l’amore in tutta la sua infinita casistica: innamoramento giovanile, amore passione, amore senile, iniziazione sessuale da parte di un personaggio che ricorda la Marfisa di Fellini, ma anche la maga Alcina del Furioso. In questi racconti si parte dai semplici fatti della vita per arrivare a un significato universale che può appartenere a tutti. Si tratta di piccole storie che diventano metafora del mondo.
Ecco come lo scrittore Ermanno Cavazzoni (che è stato ospite un mese fa di Caffè Letterario con la sua "Guida agli animali fantastici") ci parla del suo amico e conterraneo Ivan Levrini.
"Ivan Levrini (Reggio Emilia, 1958) vive a Reggio Emilia dove si trova a suo agio per via del clima umido e nebbioso d'inverno, bollente e più umido ancora d'estate, e a cui tradizionalmente si pone rimedio coi tortelli verdi d'inverno e col vino spumeggiante lambrusco d'estate, che però è un rimedio anche al clima invernale, un rimedio universale, si legge nel “De bello gallico”, nel punto in cui Giulio Cesare transitando per Reggio Emilia mangiò un piatto di tortelli verdi e bevve lambrusco, e non essendosi però ancora abbastanza acclimatato mangiò un secondo piatto di tortelli di zucca e bevve una seconda bottiglia, la quale trasformò il clima, a quanto poi scrisse, da umido e freddo a soleggiato ed asciutto. A questo punto ci si può mettere a leggere la Metafisica di Aristotele o il Simposio di Platone, come fa a volte Ivan Levrini al pomeriggio, perché a Reggio Emilia il clima e il cibo sono un buon propellente agli studi; e allora anche Hegel improvvisamente verso le cinque del pomeriggio diventa chiaro, diventa chiara anche la fase della coscienza infelice, quando la separazione fra uomo e Dio raggiunge il culmine e l'uomo cade al punto più basso."
venerdì 9 dicembre 2011
"Eneide, XXI secolo dopo Cristo" di IVANO NANNI
Spogliato delle sue armi, delle belle promesse per una nuova patria, della protezione di sua madre, delle disposizioni del Fato, e spogliato del suo eroismo, Enea oggi sarebbe un migrante, un semplice migrante in fuga, alla ricerca di una nuova patria.
Per i nuovi Enea che partono dai lidi africani diretti verso l'Italia, alla ricerca di un posto dove stabilirsi, proprio come il vecchio Enea, il capostipite di tutti i migranti dell'area mediterranea, non c'è nessuna Didone ad aspettarli. A ricevere questi disperati senza una patria ci sono i centri di accoglienza provvisori, spiazzi cinti da reticolati guardati da cani ringhianti e da mastini con l'elmetto. E meno che mai ci sarà un poeta grande e malinconico, immenso per mitezza e genio che canterà le loro peripezie, le loro vite di pastori e di contadini strappati alla terra da una guerra, o dalla siccità, o da una pestilenza.

Forse oggi un grande poeta potrebbe raccontare un' Eneide al contrario, un nuovo poema, dove nei primi sei libri si narrano le vicende di un Enea solo e disperato nel cuore di un paese che non lo vuole e che lo sfrutta in ogni modo, e nei successivi sei libri verrebbe narrato il ritorno alla sua terra, non pacificata ma dove ritroverebbe un orto e un pascolo per le pecore, e un altro Virgilio (incarnazione del grande mantovano, per chi crede nella trasmigrazione delle anime) si incaricherebbe di raccontare la sua vita, che di sicuro troverebbe un posto insigne nell'epica contemporanea. Ovviamente, prima o poi, a conferma di un eterno ritorno dell'uguale, la sua terra finirebbe nelle mani di un usurpatore che lo caccerebbe di nuovo dalla sua casa (come successe a Virgilio), e Enea prenderebbe di nuovo il mare, per fare quello che sappiamo.
di Ivano Nanni
mercoledì 7 dicembre 2011
"Sul fare poesia, leggendo poesia" di IVANO NANNI
Il poeta è un mago di seduzioni, un illusionista capace di far convergere su di sé risonanze remote, indecifrabili persino a se stesso...piccolo diapason nel cuore della terra...
dopo anni si riesuma dalle profondità di un cassetto una poesia, un poemetto...quattro versi che colgono un nodo, che balzano agli occhi fulgidi di oscurità...
chi ha scritto questa cosa?
L'autore è sconosciuto, eppure è capitato spesso, capita di non riconoscersi in quello che si è scritto...perché? Chi scrive le poesie?
Il poeta provoca suggestioni, singolari sdoppiamenti, una personificazione dei sentimenti narrati...uno smarrimento...la paura di essere scoperti ( lasciati nudi ) sotto le stelle, (è l'augurio del poeta...lui è nudo sotto le stelle ), chi ascolta poesie come chi le scrive...partecipa di questo timore e morte... c'è ben poco di razionale nel comporre poesia, somiglia molto di più a un dettato...a una chiamata ( vocazione )...qualcosa di misterioso fa sentire un'urgenza espressiva e l'io si agita...si dispone a mettersi in disparte a prendere nota...a riscrivere, a copiare...si tratta di attendere, di mettersi di lato...a latere della storia per vederla meglio, per vederla passare, per coglierne un aspetto, a volte tragico, a volte frivolo, una strizzatina d'occhi...una risata trattenuta...un preludio a una malattia... per un poeta...per uno scrittore vale il detto attribuito ad Apelle, l'inventore della pittura ad encausto, “nulla dies sine linea”...lo riferisce Plinio, e vale per tutti gli artisti...c'è del lavoro vero nel comporre...una manualità, un lavoro fisico...l'ispirazione è lavoro.... Baudelaire insegna che l'ispirazione è sorella del lavoro quotidiano...e lui poetava anche quando sornionamente attendeva che gli portassero l'assenzio al tavolino del caffé... scriveva, metteva qualche punto fermo, con i suoi versi molti avrebbero pasteggiato in futuro... l'importante è copiare creativamente.
anche i tre poeti che abbiamo ascoltato, più un quarto, poeta-lettore ( alla fine ha fatto apparire i suoi fantasmi ), comunicano parole di nebbia...
c'è qualcosa di intollerabile nella poesia che attrae e respinge...si vuole sapere eppure è impossibile sapere con le parole, forse è con il suono che ci confondiamo di meno, le parole sono suoni, hanno un riverbero... è nell'armonia che ritroviamo la compassione per le parole che non rendono il sapore dell'indicibile...
Gian Ruggero ha condotto per i campi i suoi tre poeti contadini, lui stesso radicato alla terra e più ancora nelle acque, se è possibile un radicamento nei fluidi, ( ma è questa la forza della poesia?), mettere radici dove è impossibile?...ebbene, li ha fatti cantare i poeti, nei campi appena sfalciati, tra le barricate risonanti di cannonate, nei vicoli luridi di borgate senza pietà per niente e per nessuno, le loro parole si sono sentite chiare e temibili come baci e colpi di pistola...
lo scultore Arturo Martini era figlio di un cuoco, e ha detto della cucina una cosa giustissima:
“la cucina si fa per istinto...un altro deve assaggiare la minestra, io, alla vista avverto se ha il sale. C'è l'Artusi; e poi c'è l'inafferrabile”.
un po' come il pianista che suona senza guardare la tastiera...come il poeta che non vede le parole...solo dopo legge...come solo un poeta sa fare.
di Ivano Nanni
martedì 6 dicembre 2011
I lettori de "L'Eneide"

La serata con PHILIPPE MARCADE'
Serata inconsueta per Caffè Letterario, quella di venerdì 2 dicembre Philippe Marcadè, fondatore e cantante del gruppo musicale punk "The senders" che ha presentato il suo libro autobiografico "Oltre l'Avenue D" edito da Agenzia X. Phil Marcadè, ci ha raccontato i 10 anni più importanti della sua vita nel momento in cui New York stava per essere assalita dal movimento Punk. Tutto ebbe inizio con il trasferimento di Phil da Parigi agli Stati Uniti all'inizio degli anni settanta.

GIAN RUGGERO MANZONI a "I poeti dei poeti"
giovedì 1 dicembre 2011
Sabato 3 dicembre - "L'ENEIDE di VIRGILIO" Una nuova maratona letteraria a Entelechia.

lunedì 28 novembre 2011
Venerdì 2 dicembre - PHILIPPE MARCADE' a Caffè Letterario

Un appuntamento inusuale in cui si parlerà della New York di fine anni settanta, del Punk, e del CBGB il famoso Rock Club situato nel East Side di Manhattan.
Arrivato diciassettenne dalla Francia, Philippe Marcadè, dopo un psicotico viaggio on the road, diventa uno dei protagonisti dello tsunami del punk. Alla sua festa di benvenuto si esibiscono i Ramones nel loro primo concerto in assoluto. È una star: sempre al tavolo giusto, parla con il suo accento esotico e veste stiloso anche se dorme in luridi loft. Nei suoi racconti non mancano personaggi come Wayne County, Lux Interior, Nan Goldin, Wilko Johnson, Wayne Kramer, Robert Mapplethorpe, Andy Warhol, John Waters.

Giovedì 1 Dicembre - Per "I poeti dei poeti" GIAN RUGGERO MANZONI al Caffè Letterario di Lugo

La serata con MARIO DESIATI
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