Mercoledì 14 dicembre, alle ore 21,00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, ultimo appuntamento dell’anno per Caffè Letterario con lo scrittore reggiano Ivan Levrini e la sua raccolta di racconti “Semplici svolte del destino” edito da QuiEdit. Marco Sangiorgi, curatore della nostra rassegna letteraria, avrà il compito di introdurre la serata che si concluderà come sempre con il consueto brindisi con i vini in degustazione.
“Semplici svolte del destino” è una sorprendente raccolta di racconti, merce rara nella letteratura italiana contemporanea, dove domina incontrastato il romanzo; sono storie che parlano dei casi della vita: c’è l’infanzia nel paesaggio della pianura padana, ci sono alcune figure memorabili come il nonno Carlomagno e lo zio Orlando, o luoghi dell’anima come il bar Stalingrado; c’è l’amore in tutta la sua infinita casistica: innamoramento giovanile, amore passione, amore senile, iniziazione sessuale da parte di un personaggio che ricorda la Marfisa di Fellini, ma anche la maga Alcina del Furioso. In questi racconti si parte dai semplici fatti della vita per arrivare a un significato universale che può appartenere a tutti. Si tratta di piccole storie che diventano metafora del mondo.
Ecco come lo scrittore Ermanno Cavazzoni (che è stato ospite un mese fa di Caffè Letterario con la sua "Guida agli animali fantastici") ci parla del suo amico e conterraneo Ivan Levrini.
"Ivan Levrini (Reggio Emilia, 1958) vive a Reggio Emilia dove si trova a suo agio per via del clima umido e nebbioso d'inverno, bollente e più umido ancora d'estate, e a cui tradizionalmente si pone rimedio coi tortelli verdi d'inverno e col vino spumeggiante lambrusco d'estate, che però è un rimedio anche al clima invernale, un rimedio universale, si legge nel “De bello gallico”, nel punto in cui Giulio Cesare transitando per Reggio Emilia mangiò un piatto di tortelli verdi e bevve lambrusco, e non essendosi però ancora abbastanza acclimatato mangiò un secondo piatto di tortelli di zucca e bevve una seconda bottiglia, la quale trasformò il clima, a quanto poi scrisse, da umido e freddo a soleggiato ed asciutto. A questo punto ci si può mettere a leggere la Metafisica di Aristotele o il Simposio di Platone, come fa a volte Ivan Levrini al pomeriggio, perché a Reggio Emilia il clima e il cibo sono un buon propellente agli studi; e allora anche Hegel improvvisamente verso le cinque del pomeriggio diventa chiaro, diventa chiara anche la fase della coscienza infelice, quando la separazione fra uomo e Dio raggiunge il culmine e l'uomo cade al punto più basso."
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