
Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro
Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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domenica 27 febbraio 2011
Lunedì 28 febbraio - MARCO SEVERINI a Caffè Letterario

mercoledì 23 febbraio 2011
"Le letture al buio" in Giallo...





martedì 22 febbraio 2011
Sabato 26 febbraio "La Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso


giovedì 17 febbraio 2011
Sabato 19 febbraio - Letture al buio - "Yellow River, Yellow reading"



"Centuria" di Manganelli in mostra a Ravenna


FRANCESCA MARCARINO a Caffè Letterario





mercoledì 16 febbraio 2011
"Narrare la fine" di IVANO NANNI

Come un cronista di nera l'autore apre ai lettori i suoi taccuini dove annota diligentemente luogo e data del trapasso di personaggi noti o meno, spesso geniali artisti e scienziati inanellati gli uni agli altri casualmente, scelti per suggestione evocativa, per simpatia, curiosità.
I morti vecchi e quelli per un male sono la comunità più numerosa, da soli occupano due grandi sale di questa casa dei morti, poco meno sono quelli morti per scelta propria, sono molti anche quelli morti cari agli dei, e i cuori infranti, meno quelli per gioia e i fumatori; sono pochi, stanno in stanze piccole vicino ai piani nobili già occupati dalle schiere più numerose, e gli insonni? quasi passano inosservati, sono due : Kafka e Cioran. Un boemo e
un romeno, due diverse specie di vampiri che convivono appesi a testa in giù pronti a vivere la loro stagione senza pace, e ci riescono benissimo.
Nella vastità temporale di questo condiminio, la piccola enciclopedia dei morti apre le sue pagine terse alla curiosità dei vivi, chiaroscurando a tratti leggeri le vite che se ne vanno concedendo all'epitaffio o al necrologio una nobiltà di genere che diventa il racconto di una sorpresa ineguagliabile. La morte sbriciola i paraventi del tempo e consegna all'eternità ogni vita, grande o piccola, ciò che la sparizione concede a chiunque è una dignità che indulge a qualche segno di pietà. Di questo piccolo prontuario di conclusioni, che si legge per conoscenza, curiosità e per conforto, ci abbaglia il riflesso dell'istante supremo, le parole che non cadono mai plumbee sulla pagina, i ritratti che si compiacciono di una cauta ironia. Leggendolo a salti (si può fare tranquillamente) si scopre una specie di umano cameratismo che induce i vivi a trattare quelli che sono morti come i vicini silenziosi di pianerottolo, quelli che non li senti più perché sono andati in vacanza. Di certo è un manuale di conversazione con noi stessi: visualizzando gli ultimi sospiri de gli estinti, vediamo il mondo come un oggetto che non ci appartiene, e che troppo spesso prendiamo per un giocattolo mentre è solo un grande, vastissimo camposanto, forse l'unica cosa al mondo che ci apparterrà per sempre. Epilogo: è un vademecum che tratta della fine con pietà e umorismo come fosse il principio di una nuova amicizia tra i morti e quelli che non sanno ancora di esserlo.
di Ivano Nanni


martedì 15 febbraio 2011
Mercoledì 16 febbraio - FRANCESCA MARCARINO a Caffè Letterario



lunedì 14 febbraio 2011
"Nel salotto dei lughesi" di ALDO CAZZULLO



domenica 13 febbraio 2011
La serata con EUGENIO BARONCELLI







lunedì 7 febbraio 2011
Venerdì 11 febbraio - EUGENIO BARONCELLI a Caffè Letterario



domenica 6 febbraio 2011
"Esercizi di stile" - Terza edizione del Concorso Letterario rivolto agli studenti degli Istituti Secondari di Lugo.


giovedì 3 febbraio 2011
"Ritorno a Lugo dopo la Riffa" di ITALO MOSCATI

Ero un giovanissimo giornalista a Bologna, nei primi anni sessanta. Nel giro dello stesso anno, il 1962, mi capitano due avvenimenti indimenticabili. L'incontro proprio a Lugo con Sophia Loren, tutta inguainata in un abbagliante, stretto abito rosso fuoco, rosso come l'ardore dei partecipanti alla "riffa" di cui lei, la Maggiorata premiata con l'Oscar per "La ciociara", era la protagonista di un episodio del film "Boccaccio 70" di cui era regista Vittorio De Sica. Latte e miele. Magnificienza di corpi di superdonne di qualità. Nello stesso film un altro episodio è "Bevete più latte", interprete principale Anita Ekberg, propagandista di un latte da leccarsi qualunque cosa: Anita, "mammifero di lusso senza cervello", la definisce Lando Buzzanca in "Divorzio all'italiana" di Pietro Germi. Ma che serve il cervello in certi casi, urlavano a favore gli spettatori per quel "mammifero di lusso",e basta; era il coro a gola spiegata,o soffocato in gola, irresistibile, delle truppe maschiliste. L'altro avvenimento fu il m
io primo servizio da inviato speciale sul Muro di Berlino: una realtà tutta diversa, angosciosa, armata dalla guerra fredda. Guardando il Muro pensavo alla città divisa, ai caduti nel tentativo di passare da est a ovest, al filo del rasoio della guerra che poteva diventare calda da un momento all'altro. E mi tornava in mente confortante come un cuscino il campionario di Anita e di tutte le donne che Fellini ha immortalato, affascinato dalla quantità del peso e della seduzione. Cuscino con dentro aculei di nostalgia e di ironia per una terra che il giovanissimo Fellini aveva abbandonato per tentare la fortuna nel cinema. Il primo e il secondo Fellini che ho raccontato nel libro, presentato al Caffè Letterario
dell'Ala d'oro davanti a un pubblico numeroso e attentissimo, "Fellini & Fellini- Da Rimini a Roma, inquilino a Cinecittà" e nel film "Via Veneto Set". Sia nel libro che nel film ho cercato di mettere la gratitudine profonda che prova sempre uno come me, nato a Mlano e cresciuto in parte a Bologna, verso un grande artista, una grande terra (la Romagna), una grande capitale dove un sognatore riminese con i piedi per terra sognava di abitare tra i sogni da lui creati, e tra quelli che potevano aggredirlo dolcemente nella notte. proprio a Cinecittà. La gratitudine che è salita dalle pagine, dalle immagini del film, e a Lugo dall'attenzione scrupolosa del pubblico del Caffè Letterario. Sono volato in aria, all'Ala d'oro (l'hotel che ci ha ospitato), come un Baracca, un baracchino qualsiasi nella città, Lugo, in cui ho sentito ancora nell'aria il profumo delle forme di Sophia e la voce roca di De Sica, nato in Ciociaria, ma napoletano per vocazione e scelta. Grazie Claudio, Patrizia e Daniele. Però la prossima volta, ringraziando sempre per l'eccellente cena a base di pesce, cappelletti in brodo, please. L'astinenza mi fa star male.
di Italo Moscati



mercoledì 2 febbraio 2011
L'incontro con ALDO CAZZULLO










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