Mercoledì 26 febbario, alle ore 21,00 nella Sala Conferenze
dell’Hotel Ala d’Oro di Lugo, l’ultimo incontro del mese del Caffè Letterario
di Lugo sarà dedicato allo scrittore francese Albert Camus con il saggista e
scrittore imolese Antonio Castronuovo che presenterà il suo libro “Alfabeto
Camus” edito da Stampa Alternativa nel 2011. L’incontro sarà introdotto da
Daniele Serafini e come d’abitudine terminerà con il consueto brindisi con vino
e piadina offerti a tutti i partecipanti.
“Figura incarnata del ribelle; quello vero, colui che prima
ancora di ribellarsi agli uomini, si ribella ai fondamenti dell’esistenza”.
Così Antonio Castronuovo inizia a parlarci di Camus. E lo fa secondo gli schemi
tipici della collana “Fiabesca” (fiore all’occhiello delle edizioni Stampa
Alternativa) che raccoglie una saggistica fortemente eretica non solo nei
contenuti, ma anche nelle modalità di scrittura. Alfabeto Camus non è infatti
una monografia né un saggio critico, ma una ricognizione svolazzante e
bizzarra, eppure di disarmante onestà, su uno scrittore verso il quale l’autore
di questo volume dichiara di nutrire una vera e propria “venerazione”.
Libri
come questo rimettono con i piedi per terra uomini e vicende intellettuali,
Camus esce dai santini in cui qualcuno vorrebbe comprimerlo (magari per poi
subito dopo dimenticarlo) e riacquista carne e sangue. Come ad esempio quando
Castronuovo riporta le righe con le quali Dino Buzzati racconta il suo
incontro, lui così timido e introverso, con il celebre scrittore francese:
“Grazie a Dio, non aveva una testa da intellettuale, ma da sportivo, limpida,
da uomo del popolo, solido, ironico ma con bonomia, in un certo senso un viso
da garagista”.
Antonio Castronuovo (Acerenza 1954), saggista e critico,
vive a Imola. Ha pubblicato diverse opere di saggistica letteraria su grandi
autori come Jarry, Pavese, Cioran. Nel suo “ingegno multiforme”, ha dedicato
particolare attenzione al genere aforistico, tentando anche delle ardite
sperimentazioni stilistiche e contenutistiche rispetto al modello classico
della massima tradizionale. Ha tradotto scritti di Jarry, Apollinaire, Eluard,
Picasso, Matisse, Irène Némirovsky ed è inoltre considerato il massimo esperto
di futurismo regionale romagnolo.
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