Venerdì 12 dicembre,
alle ore 21.00, nel Salone Estense della Rocca di Lugo, (e non all’Hotel Ala d’Oro
come precedentemente programmato) ancora una serata dedicata alla Storia con il
libro “Fra i dannati della terra. Storia della Legione Straniera” dello storico
torinese Gianni Oliva, edito da Mondadori. Allo storico ravennate Paolo
Cavassini il compito di introdurre la serata.
Idealisti usciti sconfitti da una rivoluzione fallita,
romantici perduti dietro un amore impossibile, balordi in fuga dalla giustizia,
affamati in cerca di un lavoro e di uno stipendio: la Legione straniera è tutto
questo, un miscuglio di uomini diversi per motivazioni e provenienze, ma tutti
ugualmente irrequieti, malinconici, feroci. Sin da quando venne costituita nel
1831 da re Luigi Filippo «Égalité», la Legione è stata lo specchio delle
turbolenze del mondo: un reparto di volontari sradicati dalle proprie origini,
senza famiglia e senza patria. Non dei semplici mercenari, ma soldati che nella
mistica combattentistica e nello spirito di corpo ritrovano un'identità.
Impiegati nelle «guerre sporche» dell'impero coloniale francese, dall'Algeria
al Marocco, al Madagascar, all'Indocina, i legionari hanno scritto pagine
drammatiche di storia militare, dove la violenza inflitta o subita ha assunto
toni esasperati: quella di Algeri non è che la più nota di molte battaglie
condotte senza pietà e senza tregua. Dietro le rappresaglie brutali ci sono
però storie insospettabili di uomini sconfitti alla ricerca di riscatto. Gianni
Oliva ne ripercorre le tracce, e ricostruisce le loro vicende come in un grande
romanzo epico. Sono storie di barricate e di passione, come quella
risorgimentale di Carlo Pisacane, l'eroe biondo della spedizione di Sapri; di
vitalismo irrequieto, come quella del veneziano Francesco Zola, futuro padre di
Émile, ingegnere in cerca di nuove sfide professionali e ladro per amore, e di
Curzio Malaparte, eclettico intellettuale, che partì volontario nel 1914. E
ancora storie di ribellione, come quella del principe reale Aage, che lascia la
corte di Copenaghen per combattere con il képi bianco in Marocco; di fuga, come
quella di Giuseppe Bottai, per vent'anni deputato e ministro fascista, e dopo
il 1943 soldato semplice protetto dall'anonimato della Legione; di sfida e
redenzione, come quella di Simon Murray, prima volontario in Algeria, poi
finanziere ai vertici di una multinazionale.
Il legionario dannato, infelice e
generoso, impersonato da celebri attori come Jean Gabin e Gary Cooper, ritrova
in questo saggio i contorni storici entro i quali è maturata un'esperienza
militare unica nel suo genere. Oggi, chiusa l'epoca dell'impero coloniale
francese, della Legione straniera, sotto il profilo militare, rimane ben poco:
i suoi 7200 volontari operano come soldati professionali, impegnati nelle
missioni multinazionali di peace enforcing e di peace keeping. A spingerli
all'arruolamento, forse ancora una volta l'immagine-simbolo del legionario in
marcia sotto il sole del deserto, sferzato dal vento che leviga le rocce e i
ricordi.
Gianni Oliva, studioso del Novecento, da anni si occupa
degli argomenti meno indagati della storia nazionale recente. Da Mondadori ha
pubblicato, fra gli altri, La resa dei conti, Umberto II, Foibe, Storia dei
carabinieri, Duchi d'Aosta, Le tre Italie del 1943, L'alibi delle Resistenza,
Profughi, la nuova edizione di Storia degli Alpini, «Si ammazza troppo poco»,
Soldati e ufficiali, Esuli, Un regno che è stato grande.
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