Venerdì 11 marzo, alle ore 21.00, nel Salone estense della
Rocca di Lugo lo scrittore imolese Antonio Castronuovo presenterà il suo ultimo libro scritto in
collaborazione con Mauro Chiabrando e Massimo Gatta dedicato alla vita del giornalista,
editore e cineasta lughese Federigo Valli, illustre vittima della rimozione
collettiva da parte di una generazione di intellettuali nel dopoguerra. A
parlare, insieme all’autore, di questa
biografia dal titolo “Federigo (Ghigo)
Valli. Un protagonista rimosso dell'editoria italiana del Novecento” edito da
Biblohaus, sarà il curatore del Caffè Letterario di Lugo Marco Sangiorgi.
Nato a Lugo di Romagna, crebbe di fronte alla casa di Francesco Balilla Pratella, e più che di
fronte, dentro, seduto in salotto. E Pratella, oltre che genio della musica, fu
fecondatore di futuristi.
Figlio e nipote di alcuni fra i più importanti viticoltori
dell’epoca – e ne è conferma la visita di re Vittorio Emanuele III (episodio
del maggio 1918 ricordato da Ugo Ojetti) – il nostro Ghigo, Filippo Tommaso Marinetti lo
conobbe da giovanissimo e senza manco andarselo a cercare. E infatti se lo
trovò a tavola, all’ora di pranzo, il 5 settembre 1920, a villa Giorgina, la
villa dei Valli, che portava il nome della madre. Ma villa Giorgina venne demolita, e con essa
il ricordo di Valli, come strappato dall’intonaco della storia.
Fu amico di Moravia, del quale pubblicò ben cinque prime
edizioni nel biennio 1944-45 (ma dallo scrittore troppo presto dimenticato, se
già prima del 1971 lo ricordava come un Carneade qualunque: «un certo Valli»,
proprietario di una piccola casa editrice «che si arrangiava come poteva»); di
Alberto Savinio, che per le edizioni del Valli diresse la collana “Il viaggiatore
e la sua ombra” nella quale uscirono,
come primo e ultimo titolo, i Venti
racconti di Guy de Maupassant con Lui
e l’Altro dello stesso direttore di collana. Di Vitaliano Brancati, del
quale pubblica Il vecchio con gli stivali.
E di Gabriele D’Annunzio (e non a caso al Vittoriale è rintracciabile un
esemplare di Trullallà, libretto
futurista del nostro Ghigo Valli, edito dal fratello Leo nel 1933, il quale
aveva dato vita, nella stessa Lugo di Romagna, alle edizioni della Caveia).
Antonio Castronuovo, scrittore, saggista e critico, vive a
Imola. Ha pubblicato diverse opere di saggistica letteraria su grandi autori
come Jarry, Pavese, Cioran. Nel suo “ingegno multiforme”, ha dedicato
particolare attenzione al genere aforistico, tentando anche delle ardite
sperimentazioni stilistiche e contenutistiche rispetto al modello classico
della massima tradizionale. Ha tradotto scritti di Jarry, Apollinaire, Eluard,
Picasso, Matisse, Irène Némirovsky ed è inoltre considerato il massimo esperto
di futurismo regionale romagnolo.
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