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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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venerdì 3 ottobre 2008

Lunedì 6 ottobre - DAVIDE SILVESTRI a Caffè Letterario

Serata inaugurale di questa nuova stagione di Caffè Letterario, lunedì 6 ottobre alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro con Davide Silvestri. Lo scrittore veneziano presenterà il suo bellissimo romanzo dedicato al mondo della scuola “La linea generale” edito da Punctum. Il libro che tratta del fenomeno del bullismo in maniera molto cruda e toccante allo stesso tempo, sarà presentato da Patrizia Randi, curatrice della rassegna letteraria lughese insieme a Marco Sangiorgi. Come tradizione ormai consolidata di Caffè Letterario la serata si concluderà con la consueta degustazione di vini. "La linea generale" è un romanzo a due voci che racconta la storia di un ragazzo intelligente ma introverso, che passa le mattine nei bagni della scuola a scrivere i temi per gli altri, e di un professore giovane, che deve lottare con i primi segni di disillusione. Percorsi paralleli e solitari, che si incrociano in un crescendo drammatico quando due bulli (Hoppo, intelligente e consapevolmente cattivo, e Hong, grosso, violento e ingenuo, succube dell’amico-padrone) pensano di poter sfruttare il talento del ragazzo. In un crescendo drammatico il protagonista è trascinato in un gorgo da cui non sa risalire e il professore decide di intromettersi, facendo precipitare la situazione. Silvestri riflette sulla difficoltà dei due personaggi di sentirsi parte di un gruppo (i compagni, gli altri professori), sulla voglia di cedere alla tentazione di chiudersi in se stessi, laddove le parole degli altri sono percepite come un rumore e le dinamiche sociali come una violenza. Un testo intenso e avvincente, narrato da due punti di vista inconsueti, incapaci di capirsi tra loro, ma, al di là delle apparenze, straordinariamente affini. Davide Silvestri, 45 anni trascorsi senza muoversi da Venezia, si è laureato in filosofia. Da una ventina d’anni lavora all’Edicola dell’Accademia, una delle più vecchie di Venezia, assieme a due dei suoi numerosi fratelli. da "La linea generale" di Davide Silvestri Ogni sera prima di dormire rivivi le cose che durante il giorno ti hanno distrutto e non puoi fare niente per evitarlo. Ho provato in tutti i modi di guidare il mio pensiero verso altre direzioni, di deviarlo, ma non c'è niente da fare quando qualcuno ti ha umiliato di proposito, a mente fredda, senza alcun motivo. Allora è una specie di escalation: dapprima ti proponi una vendetta normale, fatta di pugni e calci, poi si passa alle mazze da baseball, alle pistole... non riesci a mettere un freno ai propositi di vendetta, sembra non abbiano bisogno di niente per diventare sempre più grandi, sempre più mostruosi. Non so cos'abbiano fatto a quel mattoide che è tornato a casa a prendere i fucili del padre per fare una strage, ma so benissimo che cosa gli è passato per la testa. Devono aver passato il limite, con quel poveraccio, chissà cosa gli hanno detto, cosa l'hanno costretto a fare. È soltanto un modo di divertirsi, di passare il tempo, per quelli che ti torturano, non è che ce l'abbiano con te. È successo che in quel momento passavi di là e questo per loro è sufficiente, basta il semplice fatto di vederti per scatenarli. E poi non è proprio che si scatenino, cominciano piano, di solito. Prima ti trattengono per lo zaino, ti impediscono di andartene e poi le cose vanno sempre peggio, ognuno di loro deve dimostrare ai suoi compagni che è più bravo di loro, che sa fare cose peggiori. Così questi vigliacchi si pungolano uno con l'altro e tu diventi il loro il loro giocattolo. Nessuno ti aiuta, naturalmente. Tutti stanno a guardare, anche i tuoi amici. Di sicuro il mattoide con i fucili ha fatto fuori anche quel genere di amici. Se volete sapere la verità, avrei fatto lo stesso, non si meritano di meglio. Gli piace guardare, a quel genere di amici. Gli piace guardare senza pagare il biglietto. Ecco, avrà detto sparando, ecco, adesso state pagando il biglietto, ragazzi. Continuano a dire che era un pazzo, un criminale, ma io non ci credo. Era uno come tanti, uno che si è stancato per davvero. Uno come me che di sera, prima di dormire, pensa a tutto quello che avrebbe potuto dire o fare per smetterla di essere il sacco da pugni di qualche lurido vigliacco. L'unica differenza è che lui ha rubato un paio di fucili e si è messo a sparare. Invece di stare là a rigirarsi il coltello nella ferita ha deciso di fare qualcosa, ecco la sola differenza tra me e lui, niente di più.

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