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giovedì 23 ottobre 2008

"I libri del collezionista" di Ivano Nanni

L’orizzonte che si apre sulla piccola editoria d’arte, come è stato detto nel corso della serata, è il collezionismo. E non potrebbe essere diversamente. La preziosità di certi libri li rende appetibili solo a particolari soggetti ” malati” di oggetti di culto. Chi non è scosso da brividi di febbre davanti a una rarità letteraria non possiede il crisma del collezionista. I collezionisti appartengono a una specie che ama i libri tout court, sono il loro oggetto d’amore, compulsivamente sono portati ad accumulare libri, a leggerli certamente, ma prima di tutto a goderne il lustro estetico. E di questo si tratta. Si parla di libri come opere d’arte. Pezzi unici, o quasi, come dipinti e sculture. Per libro d’arte si intende un ibrido formato da un incrocio di arti, di molteplici tecniche espressive il cui risultato è una micro produzione d’elite. Libri preziosi e rari. A volte le stampe non superano le due copie e si capisce perché. Alla base c’è l’opera di un certosino che ama smisuratamente il suo lavoro. Il certosino non produce molto, ma quando lo fa, sta attento a quello che mette in mostra. Daniele Ferroni cura tutto. La sua opera è completa e selettiva. Riunisce in sé diverse figure professionali, diverse arti. Il grafico, lo stampatore, il fotografo. Ad altri, chiede collaborazione. Per i testi, per i disegni; creando un supporto che non di rado diventa amicizia e progetto futuro. I suoi libri si aprono come album: sono pagine di pregio. Foto, disegni, e poesie. Sono brevi testi, ognuno a ricordare una percezione. Sono libri della percezione, del momento estatico, sono libri del ricordo e della nostalgia. Dentro c’è, a mio parere, prima di tutto l’infanzia. A Ferroni, come a tutti gli artisti, è toccato il privilegio di rimanere fanciulli e di fare del gioco la loro vita. Per cui, misteriosamente, l’artigiano diventa artista per inoculazione diretta di un quid di humor fanciullesco, che eleva un prodotto ad opera d’arte. Poi il lavoro dell’artista, come si sa o s’intuisce, è anche impegno e tensione, e duratura minaccia di fallimento nel progetto, nella realizzazione, nella distribuzione,vale a dire, nelle forme dell’apparire, “del mettersi in mostra”. Ma, tuttavia, e indefinitamente, rimane quella traccia nel mondo, quel filo di bava della -lumaca golosa- che a me pare, il pregio stesso della natura, la presenza costante di una pacata gioia nel creare per il piacere di farlo, appunto, come fosse un gioco di ragazzi. In secondo luogo c’è l’amore per la manualità. Un sapere essere artista che non prescinde dal saper fare. Per cui si pensa al progetto e si pongono le basi materiali per la sua realizzazione. E qui entrano in gioco le competenze specifiche: le conoscenze tecniche, la teoria e la pratica dell’artigiano. Non ci si può ingannare su questo. Poiché queste opere non sono fatte in serie, tutto devono all’abilità e al talento dell’artista. Un talento composto e tenuto insieme da una specie di devozione a una specialità che a prima vista par chiusa nell’ambito di una quasi clandestinità. La microeditoria è una nicchia, una sottotraccia dell’editoria che ha tratti dogmatici, sacerdotali, di assoluta dedizione e devozione spirituale. Voglio dire, da profano, che è quasi una preghiera, un bisbiglio. Nondimeno, un altro elemento fondante, appare la collaborazione con altri artisti. Con accorto e reverenziale disposizione d’animo, Daniele Ferroni ha avvicinato autori importanti, epocali per la letteratura, e li ha fotografati. Ha chiesto loro dei testi e con questi materiali ha creato un sogno per pochi. Ha perciò realizzato opere alla cui base sta la simpatia; cioè l’essere insieme con pathos, già un’arte di per sé, ricordandoci altresì, che per chi è grande non c’è limite alla disponibilità. Ha realizzato in poche e semplici parole, in poche pagine scritte, in cofanetti e scatole di pagine e foto un segno vero di amicizia, tra lui e i poeti, e tra questi e il pubblico. Ha creato un gioco di emozioni di fanciullo e su questo terreno comune ha trovato complicità e bellezza. I suoi libri, prima di tutto, sono belli.

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