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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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lunedì 2 marzo 2009

"Le suggestioni del viaggio" di IVANO NANNI

Sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro gremita per l'incontro con Claudio Spadoni che venerdì 27 febbraio ha presentato la mostra "L'Artista viaggiatore da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani”. appena inaugurata al MAR di Ravenna. Ecco le immagini e il commento alla serata di Ivano Nanni Le suggestioni del viaggio Fu per un generale senso di insoddisfazione e la pena per i debiti che aumentavano a spingere Paul Gauguin a imbarcarsi per la Polinesia nel 1891. Non era un buon periodo per lui, nonostante fosse un artista conosciuto navigava nei debiti. A Copenaghen, la città della moglie, aveva accettato qualche lavoro senza però risolvere i suoi problemi, perciò quando la società di cultura e belle arti francese lo invitò a partire per un viaggio nei mari del sud era pronto per il balzo nell'ignoto. Fu il primo viaggio : era il 1891. Ritornò a Parigi nel 1893 e vi rimase due anni poi ripartì e questa volta per sempre. Le suggestioni e i ricordi provati in quelle terre lontane dai colori sfavillanti e puri lo avevano profondamente marcato. Il contatto con una natura incontaminata e la bellezza dei suoi abitanti cortesi e semplici avevano maturato in Gauguin una motivazione forte e senza ripensamenti. Trascorse tutto il resto della sua vita tra la Polinesia e le Isole Marchesi. Produsse quadri stupendi molto onirici, pensati più per ricordare che per rappresentare, suggestivi senza essere esotici, con una curiosa malia di bellezza remota e senza tempo. Paul Gauguin rimane l'artista più noto che ha lasciato alle sue spalle un mondo al quale non sentiva più di appartenere per entrare in un altro mondo che gli si è rivelato come fonte di ispirazione e di vita. È l'artista che ha trovato un approdo fisico coincidente con la sua visione interiore di purezza e semplicità. Una specie di ritorno alle origini( la cosa primitiva), partendo dalla ricerca di un segno e di un colore. Superando gli inciampi di una realtà che s'imponeva come vertice di una gerarchia in cui le sensazioni soggettive non erano rilevanti, Gauguin presentì che per arrivare alla piena libertà individuale e di stile occorreva spostare fisicamente la sua consapevolezza, rivolgerla fuori dal suo mondo. L'approdo a un nuovo continente non solo fu la scoperta di una dimensione geografica nuova fonte di ispirazione, ma l'apertura di una breccia dalla quale osservare da un nuovo punto di vista la propria consapevolezza all'opera. La realtà di quelle terre selvagge, di quei volti miti, di quei corpi flessuosi sono dipinti sulla base di una reminiscenza dell'artista. Paul Gauguin comprende che l'unico modo per dipingere la realtà di quei luoghi è di sognarli. Capisce che per dipingerli occorre mettere da parte gli occhi e allargare il raggio d'azione delle percezioni. Trovare un nuovo orientamento, una nuova bussola e seguirla senza indugi. Lo stile che aveva cercato con tanta forza e che aveva esplorato in tanti tentativi ora l'aveva trovato. Il viaggio nella realtà iniziato quasi per scherzo, come pittore della domenica, aveva un punto di approdo nella dimensione del sogno, nel simbolo. È questo, in fondo, il viaggio che intraprendono tutti gli artisti. Per Gauguin, inizia una parte stupenda del viaggio che lo porterà a consegnare alla storia i suoi sogni di colore tersi,marcati dalla bellezza di un mondo in cui una sensibilità poteva perdersi per sempre o affermarsi per sempre. Egli conosce le anse in cui il suo pensiero può fermarsi e la sua mano tentennare, dove la sua azione diventare confusa e perdersi nella nebbia di una zona morta. Ma accetta il rischio di perdersi e di non riuscire a compiere il suo viaggio. Quello che la mostra ci racconta è che l'artista,rimane la persona che crea mondi nei quali tutti possono entrare trovando quell'umanità che anche Gauguin cercava e che forse trovò. L'artista, che si muova o meno fisicamente, che si sposti da un continente all'altro o che rimanga chiuso nella pace del suo studiolo, che si apra agli altri o che si chiuda in meditazione solitaria è e rimarrà sempre un viaggiatore di terre inesplorate. Le sue.
Ivano Nanni

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