Venerdì 11 gennaio, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel
Ala d’Oro primo incontro del 2013 per Caffè Letterario con lo storico Guido
Crainz che presenterà il suo ultimo saggio “Il paese reale. Dall’assassinio di
Moro all’Italia di oggi” edito da Donzelli. Al curatore di Caffè Letterario
Marco Sangiorgi il compito di introdurre la serata che si concluderà come di
consueto con il brindisi finale offerto a tutti i presenti.
La fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l'emergere di trasformazioni colossali che riguardano l'economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all'affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell'atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico. Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l'era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l'anomala alleanza di centrodestra riuscì a improntare largamente di sé l'intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l'identità e il futuro dell'Europa? Da dove prendere l'avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una "partitocrazia senza i partiti" che ha superato ogni livello di guardia?
La fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l'emergere di trasformazioni colossali che riguardano l'economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all'affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell'atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico. Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l'era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l'anomala alleanza di centrodestra riuscì a improntare largamente di sé l'intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l'identità e il futuro dell'Europa? Da dove prendere l'avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una "partitocrazia senza i partiti" che ha superato ogni livello di guardia?
Guido Crainz, nato a Udine, è professore ordinario di Storia
Contemporanea presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università
di Teramo. Ha dedicato le sue ricerche alla società rurale europea
dell’Ottocento e del Novecento, alla storia dell’Italia contemporanea –con
particolare riferimento alla seconda metà del Novecento- alla storia dei media
e al rapporto fra media e comunicazione storica.
Ha collaborato e collabora inoltre con i programmi culturali di Radio Tre, per i quali ha realizzato anche numerosi documentari radiofonici di carattere storico. Scrive sulle pagine culturali de “la Repubblica” ed è stato editorialista del “Messaggero Veneto” e de “Il Piccolo”(2003-2008).
Ha collaborato e collabora inoltre con i programmi culturali di Radio Tre, per i quali ha realizzato anche numerosi documentari radiofonici di carattere storico. Scrive sulle pagine culturali de “la Repubblica” ed è stato editorialista del “Messaggero Veneto” e de “Il Piccolo”(2003-2008).
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