Sull'incontro
di mercoledì 12 marzo con la scrittrice Silvia Avallone che ha presentato il
suo romanzo "Marina Bellezza" edito da Rizzoli.
È
un principio sacrosanto quello di far valere la propria cittadinanza culturale
e immettere nel circuito asfittico del pignoramento della felicità una nuova
volontà di riscatto, una determinazione che si configura come una battaglia
epica per l'autoaffermazione. Non sprecare la bellezza, a iniziare dalla
propria, sembra dire la protagonista di questo romanzo. Nel libro della
Avallone una medesima precarietà appartiene ai due protagonisti che la
declinano però in modi differenti. Marina aderendo a un modello che strizza
l'occhio alla scorciatoia per il successo, e Andrea che invece prende la via
aspra della fatica ripercorrendo a ritroso la via dei propri avi buttando alle
ortiche un presente che si preannuncia operoso e stabile sulle orme del padre.
Una vita quella di Marina giocata sull'equilibrio instabile dei tacchi a spillo, e la vita di Andrea che
ricalca quella quasi monacale di un eremita folle che vuole scoprire di nuovo
il sapore della terra. Entrambe le vie sembrano atti di accusa a una politica
distratta che ha previsto la precarietà come modus vivendi delle generazioni
giovani, modi ai quali essi cercano di rispondere con la forza delle idee o del
corpo. Messi davanti a scelte forzate, per i giovani le vie che si aprono portano
spesso oltre confine. E per quelli che rimangano si prospettano ricerche sempre
più astruse non prive di umiliazioni, oppure invenzioni estreme ma non
insensate come quelle di Andrea, che vuole diventare allevatore rifiutando lo
schema di affermazione stereotipata, oppure l'invenzione di Marina che poi
invenzione non è, ma consapevolezza
della sua procacità provocante, della sua solare bellezza, che la induce a una
sfrontatezza che può essere il ticket per il successo o per il ritorno al
cortile di casa. Entrambi si giocano letteralmente la loro possibilità contro
un destino chiuso fatto di proposte nulle o peggio ancora indecenti.
Nessun
tipo di precarietà va sottovalutata, sembra affermare questo racconto, anzi
ogni instabilità contiene in sé il germe di una pienezza nuova, una possibilità
che per Andrea è un ritorno al passato e
per Marina un ritorno al futuro in quanto, per entrambi, la vera lotta è
contro un presente che rifiutano. Non vogliono sprecarsi nell'inferno della
provincia, di questo sono certi, agguantano perciò con istintiva animalità lo
stretto passaggio che conduce al purgatorio dell'apprendistato, diverso e
uguale per entrambi che non garantisce nulla, il successo o l'insuccesso non è
tutto nelle nostre mani, ma che forse aumenta il sapore e il colore della
speranza almeno per loro, per Andrea e Marina, che nonostante tutto si amano e
rispondono al terrore di questi tempi con la sfrontatezza delle decisioni
repentine.
di Ivano Nanni
Ciao, mi chiamo Alessandro Raggi e sono il chitarrista di una band molto particolare: ci chiamiamo Americana ed uniamo il rock americano con la letteratura. In pratica, il nostro spettacolo/concerto è un discorso musicale sulla cultura americana: 20 romanzi ed a seguire, dopo ogni romanzo, 20 canzoni.
RispondiEliminaOra, cerchiamo naturalmente di portare questo particolare concerto in luoghi che possano apprezzare questo connubio, ed ho notato che organizzate delle cose stupende. Possiamo collaborare in qualche modo? Possiamo unire le forse?
se vi va, questo è il nostro sito www.americanarockband.com
Alessandro Raggi