Mercoledì 23 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell'Hotel Ala d'Oro, incontro dedicato alla narrativa per Caffè Letterario con il libro "Tutto qui" edito da Pequod, che raccoglie racconti di giovani scrittori alla loro prima prova narrativa. La serata, che si concluderà con il consueto brindisi finale, sarà introdotta da Marco Montanari curatore del volume.
“I racconti non vendono”.
Questo è il leit motiv che accompagna da sempre, qui da noi, l’uscita di raccolte di racconti, siano di singoli autori o anche solo antologie. In Italia, agli editori e forse anche ai librai, la “short story” inspiegabilmente non piace: è un genere vituperato, svilito dagli stessi addetti ai lavori. Inspiegabilmente, sì, perché basterebbe citare alcuni autori americani come Charles Bukowski, Raymond Carver o, per attenersi alla stretta attualità, André Dubus per constatare come abbiano riscosso più successo qui che non negli Stati Uniti (i lettori italiani sono esterofili, questo lo si sa).
Ma come non pensare, per rimanere in Italia, a capolavori come Il gioco del rovescio di Antonio Tabucchi o, in tempi più recenti, Tu, sanguinosa infanzia di Michele Mari? Ma la lista potrebbe essere lunghissima.
Poi, proprio alla fine di quest’anno, forse, è successo qualcosa che sembra poter invertire questa tendenza, il Premio Nobel per la Letteratura 2013 è stato assegnato alla scrittrice canadese Alice Munro che in vita sua ha pubblicato solo e unicamente racconti (short story, meglio), restituendo dignità a un genere che ha sempre prodotto, e continua a produrre, alta letteratura in tutte le lingue del mondo. E allora ecco che i libri della Munro, addirittura, hanno cominciato ad affacciarsi nelle classifiche dei più venduti. Siamo un popolo di lettori “gregari”.
Tutto qui, curata da Cecilia Monina e Marco G. Montanari, raccoglie racconti di giovani scrittori alla loro prima prova narrativa, che si inserisce a pieno titolo in una “tradizione” che nasce, negli ormai lontani anni ‘80, con Giovani blues curata da Pier Vittorio Tondelli. Uno di quei libri che, inesorabilmente, hanno rappresentato “un’epoca”, uno di quei libri dopo cui niente è stato più “come prima”. Questa antologia ci parla, certo, di un tempo diverso, che forse, però, non è solo quella degli Sdraiati che proprio in queste settimane sono agli onori delle cronache librarie e non solo. Se si fosse in America la si leggerebbe, appunto, come lo spaccato di un’epoca, ma siamo in Italia e saranno solo “scrittori esordienti”. Tutto qui.
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