Ancora una serata da tutto esaurito al Salone Estense della
Rocca di Lugo per l’incontro di ieri sera 13 marzo con il regista Marco
Martinelli che ha presentato il suo libro “Aristofane a Scampia” edito da Ponte
alle Grazie.
Immaginateveli, si, i vostri figli o alunni come se fossero degli asinelli,
perché asini lo sono davvero – so bene che su questo punto siete d’accordo con
me – ma immaginateli come asini turbolenti, pieni di paure e ombre, ma anche di
desideri inconfessati, di passioni inespresse, affamati di vita, di ignoto, di
sogni. Spesso a voi insegnanti e genitori nascondono questi sogni, se li
tengono per loro, vi si rifugiano dentro come le talpe nelle loro gallerie
sotterranee: è la loro tattica di sopravvivenza, non si palesano quasi mai
davanti ai vostri occhi come realmente sono. Dall’altra parte immaginate i
testi antichi del teatro, i classici polverosi dai nomi impronunciabili: da Eschilo
all’Aristofane che campeggia nel titolo di questo libro, da Plauto a Moliere a
Shakespeare, fino ad Alfred Jarry, fino a Bertolt Brecht. Guardateli insieme,
gli asini e i classici, i barbari e la biblioteca: niente di più lontano, dite
voi? Avete ragione: un adolescente di oggi conosce tutti i tipi di iPhone, e sa
smanettare su ogni tastiera elettronica; che hanno a che fare con lui quei
busti da museo, quelle barbe intimorenti e quella noia annunciata? Nulla. Gli
asinelli e i classici sono legni che appartengono ad alberi lontanissimi tra
loro, ai confini opposti della foresta, destinati a non incontrarsi. Ma se
qualcuno fosse in grado di avvicinarli? Se avvicinandoli scoprisse che si
possono sfregare insieme, fino a raggiungere una temperatura altissima, fino a
far nascere, da quello sfregamento, una scintilla? Il miracolo del fuoco? Non e
possibile, pensate voi. E possibile, vi rispondo io. E lo sto sperimentando da
venticinque anni, questo sfregamento. Nel libro proverò a raccontarvelo. Marco
Martinelli
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