Lunedì 8 giugno, alle ore 21.00, nella
Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, il professore di Linguistica italiana
Giuseppe Antonelli presenta al Caffè Letterario di Lugo il suo ultimo libro “Comunque
anche Leopardi diceva le parolacce. L'italiano come non ve l'hanno mai
raccontato” edito da Mondadori. La serata, che si concluderà come di consueto
con il brindisi finale offerto a tutti i presenti, sarà introdotta da Licia
Corbolante.
Il congiuntivo è morto, il punto e virgola è morto e anche l'italiano vorrebbero
farci credere - non si sente tanto bene. Continuano a ripeterci che la nostra
lingua si sta corrompendo, contaminata dall'inglese e minacciata da Internet e
dai messaggini. Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero cosi? Siamo sicuri
che l'italiano virtuale sia quello di facebook e Twitter e non quello
scolastico-burocratico che ci spinge a dire "recarsi",
"presso", "effettuare"; "dimenticare" e non
"scordare", "prendere" e non "pigliare",
"egli" e non "lui"; mai e poi mai "ma però"? Con
ironia e intelligenza, Giuseppe Antonelli decide di sfidare i luoghi comuni del
conservatorismo e del perbenismo linguistico. Affrontandoli uno dopo l'altro,
fa a pezzi gli ingiustificati pregiudizi che troppo spesso si tramandano
riguardo alla nostra lingua. E lo fa con argomentazioni brillanti e
irresistibilmente divertenti, puntando sui giochi di parole ("Quando c'era
egli", "Una gita sul pò", "Non ci sono più le mezze
interpunzioni") e su un ricco campionario di esempi e di aneddoti che
coinvolgono i nomi più grandi della letteratura italiana: da Leopardi a
Manzoni, da Gadda a Manganelli. E non si limita a polemizzare con la paura dei
neologismi o a dimostrare che si possono usare anche formule come "a me
mi", ma addirittura si spinge fino alla (parziale) riabilitazione delle
parolacce e delle vituperatissime abbreviazioni che si usano negli sms e nelle
chat.
Giuseppe Antonelli è nato ad Arezzo nel 1970 e insegna Linguistica italiana
presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di
Cassino. Da diversi anni collabora a "L'Indice
dei libri del mese", all'inserto domenicale de "Il Sole 24 ore" e all'area dedicata alla lingua italiana
del portale "Treccani.it".
Nel 2003 ha partecipato al premio Strega con il romanzo "Trenità". Tra i suoi volumi più noti: "L'italiano nella società della
comunicazione" (Il Mulino, 2007) e "Ma cosa vuoi che sia una
canzone. Mezzo secolo di italiano canto" (Il Mulino, 2010). Sua anche la
curatela de "La vita non è in
rima", il libro del cantautore Luciano Ligabue, nato dopo ore di
conversazione e svariate interviste. Conduce su Rai Radio 3 la trasmissione “La lingua batte” un programma dedicato
alla lingua italiana che è una sorta di osservatorio sullo stato e
sull’evoluzione della lingua italiana nei suoi vari aspetti.
Ricordiamo che è possibile cenare nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro a partire
dalle ore 19,30 e riservare il posto nelle prime file della Sala Conferenze
dove alle ore 21.00 si terrà la presentazione. Per l’occasione, oltre al menù
alla carta, sarà disponibile un piccolo menù al costo di €.12,00 che prevede i
mitici cappelletti al ragù dell’Ala d’Oro, un calice del Sangiovese superiore
138 della Tenuta Masselina e il caffè.
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