Venerdì 2 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel
Ala d’Oro, Ivano Dionigi, professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina
alla “Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna, di cui è stato rettore dal
2009 al 2015, presenterà il suo libro “Il presente non basta. La lezione del
latino”, edito da Mondadori. A introdurre la serata, che terminerà con il
consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Daniele Serafini.
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei
mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci
ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si
identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di
Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano
l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già
rettore dell'Università di Bologna, con Il presente non basta affronta tali
domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato
ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza.
Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche
simbolico: si scrive «latino», ma si legge «italiano, storia, filosofia, sapere
scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale». Non è un reperto
archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite
che – oltre Roma – ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci
possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta
a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola,
la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi
certissima dell'italiano, il latino – lingua morta eppure resistente nell'uso
comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico – ci
restituisce il volto autentico delle parole, responsabilizza il nostro parlare,
consente quell'«ecologia linguistica» che fa bene anche all'anima; come lingua
della temporalità, ci costringe a confrontare tradizione e innovazione, ci
libera dall'assedio del presente e ci rende immuni dal «provincialismo di tempo»;
come lingua della res publica, della politica quale «cosa di tutti», ci ricorda
che l'uso più alto della virtus risiede nel «governo della città» e che il
pronome più naturale e più bello è «noi» e non «io». Questa riflessione è tanto
attuale quanto urgente di fronte alle nuove sfide delle scienze e alla
pervasività delle tecnologie digitali, che possono e debbono trovare negli
studia humanitatis un'alleanza naturale e necessaria. Un compito da consegnare
in primo luogo alla scuola: palestra dei fondamentali del sapere e crocevia del
futuro.
Ivano Dionigi è professore ordinario di Lingua e Letteratura
Latina, presidente della Pontificia Accademia di Latinità, fondatore e
direttore del Centro Studi «La permanenza del Classico» dell'Alma Mater
Studiorum - Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. Nei
suoi studi si è dedicato particolarmente a Lucrezio (Commento a «La natura delle cose», 2000; Lucrezio. Le parole e le cose, 2005) e Seneca (De otio, 1983; Problematica e
fortuna del «De providentia», in Seneca, La provvidenza, 2004; I diversi
volti di Seneca e Seneca linguista, in Seneca
nella coscienza dell'Europa, 1999). Ha curato per la Rizzoli diversi volumi
sul rapporto antico/presente: Di fronte
ai classici. A colloquio con i Greci e i Latini (2002); Nel segno della parola (2005); La legge sovrana (2006); Morte. Fine o passaggio? (2007); I classici e la scienza. Gli antichi, i
moderni, noi (2007); Madre, madri (2008);
Elogio della politica (2009); Il dio denaro (2010); Animalia (2011); Eredi (2012); Barbarie
(2013). Per Mondadori ha curato I classici in prima persona di Giuseppe
Pontiggia (2006).
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