Mercoledì 1 marzo alle ore 21.00, nel Salone Estense della
Rocca di Lugo si torna a parlare di narrativa a Caffè Letterario con lo
scrittore milanese Paolo Cognetti che presenterà il suo romanzo “Le otto
montagne” edito da Einaudi. A introdurre la serata sarà Marco Sangiorgi.
La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La
montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio,
tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita
ambienta questo potentissimo romanzo.
Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora
in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il
padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera
dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione
comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono
addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha
uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li
riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi
del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà
tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a
valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un
torrente che lo incanta dal primo momento. E lì, ad aspettarlo, c'è Bruno,
capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece
di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati
di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più
aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre,
"la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui".
Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il
suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia,
neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti
anni lo riavvicinerà a Bruno.
«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la
testa.»
Paolo Cognetti nella sua prima vita è stato alpinista e matematico, e a volte
pensa di non avere mai smesso di essere nessuno dei due. Nella seconda, lavora
nel cinema indipendente milanese come autore di documentari, sceneggiatore e
montatore di cortometraggi, cuoco. Ha deciso di fare lo scrittore in un cinema
parrocchiale, dopo la proiezione del film L'attimo fuggente, nel 1992. Ha
passato gli anni successivi alla ricerca del suo capitano, fino al giorno in
cui, nel 1997, ha scoperto Raymond Carver. Da allora ama la letteratura
americana e scrive racconti. Per minimum fax media ha realizzato la serie “Scrivere/New
York”, nove puntate su altrettanti scrittori newyorkesi, da cui è tratto il
documentario “Il lato sbagliato del ponte, viaggio tra gli scrittori di
Brooklyn”. Minimum fax ha pubblicato nel 2004 il suo primo libro, “Manuale per
ragazze di successo”, e nel 2007 la sua seconda raccolta, “Una cosa piccola che
sta per esplodere”.
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